Amy: il documentario sulla Winehouse fra musica, ricordi e polemiche

Taccuino

di Roberto Zadik

Chi era davvero Amy Winehouse e cosa nascondeva quella splendida voce che ci ha impressionato con canzoni intense come la cupa e struggente Back to Black, la romantica “Wake up alone” o la scatenata Rehab? A svelare il mistero della complessa e autodistruttiva personalità della vocalist ebrea londinese di origini ashkenazite, Vergine ascendente Gemelli, scomparsa a soli 27 anni, il 23 luglio 2011, distrutta dall’alcol e dalle droghe, triste coincidenza col suo cognome che significa “vineria”, ci pensa il discusso documentario “Amy-the girl behind the name” diretto dall’indiano Asif Kapadia,  già premiato per il suo filmato su Ayrton Senna. Non ancora uscito nel Regno Unito, la data prevista è il prossimo 3 luglio, verrà presentato il prossimo 13 maggio al prestigioso Festival di Cannes.

Tante emozioni, ricordi, musica ma altrettante polemiche e minacce di querele e boicottaggi del film specialmente da parte del padre della cantante Mitch Winehouse, molto arrabbiato per questo lungometraggio definito “disgustoso e fuorviante”. Come si dice “cominciamo bene” ma non è la prima volta che nascono malintesi e litigi sulle vite delle star e anche la pubblicità negativa fa parte del gioco. Ricordo infatti molto bene i problemi nel 1991 che ebbe il regista americano Oliver Stone con gli altri tre Doors,  Ray Manzarek,mitico tastierista della band scomparso nel 2013 e fraterno amico di Morrison, Robbie Krieger, chitarrista ebreo californiano della band e il simpatico batterista John Densmore,  quando uscì  il film “The Doors” oppure le controversie provocate dal libro del giornalista ebreo americano Albert Goldman “The lives of John Lennon” che, pubblicato nel 1988, fornì un’immagine estremamente negativa, al limite del buon gusto, di Lennon dipinto come debole, vizioso e manipolatore.

Musica e polemiche dunque sono un binomio molto semplice da formare e  l’attesa e la curiosità  sul lungometraggio a questo punto non possono altro che crescere sempre di più.  Sicuramente Amy Winehouse, premiata con numerosi riconoscimenti e paragonata ad altre grandi musiciste, da Sarah Vaughan a Macy Gray, anche lei una Vergine talentuosa e insicura, ha lasciato un segno profondo nel mondo dello spettacolo come altri miti morti alla sua stessa età, da Jim Morrison, Sagittario ascendente Acquario, a Brian Jones, Pesci, dei Rolling Stones, a Janis Joplin, Capricorno ascendente Acquario, con la quale la Winehouse ha diversi punti in comune, a Kurt Cobain, tutti stranamente scomparsi alla stessa età.

Su questa meteora, ha inciso solo due album, Frank, ispirato nel titolo e nel genere anni ‘50 al grande Frank Sinatra e Black to Black, molto si è detto e scritto e attendiamo ulteriori dettagli su di lei con questo documentario che si preannuncia molto interessante e denso di particolari biografici.  Personalità contraddittoria e insicura, terrorizzata dal successo e al tempo stesso molto esuberante, la vocalist dallo stile retrò venato di jazz, reggae e di soul aveva una voce ipnotica e magnetica e ipnotizzava il pubblico con la sua presenza scenica  e lo sguardo profondo dei suoi occhioni verdi.

La Winehouse  dunque, attirava facilmente l’attenzione, carismatica e a volte aggressiva e mi aveva colpito molto da subito per una serie di elementi.  L’eleganza espressiva delle sue magnifiche interpretazioni, il look stravagante, i capelli gonfiati e i tanti tatuaggi sulle braccia e la voce potente ma raffinata che spicca in canzoni come la bellissima e poco conosciuta “Me and Mr Jones” che racconta il suo disagio e il suo perenne senso di solitudine. Nella sua breve carriera,la Winehouse, finì parecchie volte sui siti e sui giornali internazionali anche a causa delle figuracce di quando si esibiva “fuori di testa” in preda ai vizi e ai suoi tormenti interiori.

Fidanzata con Black Fielder Civil, che poi ha sposato, ora il suo ex è accusato dal padre della cantante di averla iniziata alle droghe, dal crack all’eroina. Sicuramente Fielder è un personaggio discutibile finito in prigione diverse volte che ha rischiato di morire per overdose nel 2012, secondo il pettegolissimo quotidiano inglese “The sun” che amareggiò la vita di diverse rockstar come Freddie Mercury che ne aveva il terrore tanto da comporre la canzone “Scandal” uscita nel 1989 due anni prima della sua morte a 45 anni nel 1991.

Comunque sia , gossip e indiscrezioni a parte, oltre al suo enorme talento ci sono altri fattori interessanti nella vita e nel carattere di Amy Winehouse. Secondo quelli che l’hanno conosciuta, la Winehouse,  malgrado i suoi eccessi e le sue intemperanze, sapeva essere molto generosa e gentile, fragile e impetuosa, fu una studentessa problematica e ribelle ma dopo aver raggiunto la fama che non riuscì a placare la sua inquietudine, tante furono le sue donazioni di beneficienza a favore dei bambini e dei malati.