Vivo successo per la sesta Giornata europea della cultura ebrai

Eventi

Ad Ancona, città capofila della sesta edizione della Giornata europea della cultura ebraica, la presenza del londinese Jonathan Joseph, presidente ECJC (una
delle tre organizzazioni europee dell’evento), ha dato subito ai presenti, al numerosissimo il pubblico e autorità al gran completo tra i quali per il
Governo Mario Baldassarri, viceministro dell’Economia – il senso europeo della manifestazione. Joseph, portando il saluto dei 30 paesi europei partecipanti alla giornata, ha sottolineato quanto gli ebrei possano essere considerati precursori del concetto contemporaneo di “europeo” grazie agli scambi di genti e commerci da loro promossi nell’intero vecchio continente.
L’importanza della manifestazione è stata sottolineata in tutta la penisola (45 le località partecipanti) da numerose presenze politiche alle
inaugurazioni, come quella a Venezia del ministro per i Beni e le attività culturali, Rocco Buttiglione, dei senatori Luigi Compagna e Loredana De Petris a
Roma, di Piero Fassino, segretario Ds, a Milano, oltre ai messaggi inviati al presidente dell’Unione delle comunità ebraiche Amos Luzzatto dal presidente della Camera Casini e da Romano Prodi.
Nelle 45 località della penisola la partecipazione del pubblico è stata già dai primi dati provvisori, maggiore degli anni passati superando le 45 mila
presenze (e in tutta Europa 120 mila), con un pubblico particolarmente numeroso nelle piccole comunità: 500 persone hanno visitato la sinagoga di Urbino e altrettante hanno partecipato
alla conferenza mattutina e al concerto pomeridiano di orchestrali del teatro San Carlo a Napoli. Questo giusto per fare due esempi.
Il tema dell’anno, “Saperi e sapori”, è stato particolarmente gradito dal pubblico che ha potuto scoprire tramite dibattiti e conferenze le
caratteristiche principali della cucina ebraica, sedendosi poi a tavola per gustare direttamente alcuni piatti della tradaizione ebraica. Dovunque la
curiosità è stata grande, accompagnata anche quest’anno da visite guidate alle sinagoghe, musei e siti archeologici. Numerose le pubblicazioni sulla
cucina edite proprio in occasione della giornata. Efficiente l’organizzazione generale curata dal dipartimento informazione (Dire) dell’Ucei, che ha trovato
una valida corrispondenza nelle organizzazioni locali delle singole comunità.
Tutte hanno dimostrato grande entusiasmo per l’evento, diventato ormai un appuntamento annuale dopo la pausa estiva.

Milano, 06/09/2005

Annie Sacerdoti

CLICCA QUI per visualizzare tutte le foto della giornata della Cultura.

La Giornata della cultura ebraica a Milano: un successo senza mezzi termini

Un successo, questo si è rivelata la giornata della cultura ebraica 2005. Alle 18 di domenica, dopo 8 ore di afflusso ininterrotto di pubblico, si vedevano sorridere organizzatori, conferenzieri, standisti e il responsabile per la sicurezza nel pomeriggio tirava le somme “Secondo noi, non meno di 2500 persone sono venute oggi alla sinagoga di via Guastalla”. Che la giornata sarebbe andata bene lo si era capito fin dalle 10, con una coda di interessati fuori dal cancello ancor prima dell’apertura e subito il pienone nella prima visita guidata di Daniela Di Veroli (apprezzata come sempre). Anche l’avvio delle conferenze è stato senza dubbio promettente con il nuovo Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib che ha parlato di “Mangiare un’idea” di fronte a una Sala Jarach gremita. Da quel momento, il flusso non è cessato, e tutte le iniziative hanno riscontrato interesse. Il dato ancor più positivo è che i visitatori si sono trattenuti ben più a lungo rispetto alle ultime edizioni, merito soprattutto dell’interesse cha ha riscontrato la fiera gastronomica. Tutti e tre i banchi che offrivano cibo (Falafel House di Doron Cohen, Delicatessen di Pola Makhnouz e Pimento delicatering di Laura Liberanome e Afhsin Kaboli) erano assediati dal pubblico, finendo per servire in tutto circa 1000 persone, di cui alcune hanno mangiato sul posto, altre hanno portato a casa il cibo che era spesso stato preconfezionato. E ciascuno di quei tre banchi ha cercato non solo di vendere cibo ma di mandare assieme un messaggio culturale, di conoscenza delle nostre tradizioni, con una formula che è piaciuta.
Si è andata così formando una piccola folla nel cortile della Sinagoga Centrale, che ha avuto il tempo di valutare i libri, le litografie e l’altro materiale offerto sugli altri stand, e di acquistarne in buona quantità. Grande interesse hanno riscosso i libri di cucina, soprattutto quelle della Sig.ra Rundo e della Sig.ra Tammam Vaturi, ma anche libri di informazione generale sull’ebraismo e sulla kabbalà, hanno detto sia la Lulav Editrice che la Libreria Claudiana.
E poi le note positive, le conferenze, dopo quella di rav Arbib, sono state seguite con attenzione, pomeriggio incluso e il tutto senza intoppi né da parte della sicurezza (anche se viviamo un momento non esattamente tranquillo) né di natura tecnica. Senza dimenticare che il Teatro delle Erbe era esaurito per lo spettacolo serale tratto dal libro “Il Processo di Shamgorod” di Elie Wiesel e la regia di Miriam Camerini che ha dato prova di grande professionalità.
A consuntivo è evidente che arricchire il programma della Giornata è una scelta che paga: l’esperimento delle conferenze, partito una anno fa, è ormai divenuto una prassi, così come lo deve diventare la fiera gastronomica. Allo stesso modo, il maggior sforzo pubblicitario (più articoli sui giornali, più volantini, più locandine) è fondamentale, e ha dato i suoi frutti anche perché il tema scelto (la cucina) è interessante, e perché era una bella giornata, che invogliava ad uscire di cassa.
Ovviamente rimangono un gran numero di aree da migliorare, a partire dagli spazi. Il cortile della Sinagoga Centrale non è adatto a una fiera gastronomica, non ci sono posti a sedere, lo spazio è insufficiente e anche brutto esteticamente: ci sono delle ovvie questioni di sicurezza da affrontare, ma qualche soluzione andrebbe trovata. E non sarebbe male mantenere i contatti con le persone che hanno voluto partecipare.