Una scena del documentario oslo Diaries sugli accordi di Oslo

25 anni dopo gli accordi di Oslo, arriva il documentario “Oslo Diaries”

Spettacolo

di Roberto Zadik
Sembrava un sogno, troppo bello per essere vero. Quel 13 settembre 1993, due anni prima della morte di Yizhak Rabin, quando proprio lui assieme al presidente americano dell’epoca, Bill Clinton e al leader dell’OLP Yasser Arafat si incontravano alla Casa Bianca per siglare definitivamente quelli accordi di Pace fra israeliani e palestinesi. Ed è passata alla storia la stretta di mano fra quei due antagonisti, Rabin, ex militare e poi brillante uomo politico e Arafat che davanti a un emozionato Clinton alla Casa Bianca si guardati negli occhi superando le ostilità reciproche. Invece tutto in breve tempo andò sfumandosi per sempre.

Ora quell’evento storico diventa un documentario che si intitola Oslo Diaries diretto da due abili documentaristi trentenni, Mor Loushy e Daniel Sivan, che, come riporta il Times of Israel, ricostruiscono in modo assolutamente originale quella convulsa e fondamentale fase storica e politica. Accordi pubblici e momenti inediti, le fasi e i protagonisti di quei giorni, quando i big internazionali si riunirono a Oslo il 20 agosto 1993.
Il documentario, premiato al prestigioso Sundance Film Festival, ricostruisce meticolosamente e attraverso immagini pregiate e in maggior parte mai viste prima, le fasi degli incontri, quando in segreto dal mondo, due delegazioni, israeliana e palestinese si incontrarono pianificando accordi, compromessi e progetti. Filmati girati fra il 1992 e il 1995 e qui raccolti con un paziente lavoro di ricerca e analisi. Intervistato dal sito israeliano, Sivan ha sottolineato che “queste immagini risvegliano un senso di tristezza, agonia e frustrazione. Finora mi sono sempre occupato di documentari bellici sui conflitti israeliani ma questo è il primo lungometraggio dedicato al processo di pace”. “Non volevamo solo capire le possibili ragioni del fallimento dei negoziati ma anche analizzarne i retroscena” ha aggiunto.

A quanto pare, di grande aiuto per il completamento delle riprese sono stati i testi dello storico e giornalista Ron Pundak, scomparso nel 2014, che ebbe una importanza considerevole nei negoziati ricostruendo conversazioni e testimonianze dei protagonisti. Sempre stando alle  loro dichiarazioni un grande ruolo è stato ricoperto dal giornalista Yigal Goren, anche lui presente durante gli accordi di Olso e Washington e che sperava di realizzare un film a lieto fine su quel periodo.  “Una volta che Rabin venne assassinato” ha ricordato Sivan “cadde in una tale depressione che arrivò a buttare via tutto il materiale raccolto”.

Testimonianze storiche, materiale giornalistico, indagine politica ma non solo. Il filmato, uscito negli Stati Uniti lo scorso 24 agosto, comprende anche una lunga serie di interviste a personaggi chiave degli accordi, da Uri Savir, diplomatico e politico israeliano, all’americano Daniel Kurtzer, fino all’ultima intervista a Shimon Peres prima della sua morte che “in qualche modo ha chiuso il cerchio” ha ribadito Mor Loushy.

Descrivere la storia ma anche e soprattutto immedesimarsi nell’atmosfera e nell’introspezione dei protagonisti e cercando di “umanizzare il conflitto”, come ha ricordato il Times of Israel. Soddisfatti di quanto realizzato entrambi gli autori. “Durante le riprese ho imparato un sacco di cose che non sapevo, passando da una conoscenza normale dei fatti a una serie di novità che non conoscevo” ha ricordato Mor Loshy mentre Sivan, oggi 35enne ha rievocato “il sentimento di entusiasmo quando si pensava che la pace fosse dietro l’angolo e poi la delusione e la perdita di speranza in qualunque soluzione pacifica”. Intento base di quest’opera è, secondo Mor Loushy “far capire alla gente che l’unica soluzione è la pace e dobbiamo credere che possa succedere e pensare che molto dipende da noi. Meritiamo un futuro migliore”.