Rav Shlomo Amar

Rav Richetti vs. Rav Amar: ci vuole rispetto per tutti i rabbini italiani

Ebraismo

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Forte protesta e sdegno nei confronti della lettera firmata da Oded Wiener (direttore degli uffici del rabbinato sefardita d’Israele) a nome di Rav Shlomo Amar, rabbino capo sefardita d’Israele. È questo il contenuto di una missiva inviata giovedì 21 febbraio da Rav Elia Richetti, presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia allo stesso Rav Amar. In questa lettera Rav Richetti chiede espressamente, in qualità di Presidente dell’Assemblea Rabbinica, che Rav Amar “ritratti e che si scusi con tutti i Rabbini Italiani, con Rav Laras e con le nostre Comunità” per quanto scritto in un messaggio, inviato a Rav Richetti e a Rav Momigliano, segretario dell’ARI, e per conoscenza a Rav Alfonso Arbib e a Rav Riccardo Di Segni. Tale lettera, datata 3 Adàr, 13 febbraio, era stata pubblicata sul sito della Comunità ebraica di Roma il 21 febbraio, peraltro senza informare preventivamente Rav Elia Richetti, destinatario della lettera che forse avrebbe dovuto restare riservata.

Il contenuto? “Il rabbino capo d’Israele, Rishon leZion, rav Shlomo Amar, valutando quanto avviene in Italia, ha deciso, nella sua funzione di presidente del tribunale rabbinico superiore e responsabile dei tribunali rabbinici per le conversioni, che la Rabbanut Rashit continuerà a riconoscere gli atti di Beth Din (conversioni, divorzi, verifiche di ebraicità) firmati dal rabbino Di Segni e dal rabbino Arbib rabbini capi rispettivamente di Roma e Milano. Per tutto ciò che riguarda gli atti di tribunale rabbinico e le verifiche di ebraicità prodotti da altri tribunali rabbinici in Italia, la Rabbanut Rashit si riserva il diritto di verificare ogni caso distintamente e solo dopo verifica deciderà se confermarlo, secondo i risultati della verifica”.

Questo è il testo che compare, in traduzione, sul sito della Comunità ebraica di Roma. Alcuni post di commento evidenzierebbero un errore di traduzione asserendo che nel testo originale si fa riferimento a “impressioni”, itrashmuth, e non a “valutazioni” riguardo a quanto avviene in Italia.

Immediata la replica del rabbinato italiano. Già il 20 febbraio, un nutrito numero di Rabbini italiani aveva inviato il seguente messaggio all’”Ecc.mo Rabbino Capo d’Israele, Il Rishon le-Tziyon Rav Shlomo Amar Shlita,  Yerushalaim. In risposta alla lettera del 3 Adar, Vi comunichiamo che tutti noi sottoscritti, Rabbini Capi delle Comunità d’Italia e membri del Tribunale Rabbinico del Centro-Nord Italia presieduto dall’Ecc.mo Rav Giuseppe Laras Shlita, apprezziamo l’attività importante e dedita del Presidente del Tribunale Rabbinico Rav Giuseppe Laras Shlita. A D.o piacendo, continueremo ad avvalerci dell’aiuto del Tribunale Rabbinico del Centro-Nord Italia per il futuro, e ad appoggiarci ad esso come avveniva in passato, e continueremo a riconoscere senza alcun dubbio qualunque documento emesso da tale Tribunale Rabbinico, come ha sempre fatto anche il Rabbinato Centrale d’Israele. In fede” seguono le firme di Rav Elia Richetti, Presidente Assemblea dei Rabbini d’Italia, Rabbino di riferimento della Comunità di Merano; Rav Alberto Sermoneta, vice presidente Assemblea dei Rabbini d’Italia, Rabbino Capo di Bologna; Rav Giuseppe Momigliano, Segretario Assemblea dei Rabbini d’Italia, Rabbino Capo di Genova; Rav Adolfo Locci, consigliere Assemblea dei Rabbini d’Italia, Rabbino Capo di Padova; Rav Eliahu Birnbaum, Rabbino Capo di Torino; Rav David Sciunnach, Rabbino Capo di Parma; Rav Ghil Binyamin, Rabbino Capo di Venezia; Rav Luciano Caro, Rabbino Capo di Ferrara; Rav Yosef Levi, Rabbino Capo di Firenze; Rav Scialom Bahbout, Rabbino Capo di Napoli; Rav Roberto Della Rocca, membro del Tribunale Rabbinico del Centro-Nord, cui si è aggiunto il Rabbino capo di Modena, Rav Beniamino Goldstein.

E, ultimo atto, la formale richiesta di scuse e ritrattazioni, inviata giovedì 21 febbraio, da Rav Elia Richetti direttamente a Rav Shlomo Amar, in scadenza di mandato dopo 10 anni al vertice dell’ebraismo sefardita israeliano.

Aspettiamo l’evolversi della vicenda, rammaricandoci per le tensioni che sembrano percorrere l’ebraismo di casa nostra con la Rabbanut israeliana.