Consiglio del 7 maggio: la scuola prima di tutto

di Fiona Diwan

Un piatto ricco quello presentato nell’ultima seduta di Consiglio del 7 maggio 2013, che ha visto la massiccia presenza di uditori e consiglieri, 17 presenti, assenti solo Claudia Terracina e David Nassimiha. In un clima fattivo, che ha dato conto del lavoro di ciascun gruppo di lavoro, sono stati spiegati i progetti messi a punto dalla Commissione Scuola (composta da Daniele Schwartz, Davide Hazan, Guido Osimo, Raffaele Turiel e Marco Grego) – scuola che, di fatto, è stata al centro della seduta di Consiglio. Ma andiamo con ordine. In incipit di serata, hanno preso la parola Rosanna Biazzi e Joyce Anter del “Volontariato Federica Sharon Biazzi”, un associazione-modello che svolge un lavoro meritorio nel sostegno agli anziani, mettendo a disposizione quattro auto con relativi autisti per accompagnare i nostri nonni o vecchi genitori con problemi di autonomia, ad esempio per accompagnarli a fare analisi del sangue o visite mediche, andando nelle case dove c’è bisogno di lenire la solitudine, negli ospedali a consegnare i pasti kasher, in casa di riposo ad aiutare chi ne ha necessità. Un’esposizione, quella di Rosanna Biazzi, asciutta e senza retorica, che dà conto di un impegno fatto sempre in modo low-profile, 13 anni di volontariato autogestito e auto-sovvenzionato per un’associazione che è diventata un punto di riferimento non solo per il mondo ebraico ma anche per l’intera Città di Milano, un modello di organizzazione e capacità di erogare servizi, spesso e volentieri coinvolta anche dalle ASL e dalle parrocchie.
Ha preso poi la parola Pier Giorgio Segre per la Fondazione Scuola illustrando lo stato dei lavori dell’organizzazione del prossimo evento Alumni del 2 giugno, tra le 1000-1500 persone invitate a partecipare alla maxi rimpatriata di 70 anni di scuola ebraica milanese, da via Eupili a oggi. Previsti gazebo per la pioggia, cinque catering diversi, una lezione di letteratura italiana della professoressa Paola Sereni (un amarcord richiesto a grande maggioranza dagli ex liceali). Ma Alumni non sarà solo un momento di festa: attraverso questa Associazione di ex alunni prenderanno il via borse di studio, premi, un’attività di networking e diffusione della visibilità della Scuola di Milano. Obiettivi ambiziosi, tutti volti a rilanciare in modo sostanziale la nostra Scuola ma anche a riavvicinare al mondo comunitario chi se ne è allontanato negli anni. Fino ad ora 500 le conferme. Figure di raccordo tra la Fondazione Scuola e la Comunità, Avram Hazon, Milo Hasbani e Daniela Ovadia hanno preso la parola per sottolineare un problema organizzativo davanti a cui ci si scontra periodicamente: «Chiediamo un tavolo di confronto e coordinamento per evitare sgradevoli sovrapposizioni e duplicazioni. Ad esempio, per accedere ai bandi pubblici; dobbiamo evitare che ci si muova in troppi ed evitare che si faccia un doppio lavoro. Il fund raising istituzionale va fatto insieme, chiediamo di unire le forze ed evitare gli scollamenti».«La sinergia tra Assessorato e Fondazione Scuola è oggi totale ed eccellente, anche se certamente vanno migliorati degli aspetti di coordinamento», spiega l’Assessore Daniele Schwartz e puntualizza poi Raffaele Turiel che «in effetti va trovata una formula per interagire al meglio». «Coordinarci sul fund raising è fondamentale», commenta l’Assessore al Bilancio Raffaele Besso mentre, sottolinea il coordinatore del Consiglio Simone Mortara, «ci vuole più comunicazione interna anche tra noi, mettere a fattore comune i progetti e giungere sempre alla sintesi di Giunta che è poi quella che, alla fine, decide sui piani di fattibilità delle proposte».
