Musica | Lenny Kravitz: tante anime e identità

Taccuino

di Roberto Zadik

Lenny Kravitz, fra nuovo album, tournee e le sue tante anime e identità. Fra queste anche un Maghen David al collo

In America si sa c’è di tutto e in questi misti e mixaggi vari e interessanti c’è anche un signore ormai di mezza età, Gemelli ascendente Capricorno nato nel 1965 che si chiama Leonard Albert Kravitz meglio conosciuto come Lenny. Ha cominciato con “Let Love Rule” nel lontanissimo 1989 e il suo rock duro e puro dai testi spirituali e dalle chitarre elettriche al massimo volume ispirate al suo modello, nientemeno che Jimi Hendrix.

Ebbene ora è uscito il suo nuovo album “Strut”, che in italiano significa “pavoneggiarsi” atteggiamento molto diffuso a Milano e parola abbastanza ostrogota anche per chi, come il sottoscritto, si illude di sapere l’inglese o peggio ancora lo slang statunitense.

“Strut” dunque non è lo strutto che noi ebrei non possiamo mangiare, così scherzando, ma un atteggiamento ben preciso e Kravitz, sempre così modesto e schivo, nelle interviste è molto timido e dolce e sul palco è una belva rock, non sembra certo il tipo da “tirarsela” come si dice. Anzi i suoi testi sono molto spirituali e seriosi e a volte parlano anche di religione, anche se spesso senza una specifica fede, tranne che nel suo recente outing “Baptism” che non lascia molti dubbi sull’argomento.

Frugando nelle biografie, toh a un certo punto mentre giri le pagine di qualche volumetto su di lui, scopri che suo padre è ebreo. Subito immagini chissà quali scene, bar mitzva, circoncisione, shabbat. Invece nulla, ma anche vari anni a scuola ebraica per il piccolo Lenny che, con una madre delle Bahamas, non ha mai deciso fra le due fedi e porta un Maghen David e una croce al collo.

Ebbene sì. Cresciuto fra varie culture e molto aperto, Lenny, impara vari strumenti musicali con facilità e sa suonare benissimo chitarra, batteria e pianoforte. Per questo, forse, ha attirato anche varie donne, come Lisa Bonet, anche lei “mezza ebrea”, ma da parte di madre (quindi in realtà “tutta ebrea”), famosa per essere la Denise della serie tv dei Robinson, mentre sua mamma, la signora Kravitz era attrice nei “Jeffersons”. Insomma tv, ebraicità, cristianesimo, cultura afro e rock si fondono nella vita di Kravitz che ha avuto una vita molto intensa ma sempre “a bassa voce” senza mai dare scandalo e occupare le paginone di siti o giornali come altri suoi colleghi. Prolifico ma non troppo, ha sfornato belle canzoni, ritmate come “Are You Gonna go my way” con quella bravissima batterista donna che rullava scatenata sui piatti mentre lui si dimenava con tanto di trecce alla Bob Marley. Ha composto dolcissime ballate come la meravigliosa “Believe”, l’intensa “Can we find a reason?” e altre mille canzoni, sempre rinnovandosi un po’ per restare interessante ma rimanendo fedele e solido.

Kravitz è un magma di elementi, di culture e di curiosità e un padre di famiglia legato alla figlia Zoe, avuta da Lisa Bonet. Kravitz non ha mai rinnegato le sue origini ebraiche, né però si è mai definito ebreo, parlando spesso di Dio senza mai sbilanciarsi, a parte con l’album “Baptism” dove però c’è solo la canzone “Baptised” e poi il resto è musica per tutti e senza altri riferimenti religiosi palesi. La cosa più importante per lui e la sua specialità è farci ballare e sognare, ancora oggi a 50 anni, con la forza dei suoi brani e il mistero della sua personalità..