Henry Mechoulan – Gli Ebrei e l’inquisizione Spagnola – Ecig, pp. 234, 16,00

Libri

Henri Mechoulan è un importante storico del ‘600 e dell’ebraismo dell’epoca, in particolare. Non si può non essere lieti della traduzione di sue opere. Questo volume è dedicato ai cripto-ebrei nella Spagna del “siglo de oro”.
Cripto-ebrei o marrani ? All’inizio del suo libro Mechoulan dà un chiarimento lessicale molto opportuno:: il cripto-ebreo è un ebreo che ha subito il battesimo contro la sua volontà e tenta, segretamente di praticare la religione dei suoi antenati. A causa dell’intolleranza religiosa spagnola che viene descritta nel libro, il marrano è un convertito, forse sincero, ma che gli spagnoli percepiscono come un simulatore e a cui non accordano alcuna fiducia circa la sincerità della sua fede.
Cripto-ebrei, dunque. E Mechoulan, grazie alla conoscenza approfondita dei documenti dell’epoca è davvero un maestro nel descriverne le credenze, la condizione di segreto e di paura, il timore della delazione assieme alla necessità di trasmettere l’identità ebraica. E la presenza onnipervasiva dell’Inquisizione, con luce sinistra dei roghi (e prima, del carcere e delle torture) a fare da sfondo al suo operare.
Il volume non ha un taglio particolarmente specialistico o accademico, quindi cui risulta di accattivante lettura per chi abbia interessi storici su queste vicende. E Mechoulan riporta anche le vicende di alcuni processi a cripto-ebrei: storie diverse vicende diverse e finali quasi sempre prevedibili, anche se in qualche caso l’intervento di qualche potente poté aiutare i più  “fortunati” a scampare l’autodafé.
Una vicenda interessante, peraltro abbastanza nota, che l’autore racconta è quella di Lope de Vera Y Alarcon. Si tratta della storia di un giovane nato nel 1620 da una famiglia di “vecchi cristiani”, assolutamente inattaccabili dal punto di vista della limpieza de sangre. Il giovane era uno studioso di teologia eccezionalmente dotato, che, avendo appreso le lingue bibliche all’Università di Salamanca, si mise ad approfondire per conto proprio le tematiche dell’Antico Testamento. I suoi studi lo convinsero della veridicità dell’ebraismo e decise di seguire per quanto possibile le leggi di Mosè. Cercò di trovare dei cripto-ebrei e finì presto in carcere. Un giorno nascose un osso di pollo della sua razione di cibo, lo appuntì e si circoncise con esso. All’età di 26 anni fu condotto al rogo e spirò recitando il Salmo 25: “A te, Signore, affido l’anima mia”.
Sono presentate anche alcune grandi figure nate dal cripto-ebraismo, tra cui quella di Menasseh ben Israel e di altri cripto-ebrei che poterono finalmente tornare a professare liberamente la fede dei loro padri. Non in Spagna o in Portogallo, però, ma nella calvinista Amsterdam, che si era liberata con una guerra pluridecennale dalla oppressione politica e religiosa della corona spagnola. Qui, sulle rive dell’Amstel, poté essere edificato un ebraismo riconosciuto e rispettato “che deve tutto alle sofferenze e all’ostinazione dei cripto-ebrei che riuscirono a raggiungere questa oasi di pace, quella che verrà chiamata la Gerusalemme del Nord” . Il loro simbolo, dice Mechoulan, non può che essere la fenice, l’uccello che rinasce dalle sue ceneri e dalle ceneri dei roghi dell’Inquisizione.
p.s.: chi consulti l’indice non si lasci fuorviare da un grossolano errore tipografico nell’elenco dei paragrafi del II capitolo