Comunicare, spiegare, accogliere. Le sfide della Comunità

Un Consiglio denso di interventi, argomenti e novità, quello di martedì 12 novembre. Ospite Gabriele Nissim, invitato su proposta del vicepresidente Daniele Cohen per raccontare l’attività di Gariwo, Foresta dei Giusti, (QUI il suo intervento) l’ordine del giorno prevedeva anche una precisazione concernente la Fondazione per la Scuola; l’approvazione della tempistica relativa al Bilancio Preventivo 2014; il reintegro della Giunta dopo le dimissioni da assessore alla Comunicazione di Joseph Menda; il resoconto delle attività del Talmud Torà comunitario da parte dell’assessore al Culto Rami Galante. Poi un aggiornamento da parte di Raffaele Turiel, responsabile dell’UCEI sul tema scuola. Per finire, un resoconto degli ultimi avvenimenti mediatici che hanno coinvolto la Comunità (il “caso Moni Ovadia” e quello “Berlusconi e figli” con relativi interventi).

Guidata da Simone Mortara, coordinatore del Consiglio, la seduta si è protratta fino alle ore piccole della notte. Presenti tutti i consiglieri, tranne Davide Hazan, Ruben Gorjan, Joseph Menda e Daniele Schwarz. L’assenza degli ultimo tre, che si protrae da tempo, pur nota e motivata, ha dato al presidente Walker Meghnagi l’occasione di specificare, a norma di statuto, che dopo un colloquio con i tre presenterà mozione di decadenza. È importante che il Consiglio sia infatti operativo in tutta la sua composizione.

Dopo l’intervento di Gabriele Nissim, si è passati al secondo punto all’ordine del giorno, presenti per la Fondazione Scuola Marco Grego, Antonella Jarach e altri, Walker Meghnagi, correggendo alcuni dati presentati nel corso del Consiglio del 28 ottobre scorso, ha ringraziato la Fondazione, il presidente Grego e i consiglieri per aver dato, nell’ultimo anno scolastico, la possibilità di accettare a scuola alunni che non avrebbero potuto pagare la retta, attraverso borse di studio e contributi  che hanno raggiunto «una cifra importantissima, intorno ai 400.000,00  euro. Grazie per il lavoro che fate in momenti difficili come quelli che stiamo attraversando, dando sempre il più possibile, anche più che in passato. Mi scuso – ha precisato Meghnagi – se nel corso della seduta consiliare precedente è stato riportato un dato sbagliato. Aggiungo che devo ringraziare di cuore Milo Hasbani perché il suo modo di lavorare, l’abnegazione che riserva al suo impegno per la comunità, anche con i suoi contatti con la Fondazione Safra e altre cose, sono encomiabili».

Marco Grego ha accolto la rettifica del presidente Meghnagi. E ha detto: “La Fondazione Scuola ha versato nel 2012 € 290.565 pari al 13% del capitale mentre entro il  2013 verrà completato il versamento di 393.600 € pari al 18% del capitale. Queste cifre provengono sia dagli interessi del capitale sia dal fund raising. Per il futuro chiedo una maggiore chiarezza e ufficialità nel trasmettere le informazioni».

Il terzo punto all’ordine del giorno riguardava le dimissioni di Joseph Ico Menda da assessore alla Comunicazione. Il Consiglio ha votato e ha integrato la Giunta con il consigliere Guido Osimo. Ora sarà la Giunta a dover formalmente assegnare la delega. Sul punto degli assessorati, i Consiglieri hanno brevemente discusso sul fatto che alcuni incarichi fuori Giunta, come quello al Personale e ai Tributi, meriterebbero invece di essere assessorati a tutti gli effetti. Possiamo comunque dire che Osimo è il nuovo assessore in pectore alla Comunicazione. E in questa veste ha precisato: «Ho collaborato con Ico per parecchio tempo, soprattutto per la Comunicazione istituzionale con l’esterno e per il progetto di rinnovamento del sito e del Bollettino. Quando è stato chiaro che Ico non sarebbe tornato a breve, si è pensato a Ruben Gorjan, per il quale però si è presentato lo stesso problema di presenza. Quindi è stato fatto il mio nome. C’è un progetto sul rinnovamento del sito Mosaico, della Newsletter e del Bollettino. Inoltre abbiamo parlato anche della Comunicazione interna tra i dipendenti e della Comunicazione di supporto agli altri assessorati. Non ho le competenze di Ico, ma di segno diverso. Penso a un rinnovamento anche nello stile di comunicazione. Ho scritto sei punti fondamentali che vorrei presentare o in Giunta o al prossimo Consiglio».

