Schulim Vogelmann e la Schindler’s List

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Tra i 1117 nomi dell’elenco della Schindler’s List c’è anche quello di un italiano, Schulim Vogelmann. La scoperta è recente ma è ora certa, dopo l’apertura ai ricercatori del più grande archivio sui crimini del Terzo Reich di Bad Arolsen.
Nella lista si legge. “39.Ju.Ital.69l77VogelmarmSzulim28.4.O3Buchdrucker—Meister”. Dunque la dicitura particolare: “Ju.ltal”, ebreo italiano.


Schulim Vogelmann era nato in Galizia orientale (Polonia) nel 1903 ed è morto a Firenze nel 1974. Con la famiglia trasferitasi a Vienna, a soli 15 anni, il ragazzo Schulim decise di andare in Palestina per arruolarsi come caporale nell’esercito britannico. Tornato in Italia, Schulim andò a vivere a Firenze, dove il fratello insegnava il Talmud nel Collegio rabbinico; in questa città venne assunto come compositore a mano dal libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, proprietario della Tipografia Giuntina. Ne divenne in breve il direttore della tipografia, pubblicando il celebre L’amante di Lady Chatterley dopo che David Herbert Lawrence aveva scelto il suo marchio per stampare la prima edizione italiana del libro. Vogelmann, ormai adulto, si sposò con Annetta Disegni, figlia del rabbino di Torino, dalla quale ebbe una bambina: Sissel, “dolce” in yiddish.
Furono, quelli di prima della guerra, anni sereni per la famiglia Vogelmann.

Nel 1938 il fascismo promulgò le leggi razziali e dopo l’8 settembre 1943 con l’avanzata tedesca, Schulim, Anna e Sissel cercarono di fuggire in Svizzera. Al confine furono però arrestati dalla polizia repubblichina. Il 30 gennaio 1944, con altre 604 persone rinchiuse nel carcere di San Vittore a Milano, vennero caricati su carri coperti di teli e portati alla Stazione Centrale dove dal Binario 21 partirono verso Auschwitz. Sissel aveva 8 anni. Il viaggio durò sette giorni. All’arrivo le donne con i bambini furono subito avviati alle camere a gas.

Schulim si salvò perché considerato dai nazisti utile per la sua capacità di tipografo e “falsario”. I nazisti volevano infatti mettere in crisi la Banca d’Inghilterra e tentarono anche con quella d’America, falsificando le banconote. Iniziarono infatti a stampare sterline false. Lo fecero a Sachsenhausen, e a Plaszow dov’era prigioniero appunto Schulim. Grazie anche alla lista di Schindler si salvò.

Tornato a Firenze senza più moglie e bambina, Schulim Vogelmann riprese il lavoro nella Tipografia Giuntina, diventandone proprietario. Si risposò con Albana Mondolfi, vedova e madre di un bambino di 8 anni, Guidobaldo. Nel 1948 nacque Daniel, l’attuale animatore della Giuntina.

Daniel Vogelmann dice di aver scoperto la storia del padre solo dopo l’uscita del film sulla Schindler’s list. Suo padre non aveva infatti mai voluto parlare della sua esperienza. Oggi ne ha la conferma definitiva.

Schulim Vogelmann riposa ora al cimitero di Firenze. Sulla lapide, il figlio Daniel ha voluto che fosse impresso, a ricordo perenne, il numero di prigionia che suo padre aveva tatuato sul braccio: 173484. Daniel non ha mai dimenticato la sorellina Sissel, morta prima che lui nascesse. E a lei ha dedicato un piccolo volume di poesie, minuscolo ma struggente.