Alice Herz Sommer “88 tasti nella storia”.

di Ilaria Myr

Una storia tragica, ma a suo modo a lieto fine, che celebra il potere salvifico dell’arte e della musica: è l’incredibile vita di Alice Herz Sommer, pianista ebrea praghese scampata alla Shoah e al regime sovietico, che rivive nell’intenso spettacolo “Alice: 88 tasti nella storia”, in scena dal 30 gennaio al 2 febbraio al Teatro Oscar, via Lattanzio 58.

Il testo, di Sonia Colombo, membro della comunità Ebraica di Milano (foto a sinistra), è messo in scena dalla compagnia Note di Quinta per la regia di Laura Pasetti, fondatrice del Charioteer Theatre e docente del Piccolo Teatro di Milano e dell’Accademia della Scala. Vincitore del premio Fersen 2013, lo spettacolo ha ricevuto il patrocinio della Fondazione Memoria della Deportazione. Per il finanziamento, è stata utilizzata la piattaforma di crowdfunding Eppela, che ha raggiunto risultati al di sopra degli obiettivi dei suoi promotori.

Nata a Praga nel 1903, Alice Herz-Sommer era una pianista avviata ad una carriera internazionale. Da bambina aveva conosciuto Gustav Mahler e aveva suonato Beethoven

per Franz Kafka ad una cena di famiglia. Dopo l’invasione nazista della sua città nel 1939, le fu vietato di suonare in pubblico in quanto ebrea. Continuò ad esercitarsi in casa fino al luglio 1943 quando fu catturata dai nazisti assieme al marito Leopold e il figlio Rafi di 6 anni. Furono tutti condotti nel campo di concentramento di Theresienstadt. Ed è qui che la musica le salvò la vita. Molti comandanti di lager nazisti amavano fare sfoggio di orchestre di musica classica composte da prigionieri, anche per

motivi di propaganda. Così accadde anche a Theresienstadt: Alice suonò oltre 100 concerti nei 21 mesi di prigionia, senza spartiti e su un vecchio piano. Non solo questo le evitò il trasferimento ad Auschwitz, ma l’aiutò anche a mantenere viva la speranza. “La musica era il nostro cibo, grazie alla musica siamo rimasti vivi”, raccontò più volte.

Decine di migliaia di persone morirono di stenti a Theresienstadt e più di 150 mila furono trasferite nei campi di sterminio. Fra questi ultimi vi fu anche il marito di Alice, Leopold, portato ad Auschwitz e poi a Dachau, dove morì di tifo. Dopo la Liberazione, fu capace di ricostruirsi una vita e una carriera, scampando al terrore staliniano e raggiungendo, con il figlio Rafi, la sorella nella neonata Israele, dove fu assunta come docente di pianoforte al Conservatorio di Gerusalemme.

Nel 1986 si è trasferita a Londra dove tutt’ora risiede, a 110 anni, suonando ancora quotidianamente il pianoforte (foto a sinistra).

L’incredibile storia della sua vita viene ripercorsa in “Alice 88 tasti nella storia”: un vero e proprio concerto teatrale, in cui i linguaggi della musica e del teatro si fondono e confondono, unendo la forza espressiva di note e parole. La scena è riempita solo dalla presenza di un’attrice, di tre musiciste e dei loro rispettivi strumenti, un pianoforte, un violoncello e un flauto. Le interpreti sono tutte Alice: qui, come nella cornice perfetta e composta di un concerto da camera, fa capolino la storia vera di questa donna.
“Ognuna di noi è una “faccia” di Alice – spiega a Mosaico Sonia Colombo, autrice del testo e attrice dello spettacolo -: la madre, la musicista, la donna, la figlia, l’amica, la sorella”.

A fare da sfondo, la ricca storia del’900 – con intellettuali come Franz Kafka, amico di Alice, e molti altri nomi noti di cui si parla nello spettacolo -, ma anche quella tragica della guerra e della Shoah, con il campo di Terezin in primo piano.

La musica, eseguita rigorosamente dal vivo, si fa protagonista della vicenda: è la vera e propria arma di salvezza della protagonista contro le avversità della sua esistenza. Nella pièce, la musica (Chopin, Beethoven, Brahms, Schubert) non è mai mero sottofondo, ma è scelta e pensata nella sua funzione più genuinamente emozionale, quale fondamentale mezzo espressivo che colora e marca il ritmo dell’azione scenica.
Ma Alice 88 tasti nella storia non è solo il racconto di una storia, vera, del passato: è anche un importante insegnamento per tutti ad affrontare la vita con passione e forza. “Oltre a essere una splendida storia di amore per la musica e per la vita, la storia di Alice è anche di grande attualità – continua Sonia Colombo .- Anche oggi, in un momento di forte crisi come quello attuale, ci dimostra che l’arte può salvare dalle difficoltà e aiutare ognuno di noi a vedere il bello della vita, nonostante tutto”.

Clicca qui per ascoltare la trasmissione di Radio Classica dedicata allo spettacolo.

Dal 30 gennaio al 2 febbraio
Ore 21.00 (domenica ore 17.00). La compagnia Note di Quinta presenta lo spettacolo “Alice: 88 tasti nella storia”, Teatro Oscar, Via Lattanzio, 58.
Testo di Sonia Colombo, Regia musicale: Trio Farrenc, Regia teatrale: Laura Pasetti.
Convenzione per gli iscritti alla Comunità ebraica di Milano: riduzione del biglietto a euro 12,00 più 1,50 di prevendita anziché 25,50, presentando la newsletter del Bollettino.
Info: www.notediquinta.com