Simone Mortara e Daniele Cohen hanno tenuto a precisare che «Il ruolo della guida editoriale dei media comunitari è del direttore del Bollettino e tale deve restare. Il Consiglio non ha e non avrà diritto a giudizi preventivi sulla pubblicazione e si esprimerà solo in caso di sfiducia».

Il direttore Fiona Diwan ha fatto gli auguri per il nuovo assessorato perché – ha detto – sentivo la mancanza di questo ruolo e ha ribadito la necessità di rinnovare in primo luogo la newsletter comunitaria.

Anche i consiglieri Daniele Nahum, Stefano Jesurum  e Claudia Terracina sono intervenuti sul punto, ribadendo l’autonomia dei media e la fiducia nel direttore che dovrà contribuire ai progetti.

La votazione per reintegrare la Giunta ha visto una scheda bianca, 13 voti per Osimo, 1 per Simone Mortara. «Sono molto contento – ha detto Walker Meghnagi –  per questo risultato che è segno di fiducia reciproca».

Successivamente si è passati a parlare dell’approvazione del verbale della seduta precedente, con una modifica riguardante la data della prossima Assemblea degli iscritti, anticipata dal 17 al 16 dicembre, per evitare la concomitanza con un evento organizzato dal KKL. All’ordine del giorno dell’Assemblea, l’approvazione del Bilancio preventivo 2014, alcune vendite immobiliari, la presentazione del progetto sul trasferimento ufficio rabbinico da via Guastalla a Scuola e il futuro del Tempio Centrale.

Il nuovo Talmud Torà comunitario è poi stato oggetto di una relazione dell’assessore al Culto Rami Galante. Partito il 10 novembre in due sedi, via Guastalla e Sally Mayer, conta un totale di 34 allievi, con 8 maestri. Tra gli iscritti ai corsi in Guastalla molti provengono da fuori Milano (21). Quest’anno è stata attivata anche una classe di asilo. L’anno scorso gli iscritti erano 25, senza asilo, solo in via Guastalla. Rav Arbib ha proposto a Rav Della Rocca di attivare anche un corso per i liceali, ma per il momento è solo un’idea.

Raffaele Turiel, responsabile Ucei per la Scuola, ha raccontato le ultime novità su quel fronte. Oggi, con il nuovo parlamentino dell’Unione, il lavoro vero avviene soprattutto nelle Commissioni, e in quella dedicata alla Scuola si lotta per trovare strategie e fondi che consentano la sopravvivenza delle 4 scuole ebraiche rimaste in Italia, Roma, Milano, Torino e Trieste. Sono in corso due progetti, uno per i bambini delle piccole Comunità e uno per studiare un curriculum unico nazionale per le materie ebraico e ebraismo. Un’altra ipotesi al vaglio è quella di istituire un liceo ebraico “breve”, di 4 anni, di cui oggi si parla a livello ministeriale.

Infine, si è aperto il dibattito sui due casi mediatici che hanno, nelle ultime settimane, coinvolto gli ebrei italiani e milanesi in particolare. Ovvero la dissociazione dalla Comunità di Moni Ovadia, annunciata con una intervista a Il Fatto Quotidiano e le dichiarazioni di Silvio Berlusconi che ha paragonato la situazione di pressione politico-giudiziaria, della quale sarebbero vittime i suoi figli, alla condizione degli ebrei sotto il nazismo.

In entrambi i casi è mancata una risposta comunitaria unitaria e ufficiale, ma commenti estemporanei del presidente Meghnagi e del consigliere Nahum sono stati ripresi da varie testate.

