«Cosa amo dell’ebraismo? Le benedizioni, la gratitudine, le ricorrenze… In esso c’è tutto»

Libri

Nella religione ebraica ha trovato valori in cui si identifica in toto. Intervista a Geraldine Brooks, autrice del nuovo libro L’armonia segreta

Geraldine Brooks
Geraldine Brooks

 

«Sono cresciuta in una famiglia cattolica. Mio padre era di sinistra e un sionista appassionato. Riteneva che il kibbutz fosse il modello ideale per una società giusta. Per quanto mi riguarda sin dall’adolescenza ero affascinata da tutto quello che riguardava l’ebraismo, leggevo soltanto libri sull’Inquisizione, sull’Olocausto o sulla crisi di Suez…».
Geraldine Brooks è una signora minuta e ricca di fascino. Nata in Australia nel 1955, in America è famosissima per i suoi libri che le sono valsi riconoscimenti e premi importanti, tra cui il Pulitzer Prize che ha vinto con il romanzo L’idealista (Neri Pozza 2005). Corrispondente di guerra per il Wall Street Journal, il New York Times e il Washington Post, oggi vive in Virginia (USA) con il marito Tony Horwitz, anche lui scrittore, e i due figli. L’abbiamo incontrata a Milano in occasione della presentazione del suo ultimo libro, L’armonia segreta, un’intrigante e inedita ricostruzione della storia di Re Davide e del suo tempo (Neri Pozza; pp. 304; € 18,00; traduz. di Massimo Ortelio). Le abbiamo rivolto alcune domande.
Perché si è convertita? Quando mi sono diplomata alla Columbia di New York City e mi sono innamorata del mio futuro marito, non ho dato peso al fatto che Horwitz fosse un cognome ebraico. Soltanto quando abbiamo deciso di sposarci ho realizzato che se non mi fossi convertita sarebbe stata la fine di una famiglia che era passata attraverso la Shoah, i pogrom russi e chissà quali altre tragedie. Mio marito è culturalmente ebreo e secolare: il suo bisnonno era un rabbino, suo nonno e suo padre erano medici… Così ho chiesto di convertirmi.
Cosa apprezza dell’ebraismo?
Nell’ebraismo c’è tutto. Apprezzo gli insegnamenti, le benedizioni, la consapevolezza di dover essere grati per tutto quello che abbiamo, le ricorrenze: sono momenti preziosi di condivisione con i propri cari e occasioni per riflettere… Ecco, m’identifico con tutto questo.
Perché ritiene la Torà fondamentale?
Mi piace la parola scritta, ogni lettera possiede un significato particolare. Penso che la Torà sia uno strumento importantissimo: ogni sabato commentiamo la parashà, che è di grande aiuto per comprendere la nostra essenza umana. La bellezza dell’ebraismo sta più nella domanda che nella risposta. La discussione è fondamentale, il dubbio è un diritto, non amo le certezze e il fanatismo. Ho lavorato in Medio Oriente, ho visto realtà diverse e compiere orrori in nome di Dio.
Come educa i suoi ragazzi?
Devono imparare ad assumersi le loro responsabilità, è una questione etica. Hanno tutto, non hanno problemi materiali, possono studiare, dunque devono restituire qualcosa. Mio figlio Nathaniel, vent’anni, in occasione del suo bar mitzwah ha eseguito con l’arpa l’Halleluya di Leonard Cohen. Devo a lui l’ispirazione per il mio ultimo libro e il titolo L’armonia segreta (The Secret Chord). Il mio secondo figlio, Bizuayehu, detto “Bizu”, tredici anni, è etiope. Bizu è molto dolce, quando viveva in Etiopia la situazione era terribile e un bimbo gli dava da mangiare. Dopo che l’abbiamo adottato, ha voluto restare in contatto con lui e adesso gli manda regolarmente del cibo e lo aiuta per gratitudine. Trasmettere i valori da generazione in generazione è fondamentale. In casa festeggiamo Rosh Hashanah, Kippur e Shabbat… Purim quando i ragazzi erano piccoli. Amo soprattutto Pesach.
E a proposito di assimilazione?
Ognuno deve essere libero di fare le proprie scelte. Io ci tengo moltissimo all’ebraismo, spero di cuore che i miei figli lo portino avanti….

 

Geraldine Brooks ha vinto il Pulitzer Prize con il romanzo L’idealista (Neri Pozza, 2005 e, col titolo March. Il padre delle piccole donne, BEAT, 2015). Tra le sue opere: Annus mirabilis (Neri Pozza, 2003; BEAT, 2014); I custodi del libro (Neri Pozza, 2009; BEAT, 2010); L’isola dei due mondi (Neri Pozza, 201; BEAT 2013). Già corrispondente di guerra per il Wall Street Journal, il New York Times e il Washington Post, Brooks è nata in Australia e vive oggi in Virginia, negli Stati Uniti.