Le sculture poetiche di Lele Luzzati in una mostra-asta il 4 dicembre

Arte

di Redazione

Una scultura in ceramica tonda che raffigura i tre Patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe con, in alto, come a incoronarli, la figura di Mosè. Dal sacro al profano: ecco allora un tondo in ceramica che ci traghetta immediatamente nel mondo fiabesco dei tarocchi o delle favole classiche come Pelle d’Asino o La Bella e la Bestia. E ancora vasi e orci a disegni vivaci e unici. I colori, le forme, la gioia di esistere e di creare.

È una delle innumerevoli declinazioni della polimorfa creatività di Lele Luzzatti che vedremo in mostra nella serie eccezionale di opere e sculture (piatti, vasi, ceramiche…), che andranno in asta martedì 4 dicembre a Milano alle ore 15.00 in via San Marco 22 a Milano, nella sede di Cambi Casa d’Aste, un’occasione per riscoprire il talento di questo artista.

(m.arosio@cambiaste.com T. +39 0236590462, M. +39 337696590. A partire da venerdì 30 Novembre fino a lunedì 3 Dicembre saranno in mostra accanto alle ceramiche di Lele Luzzati, anche un gruppo di ceramiche create dai migliori artisti del ‘900 italiano e che si confrontano con le opere d’arte moderna. L’esposizione sarà aperta con orario continuato dalle 10.00 alle 19.00).

«Sono da sempre innamorato di Emanuele Luzzati, fin da quando mia madre me ne parlava da piccolo quando, frequentando l’Accademia di Brera, lei conobbe Luzzati che divenne uno dei suoi maestri. È sempre stato per me una presenza familiare e amata. Queste che oggi propongo sono ceramiche uniche e speciali di una delle più grandi menti creative del XX secolo italiano. Senza contare che poi la base d’asta da cui partono è davvero bassa», dichiara il curatore Marco Arosio, Direttore del dipartimento di Vetri di Murano e Arti Decorative del XX secolo di Cambi Casa d’Aste.

«Di fronte alle sue opere si ha quasi sempre l’impressione di finire mani, piedi e pensieri dentro un sogno», diceva di Luzzati Giorgio Strehler. Scenografo per il teatro di prosa, lirica, danza in tutti i più grandi teatri, ha lavorato per i più grandi registi del mondo. Artista-artigiano tra i più significativi del Novecento italiano, erede di una cultura che seppe fare della manualità l’espressione più alta del pensiero immaginativo, Luzzati scappò in Svizzera per sfuggire alle Leggi Razziali del 1938 e a Losanna frequentò l’Accademia di belle Arti.

Nella sua arte e nelle sue opere, il geniale artista-artigiano genovese nato nel 1921 e morto nel 2007 è stato in grado di interpretare una cultura figurativa abile e colta, sensibile alla sperimentazione e all’utilizzo di qualsiasi forma di materiale e supporto, dallo smalto alla terracotta, dagli arazzi all’incisione, dai collage alla cartapesta fino alle scenografie, ai bozzetti, alle illustrazioni, ai costumi di scena o agli allestimenti per le grandi navi. Il suo stile personale, l’ironia gentile e colorata dei suoi lavori, la vivacità del suo mondo fantastico, hanno incantato intere generazioni di italiani che ancora oggi lo ricordano con affetto, specie coloro i quali lo conobbero a Milano quando per un periodo insegnò a Brera.

Nella foto in alto: Marco Arosio