Un  nuovo ‘libromentario’ per raccontare l’amore, fra passione, silenzi e incomprensioni

Taccuino

di Roberto Zadik

Si chiama “9-1+1= Non è abbastanza per te?” il nuovo film del regista ebreo milanese Federico Iris Osmo Tinelli, 42 anni, che si cimenta in un’opera molto particolare e intimista, come i film di Jean Luc Goddard, citato nei primi attimi della pellicola, dei maestri del cinema francese anni ’70, da Rohmer a Truffaut e di certe pellicole dell’Estremo Oriente basate sui dialoghi più che sugli avvenimenti.

Questo cineasta emergente è diverso da molti registi italiani e produce film poetici e “meta-antropoligici” per raccontare in maniera estremamente soggettiva e raffinata la vita interiore e non solo una concatenazione di eventi come spesso e volentieri, si usa fare nel cinema contemporaneo.

La sua ultima pellicola verrà presentata il prossimo 17 dicembre dalle 21,30 presso il Cinema Beltrade, via Oxilia 10 (zona Pasteur). La proiezione, costo del biglietto intero 6euro e 50 con riduzione per studenti di età inferiore ai 26 anni e per ultra sessantacinquenni, a 5 euro, sarà preceduta da un aperitivo vegano e molto sano; a condurre l’evento sarà il regista Tinelli e in collegamento via Skype, l’attrice Adriana Grighoriev.

Ma qual è la trama del film?  Due persone si incontrano e faticano a conoscersi davvero, un regista e un’aspirante attrice moldava, la brava Adriana Grighoriev, si studiano e cercano di comunicare sul filo della drammaturgia, cinematografica  o sentimentale. Ma si tratta di realtà o solo fiction, pura conoscenza reciproca o vera passione repressa per paura? In un crescendo di dialoghi – scritti abilmente dal regista Tinelli e dalla coprotagonista Grighoriev – e silenzi, di inseguimenti e giochi di seduzione, inquadrature di oggetti e prevalentemente realizzate in interni, questo film scorre interessante e innovativo e riprende un genere molto dimenticato nel cinema di oggi, che sono modelli d’ispirazione per il cinema di Tinelli.

Intermezzato da brani jazz e d’atmosfera, molto amati da Woody Allen e onnipresenti in molti suoi film e qui eseguiti dalla band degli Ethiojazz, da siparietti col chiromante e col gatto, il film è decisamente originale e basato su dialoghi, atmosfere intimiste e una solida sceneggiatura che scandisce ogni incontro e ciascun momento fra i due protagonisti, La pellicola scorre seguendo le emozioni e alterna le voci fuoricampo e riprese in primo piano di Tinelli e della protagonista che recita un personaggio stravagante e ambiguo, ma al tempo stesso fragile e come dice lei “naif”.

Sorvolando abilmente qualsiasi melodramma o mielosità, con una serie di riflessioni, dalla rabbia, all’odio, all’amore, la pellicola trascina lo spettatore nelle anime dei due protagonisti sfiorando l’autobiografia, la confessione e il monologo, senza mai diventare nessuno di questi generi ma restando sospeso fra vari stili e registri espressivi. Si tratta di un’opera diversa dal solito, di una specie di “Libromentario” come l’ha definito il regista ed è una “ricognizione all’interno di una relazione estemporanea circoscritta in un numero di appuntamenti, atti ad ottenere una narrazione o una curva di tensione crescente. Questo film è un capovolgimento: la sceneggiatura diventa cinema cioè è leggibile sullo schermo, pur essendo scritta posteriormente alle riprese, sulla base di dialoghi improvvisati”.

Nel film appaiono, oltre ai due protagonisti, anche altri attori sebbene per brevi inquadrature, come il chiromante, Federico Ferrario, il migliore amico del protagonista, Alessandro Stellari la migliore amica, Viola Ruggiero e l’imprenditrice ottimista Giorgia Vergari e numerosi attori e comparse anonime. Ma tutto ruota attorno alla stravagante relazione dei due attori principali.  Tinelli che qui è regista e interprete, conferma qui la sua vena sperimentale, visuale e d’effetto, priva di qualsiasi volgarità e molto cerebrale e onirica, senza nessun contatto fisico fra i due protagonisti, già mostrata in diversi videoclip e filmati, molti dei quali sono su Youtube e in questi anni, con il suo cinema che come ha detto Picaredda “lava il sangue” ha partecipato a vari festival e manifestazioni. Da segnalare i diversi riconoscimenti ricevuti da questo bravo regista  molto poetico e esistenziale per “Sarajevo Nigredo”, una delle sue pellicole, premiato al festival Treviglio poesia, “Bandestina” miglior film alla Biennale del Cinema di Pisa e per un altro lavoro “Crisalidi” premiato come miglior documentario a Novara e il bellissimo “Le radici e le ali” pieno di simbolismi e di poesia definito il miglior film del Trento Film Festival.

Guarda il trailer del film

Per informazioni e prenotazioni: info@cinemabeltrade.net

02.26820592 | 02.95339774 | 348.2666090