Al centro del dibattito, le numerose proposte della Commissione Scuola: partnership con altre scuole ebraiche italiane ed europee, irrobustire lo studio delle lingue straniere (vedi inglese ed ebraico), digitalizzazione, impegno totale sul fronte del marketing e della comunicazione. «La scuola ha bisogno di essere comunicata in modo professionale e sistematico, ci vuole una figura dedicata, un marketing manager, che sia anche in grado di dare nuovo slancio al business e quindi di trovare strategie per aumentare il numero di ragazzi iscritti», spiega Daniele Schwartz. «Dobbiamo prendere esempio da scuole come quella ebraica di Roma, creare sinergie con le Università israeliane, puntare su un progetto Erasmus tra licei ebraici per la classe quarta del nostro liceo», conclude l’Assessore. Fulcro dell’intera strategia è il progetto di digitalizzazione, il quale prende le mosse dagli obblighi di legge che prevedono, a partire dal prossimo settembre, la necessità di gestire in modalità elettronica il registro dei voti dati ai ragazzi dai professori e la loro relativa comunicazione ai genitori, fino a una informatizzazione a 360 gradi, che investa tutti gli aspetti della vita scolastica, ivi compresa la didattica, creando anche dei blog per dialogare coi professori (a quando la possibilità di fare lezione anche via Skype o collegandosi on line con corsi o lezioni specifici?). Una svolta radicale nel modo di fare scuola, in collaborazione con l’Università Bicocca, che implicherà anche la necessità di un forte impegno in materia di infrastrutture, dalla formazione degli insegnanti alla messa a punto di reti wireless e strumenti adeguati, come spiega Davide Hazan, dicendo che proprio quest’ultimo aspetto ha creato dei problemi nell’implementazione del Progetto Tablet – tablet che furono forniti all’inizio dell’anno scolastico ad alcune classi dalla Fondazione Scuola. «Il mio esempio è stato il Collegio Villoresi di Monza, una realtà-modello, performante e avanzata, a cui guardare». I costi? Si aggirano intorno ai 100 mila euro: 60 mila per le licenze, il software, l’adeguamento della rete wi-fi e il cablaggio, il canone per la rete secondaria; 26 mila per le LIM; 20 mila per la formazione dei docenti. A tutto questo si dovrà aggiungere il costo dell’eventuale direttore amministrativo. «Ma attenzione: se è vero che dobbiamo perseguire la strada di una scuola informatizzata, altrettanto vero è che ciò va fatto SENZA MAI prescindere dalla didattica e insieme all’intero corpo insegnante», conclude Davide Hazan.
Guido Osimo ha poi velocemente spiegato la collaborazione con il British Council per il rafforzamento dell’inglese (costo annuo dell’intero progetto è di 30-35 mila euro), che partirà con la prima e la seconda elementare nel prossimo settembre. Ancora da rifinire invece il rafforzamento dell’ebraico sempre a partire dalle elementari, progetto messo a punto con la Levinsky International School di Tel Aviv. Inoltre, per concludere, è allo studio la possibilità di favorire un anno all’estero per gli studenti meritevoli di quarta superiore, e un sistema di valutazione e premiazione del merito per il corpo docente. Molto sentito l’intervento di Raffaele Turiel, che ha sottolineato la necessità di trovare una figura ad hoc «un profilo non banale da cooptare per gestire tutto ciò che ha a che vedere col marketing della Scuola e che è al di fuori dalla didattica. Senza contare poi un lavoro di comunicazione che, per essere gestito, ha bisogno di un grande impegno. Per animare il sito della Scuola e renderlo vivace; per gestire una newsletter periodica rivolta ai genitori e comunicare in modo regolare con la stampa ebraica; per creare un circuito Erasmus nelle scuole ebraiche che oggi non esiste ancora».
Infine, un rapido aggiornamento sulla situazione finanziaria della Comunità, nelle parole dell’Assessore al Bilancio, Raffaele Besso: lo stato dell’arte su donazioni ed eredità, sulla riduzione dei tassi e sull’avvenuta vendita di un immobile di proprietà comunitaria in zona De Angeli. A fare il punto sul fronte dei giovani è stato Gad Lazarov: positivo il bilancio della messibà organizzata per raccogliere fondi a favore dei movimenti giovanili Benè Akiva e Hashomer Hatzair (richiesto anche un piccolo finanziamento da parte della Comunità a favore dei loro campeggi estivi e del progetto Taglit, il viaggio di dieci giorni in Israele per giovani che non ne hanno la possibilità) e la concessione dei locali della scuola per il Congresso straordinario dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia dal 17 al 19 maggio. A buon punto, infine, la ricerca di sponsor per il progetto del Festival dello Shabbat previsto per fine settembre a Milano, che l’assessore alla Cultura Daniele Cohen ha auspicato di poter presto presentare nei dettagli («ci fa ben sperare l’interesse di molte istituzioni milanesi motivate a sponsorizzare l’evento, e fino ad oggi i contatti avviati sono positivi»). Cohen ha portato in Consiglio anche il messaggio di solidarietà di Roberto Cenati, presidente della sezione milanese dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani in seguito alle manifestazioni di antisemitismo che hanno avuto luogo negli scorsi giorni in Ungheria (era presente in sala il vicepresidente UCEI Roberto Jarach, con notizie di prima mano dal World Jewish Congress di Budapest). L’impressione finale è che dalla seduta di Consiglio del 7 maggio emergano, in definitiva, importanti richieste di un extra budget. Alla prossima Giunta l’ardua sentenza.