Scuola e assistenza, il modello ebraico

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“Rischiamo di gettare al vento un patrimonio di conoscenze e di slanci di solidarietà. Rischiamo di perdere terreno sul campo dell’educazione dell’assistenza, della difesa dei valori della famiglia. Grazie a voi per aver mantenuto, nell’ambito della vostra comunità, molti di questi elementi preziosi”. L’assessore all’Istruzione, alle politiche sociali e alla famiglia Mariolina Moioli ha usato parole chiare accogliendo nel suo ufficio i rappresentanti della Comunità ebraica di Milano per un incontro dedicato alle problematiche della scuola e dell’assistenza. L’esponente della Giunta Moratti è a capo della struttura che controlla le importanti attività sociali nel Comune di Milano, un modello di efficienza e di investimento a livello nazionale. “Se qui da noi ci lamentiamo delle cose che non vanno – ha detto – dobbiamo ricordarci che sul fronte del sociale in realtà stiamo facendo moltissimo. Milano investe il triplo di quello che può permettersi di fare un’amministrazione come quella napoletana. E gli effetti tutti li possono constatare sulla qualità della vita dei cittadini”.
La delegazione della Comunità ebraica di Milano era formata dal presidente Leone Soued, dal vicepresidente e responsabile delle politiche dell’assistenza Avram Hason, dall’assessore alle scuole Michele Boccia e dell’assessore alla cultura Sara Modena. Molte le richieste sul tappeto, molti gli spunti di confronto e di discussione. Proprio in una stagione in cui la collettività che ci circonda affronta con l’apertura di istituti vicini alle esigenze della popolazione islamica le problematiche, le Scuole ebraiche di Milano sono in luce perché costituiscono un modello ben collaudato di servizio alle minoranze e al tempo stesso un modello di pluralità e di tolleranza, un arricchimento per la società circostante e una difesa delle radici di una componente minoritaria ben radicata nella vita della città.
Alla stato attuale sono quasi 600 i ragazzi milanesi che frequentano l’istituto scolastico della Comunità, senza contare quelli che studiano nelle altre scuole ebraiche autonomamente avviate nell’ambito dell’ebraismo milanese. Se il servizio è apprezzato, anzi costituisce un modello importante anche per il funzionamento della realtà milanese nel suo complesso Fra le diverse istanze prospettate all’assessore e alla Giunta che governa la metropoli lombarda dall’assessore Boccia la possibilità di trovare una collaborazione da parte della struttura pubblica per sostenere gli alti costi del trasporto degli alunni. La crescita urbanistica della città e la polverizzazione della popolazione ebraica in diversi poli distanti fra loro, infatti, costituiscono una minaccia per la coesione interna di una minoranza e rischiano di scoraggiare la partecipazione delle famiglie più distanti alla sede scolastica. D’altro canto la Comunità sostiene enormi costi di gestione del servizio di trasporto.
Altri temi evocati nell’incontro sono quelli della necessità di una manutenzione straordinaria della struttura scolastica, e quello di trovare strutture adeguate per le attività ricreative giovanili.
L’incontro, che ha fatto seguito a quello delle scorse settimane fra il presidente Soued e il sindaco Moratti, ha avuto ovviamente un carattere interlocutorio. Ai molti interrogativi e alle diverse istanze illustrate, di conseguenza, non sono seguite risposte definitive. Ma il colloquio ha costituito un’importante occasione per gettare ponti e imprimere una svolta nelle relazioni fra Comunità e pubbliche istituzioni.
Dopo un’introduzione generale del presidente sulle peculiarità e sulle problematiche che la Comunità ebraica milanese si trova ad affrontare, il vicepresidente Hason ha illustrato all’assessore Moioli l’impegno comunitario sul fronte dei servizi sociali.
Anche in questo caso il modello e il livello di impegno della Comunità su tematiche tanto delicate e tanto avvertite è stato considerato dall’esponente della Giunta comunale come un esempio da seguire e da tutelare.
“C’è una grande sfida che ci accomuna – ha affermato l’assessore Moioli – l’appuntamento che sia come amministrazione comunale che come comunità minoritarie ci troveremo di fronte è quello di affrontare il prossimo decennio mantenendo i livelli di assistenza e di istruzione che siamo capaci di offrire. I costi che la collettività affronta sono quasi insostenibili e l’invecchiamento della popolazione, la difficile gestione dei flussi migratori, rendono le cose molto difficili. Ma riuscire ad invertire la tendenza alla sfiducia e riuscire a comunicare alla collettività quanto è importante investire sull’educazione e sull’assistenza, è il nostro dovere e il nostro motivo di essere”.