Il presidente Walker Meghnagi ha esordito dicendo che la cancellazione di Moni Ovadia, peraltro non ancora formalizzata, è stata motivata dall’amarezza per non essere stato coinvolto dal Festival Jewish and the City. Ma l’accusa più grave, cioè che la Comunità di Milano sarebbe l’ufficio di propaganda dello Stato di Israele, oltre ad essere falsa è pericolosa anche sul piano della sicurezza. Tuttavia, ha detto Meghnagi, “pur non approvando nulla di ciò che dice Ovadia, mi rammarico per aver detto a caldo che non era una grave perdita la sua cancellazione dalla Comunità, perché l’allontanamento anche di un solo ebreo è un fatto grave e doloroso”. Per questo, Meghnagi ha telefonato a Moni Ovadia, scusandosi per quella frase e ricevendo in cambio gentilezza e un ammorbidimento delle sue posizioni. Si sono lasciati con la promessa di un incontro chiarificatore, non appena l’attore tornerà a Milano. “Gad Lerner, invece, – ha commentato il presidente – ha rifiutato di incontrarmi”.

Anche Raffaele Turiel ha rilevato che la parole di Ovadia rappresentano un problema di sicurezza per la Comunità, mentre Claudio Gabbai ha rilevato che i due episodi hanno manifestato un problema di coordinamento e di tempestività nelle risposte che a volte la Comunità come istituzione è chiamata a dare. “Secondo me, il presidente con i due vice devono decidere e comunicare congiuntamente”, ha detto.
“Sul caso Ovadia – ha precisato Gabbai – è stato un errore non invitarlo al Festival. Se la pregiudiziale è davvero stata la sua posizione su Israele, deve essere garantita la libertà di critica”.
Secondo Gad Lazarov “I casi di interesse nazionale dovrebbero essere trattati solo dalla presidenza UCEI, rappresentante degli ebrei italiani. Per quanto riguarda la dissociazione di Ovadia, invece, devo dire che non è il primo caso, e nei suoi confronti c’è una specie di herem”.

Daniele Nahum ha raccontato di aver dibattuto con Gad Lerner sul suo blog per chiarire che ci sono differenze tra organi comunitari e iscritti. Che a Milano c’è libertà di dibattito. Sul caso Ovadia, si è rammaricato che suoi commenti su Facebook siano stati ripresi e trattati da dichiarazioni ufficiali, e che sia stato impossibile stilare un comunicato congiunto a causa di divergenze.
Ancora più gravi però – secondo Daniele Nahum- le dichiarazioni rilasciate al Messaggero dal presidente Meghnagi sul caso Berlusconi, perché sono entrate nel merito della situazione politica sulla quale non aveva titolo per intervenire. Va invece deciso al più presto un protocollo di comunicazione verso l’esterno. Opportuno e interessante sarebbe inoltre organizzare un dibattito sul tema Sinistra e Israele.

Claudia Terracina è intervenuta per ribadire che entrambi i casi sono ascrivibili alla ricerca di attirare l’attenzione dei media. “Come Comunità, dobbiamo intervenire solo se coinvolti direttamente. Alle dichiarazioni di Berlusconi doveva rispondere, come ha fatto perfettamente, solo Renzo Gattegna, presidente UCEI. L’intervista del presidente Meghnagi al Messaggero, così come è stata pubblicata, aveva contenuti gravi e inopportuni”.

Walker Meghnagi ha precisato di non confermare il contenuto dell’intervista a Messaggero. “Non ho mai detto quelle cose”, ha affermato.

Guido Osimo ha chiesto a Daniele Cohen come mai Ovadia non sia stato invitato al Festival; ha precisato che il dissenso verso Israele ha diversi gradi e ha ribadito che vanno studiate procedure efficaci e tempestive di comunicazione verso l’esterno.

Ha poi preso la parola Stefano Jesurum: “Non concordo in nulla con Moni Ovadia e poco con Gad Lerner. Ma mi sento di far parte di quelle persone che a volte hanno problemi a riconoscersi nella Comunità, perché la Comunità oggi non è aperta alla partecipazione degli ebraismi”.

E Daniele Cohen: “Nelle parole di Stefano c’è la sofferenza di molta gente che non riesce a dialogare con la Comunità. C’è il malessere di molti verso una Comunità percepita come chiusa”.

Ha concluso la serata l’intervento di Simone Mortara: “Occorre rafforzare quello che c’è già. Raccontare la cultura della diversità, del confronto e se qualcuno parla male del governo di Israele non è necessariamente un farabutto”.