Contro le pericolose bugie dei no-vax, servono conoscenza e fiducia

Salute

di Marina Gersony

Vaccinazioni pediatriche. Albert Sabin e Jonas Salk sono stati i pionieri della ricerca  sui vaccini. Oggi la società è a rischio

 

La questione “vaccini” continua a essere al centro di un acceso dibattito tra favorevoli (tutta la scienza ufficiale e accreditata) e contrari (ciarlatani pericolosi e genitori disinformati o spaventati dalle bufale che circolano in rete). Non tutti conoscono tuttavia la storia dei vaccini come metodo per sconfiggere le malattie infettive impedendo il contagio dei soggetti sani. E forse non tutti sanno che molti vaccini sono stati scoperti da medici, ricercatori e Premi Nobel ebrei che hanno dato il loro contributo fondamentale. Pensiamo ai due vaccini antipolio utilizzati in tutto il mondo: il primo, da iniettare, fu realizzato da Jonas Salk e testato nel 1952 mentre un vaccino orale è stato sviluppato dal più noto Albert Bruce Sabin. Sabin non volle trarre benefici economici dalle sue scoperte e si rifiutò di brevettarle dicendo che esse appartenevano ai bambini di tutto il mondo. E pensiamo a Samuel Katz, inventore del vaccino contro il morbillo. E ancora a Baruch Samuel Blumberg, vincitore del Premio Nobel per la Medicina nel 1976 che identificò il virus dell’epatite B e in seguito sviluppò il test diagnostico e il relativo vaccino per la malattia. Non ultima Rachel Schneerson, nota per aver contribuito allo sviluppo del vaccino contro l’Haemophilus influenzae tipo B.

 

roberto burioni libroAbbiamo rivolto alcune domande a Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Nel suo libro Il vaccino non è un’opinione (Mondadori) spiega le ragioni scientifiche per cui è fondamentale vaccinare i bambini e mette in guardia su quei medici e praticoni che affollano la rete e affermano il contrario.
Lei è riuscito nella non facile impresa di spiegare in modo chiaro e diretto, anche attraverso i social, la televisione e le sue pubblicazioni, i motivi per cui bisogna guardare ai vaccini come a una risorsa e non come a un potenziale nemico. Ci può dire quali sono questi buoni motivi?
Il motivo è semplicissimo: i vaccini sono, insieme all’acqua corrente, l’innovazione che ha salvato più vite nel mondo. Se un terzo dei bambini non muore più prima di compiere un anno di vita, come accadeva un tempo, in gran parte è dovuto alle vaccinazioni. I vaccini oltre ad essere efficaci sono farmaci con un elevatissimo profilo di sicurezza: nessuna medicina ha un rapporto rischio beneficio così favorevole.
Roberto BurioniI medici seguono in genere dei protocolli. I vaccini, secondo lei, non dovrebbero essere personalizzati e valutati di volta in volta, secondo i casi?
Non esiste alcun motivo per “personalizzare” un protocollo vaccinale. I calendari sono stati messi a punto sulla base di solidissimi studi scientifici e, a meno di motivazioni specifiche (peraltro molto rare) non è necessario modificarli. Anzi, modificandoli potremmo avere minore efficacia delle vaccinazioni.
I vaccini possono provocare l’autismo?
No. La risposta è semplicemente “no”. Centinaia di studi scientifici in maniera univoca hanno escluso qualunque nesso causale tra le vaccinazioni e l’autismo. Dire che le vaccinazioni causano l’autismo è come dire che la terra è piatta. È una bugia.
Quali sono le conseguenze a lungo termine per la società se la gente non vaccina i bambini?
Potrebbero tornare malattie come la difterite o la poliomielite; oppure potrebbero verificarsi epidemie evitabili di malattie comunque pericolose, come il morbillo.
Gli adulti devono vaccinarsi se non hanno fatto determinati vaccini da piccoli?
Dipende dal vaccino e dalla malattia: è importante valutare con il proprio medico le eventuali immunità che mancano e, se necessario, vaccinarsi.
Cosa dice di quei medici che sono contrari ai vaccini?
Un medico che racconta ai propri pazienti bugie pericolose scoraggiando le vaccinazioni senza motivo è come un pompiere che suggerisce di spegnere gli incendi con la benzina. Deve essere semplicemente radiato dall’ordine.