Concerto al Conservatorio

Giorno della Memoria, al Conservatorio va in scena il concerto e spettacolo ‘Destinatario sconosciuto’

Eventi

di Roberto Zadik
Come ogni anno da diciotto anni, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi a Milano, il 27 gennaio, si tiene il tradizionale e affollato Concerto per il Giorno della Memoria. Novità di quest’anno, l’intensa rappresentazione teatrale a due voci “Destinatario Sconosciuto” interpretata e diretta da Rosario Tedesco e recitata da lui assieme a Pasquale Di Filippo.

L’iniziativa, come di consueto ha richiamato una vasta presenza di autorità e istituzioni in un’atmosfera intensa e partecipe. In ambito ebraico hanno partecipato all’evento i presidenti comunitari Besso e Hasbani, il Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib,  al vicepresidente del Memoriale Roberto Jarach, assessori e consiglieri comunitari, per arrivare a esponenti della politica milanese, come il consigliere comunale Lipparini, in vece del sindaco Sala, al presidente dell’Anpi provinciale di Milano Roberto Cenati, premiato da Hasbani, da Rav Arbib e da Besso (nella foto) che gli hanno consegnato una targa di riconoscimento per “il suo impegno costante contro il razzismo e l’antisemitismo” come ha sottolineato Hasbani prima di conferirgli il premio. Tanti eventi per una serata  suddivisa fra interventi, musica e monologhi teatrali, organizzata da Lydia Cevidalli, in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah, il Conservatorio, il Cdec, la Comunità ebraica di Milano e Gariwo. A introdurre il tutto i saluti e i discorsi di vari personaggi di spicco della cultura e della politica.

Il presidente del Conservatorio Ralph Fassey, in apertura di serata, ha ricordato l’importanza del Concerto in concomitanza con l’80esimo anniversario dall’emanazione delle Leggi Razziali e “l’emozione di condurre questa serata su un palco e in un edificio che era stato bombardato e distrutto nel 1943 e sono molto contento di vedere che questa città risponde sempre molto bene sul tema della Memoria”.  A questo proposito il Maestro Maggi ha ricordato quanto sia importante combattere l’indifferenza e noi usiamo come vaccino la musica e la passione per il bello e il buono”.

Notevoli anche i vari interventi, dal Presidente del Memoriale della Shoah, Ferruccio De Bortoli, al Direttore del Cdec, Gadi Luzzato Voghera, al Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib. Nel suo discorso De Bortoli ha espresso grande soddisfazione per il completamento “dei lavori del Memoriale che grazie al sostegno della Regione Lombardia e del Ministro Franceschini stanno finalmente giungendo al loro completamento.” Il giornalista ha confermato la sua soddisfazione per “un luogo che costantemente viene visitato da un gran numero di persone e di studenti e che si è rivelato molto utile anche in momenti di forte emergenza come l’arrivo dei migranti ospitandoli al suo interno”. “Sono giorni importanti” ha detto De Bortoli “con il riconoscimento dato a una grande donna come Liliana Segre (il titolo di senatrice a vita, ndr) e il discorso del presidente Mattarella. Dobbiamo essere orgogliosi di un Presidente dotato di una sensibilità così elevata”.

Fra i discorsi, Luzzato Voghera, Direttore del Centro di Documentazione ebraica, ha messo in luce le ambiguità e le atrocità del Regime Fascista e delle Leggi Razziali. “Poco prima della promulgazione di quelle Leggi, il Governo Mussolini – ha detto – aveva assicurato di non prendere nessun provvedimento sfavorevole agli ebrei, ma poi bruscamente ha cambiato idea con gli efetti devastanti che tutti hanno visto”. Nonostante “sarebbe troppo lungo elencare il testo di queste Leggi” ha detto  Voghera “vi faccio un breve esempio. Il 18 giugno 1940 una di queste Leggi proibiva agli ebrei l’accesso a qualsiasi professione culturale o legata alle arti e al mondo dello spettacolo. Gli ebrei da allora non poterono più esercitare le professioni di attori, registi, e intellettuali. Fu terribile ma dobbiamo vigilare anche sulla situazione attuale e ricordarci che questo potrebbe accadere anche oggi”.

Rav Arbib: “Attenzione all’antisemitismo di oggi”

Molto importante anche il discorso del Rabbino Capo, Rav Alfonso Arbib, che ha ricordato la difficoltà “di questo momento storico davvero complicato dove assistiamo a rigurgiti di fascismo, xenofobia e razzismo in Europa ma soprattutto a un pericoloso antisemitismo di matrice islamista. Lo scorso 9 dicembre abbiamo assistito a un fatto di estrema gravità. In Francia poi violenze e episodi di intolleranza avvengono quasi quotidianamente ormai”. Nel suo intervento il Rabbino Capo citando la parashah settimanale di Beshallach ha sottolineato che questo è il momento di agire, come hanno agito gli ebrei usciti dall’Egitto, senza tentennamenti. Il Rabbino Capo da ultimo, citando un testo importante come “Storia dell’antisemitismo” dello storico ebreo russo Leon Poliakov  ha evidenziato i rischi dell’antisionismo “che quasi sempre è una maschera che nasconde l’antisemitismo e che c’è sempre stato ma ora sembra più vivo che mai. Per questo dobbiamo tenere gli occhi ben aperti”. Successivamente è toccato alla musica e allo spettacolo.

Lo spettacolo

Applausi per il duetto di due bravi attori come Rosario Tedesco e Pasquale Di Filippo che con “Destinatario sconosciuto” hanno messo in scena sul palco del Conservatorio la corrispondenza di lettere fra due amici, Martin Schulse, tedesco e divenuto poi pubblico ufficiale di Hitler, e il suo connazionale ebreo Max espatriato che gli scrive dall’America dove è emigrato in cerca di fortuna. Un testo appassionante  scritto da Katherine Kressman Taylor e rappresentato con grande efficacia dai due interpreti e che vede il progressivo e inesorabile deteriorarsi del loro legame e della sorte degli ebrei in Germania e nel mondo. Il libro realizzato nel 1938 è diventato solo recentemente, nel 1999, un best seller in seguito alla traduzione in inglese, ma per più di sessant’anni rimase totalmente nell’ombra. A fornirne la versione teatrale ci ha pensato questo avvincente spettacolo interpretato da due validi attori come Rosario Tedesco, che nella sua carriera ha recitato opere di Goldoni,Pasolini e di Kafka e  Paquale Di Filippo. In conclusione è stata la volta della musica. Prima con le musiche dello spettacolo, da Mozart a Klein a Weber poi col coro di voci bianche “Gaffurio” diretto da Edoardo Cazzaniga e alla fine con brani della tradizone ebraico sefardita. Un registro musicale pregiato, eseguito a due voci dal soprano Lucia Conte e dal tenore Alessandro Tamiozzo e tratto da Ravel e le sue “Melodie ebraiche”, dalle Canzoni sefardite del compositore novecentesco spagnolo Joaquin Rodrigo, sposato con un’ebrea turca che lo ispirò notevolmente e del compositore ebreo turco Alberto Hemsi autore della versione musicale del Salmo “Michtam Le David”e dell’opera “Coplas Sefardies”.