Congresso Ugei a Bologna

Giovani

Si è svolto a Bologna dal 1 al 4 novembre il 13° congresso ordinario dell’Unione Giovani Ebrei Italiani che ha coinvolto un centinaio di partecipanti. In rappresentaza dell’Ucei era presente Claudia De Benedetti. È stato eletto il nuovo consiglio, composto da Fabiana Pontecorvo, Ariel Techiouba, Daniele Nahum, Tana Abeni, Michele Disegni, Tobia Zevi, Viviana Mosseri, Daniele Regard, Miriam Caviglia.

Nella relazione introduttiva il presidente uscente Daniele Nahum ha identificato quattro principali aree tematiche di impegno: all’interno dell’Ugei, verso l’esterno, in favore di un importante impegno umanitario internazionale e linee guida per il futuro. “I numeri di questo congresso – ha detto Nahum – dimostrano che il lavoro intrapreso quasi tre anni fa al fine di portare maggiore partecipazione alle nostre attività sta dando buoni frutti. L’idea, allora, è quella di cavalcare questa onda positiva che avvicina tanto i giovani all’Ugei e alla vita ebraica creando gruppi cittadini dell’Ugei. Lo scopo del progetto è di aumentare il livello di partecipazione alla vita dell’associazione, di condivisione di confronto tra giovani ebrei, per rivitalizzare e valorizzare le realtà locali e sostenere ulteriormente le attività del Consiglio”.

Momenti particolarmente significativi sono stati il dibattito Ebraismo italiano tra sfide del passato e interrogativi per il futuro con introduzione di Tobia Zevi e partecipazione di Claudia De Benedetti, Diana Meghnagi, Daniele Nahum, David Parenzo e Lia Tagliacozzo e la festa di sabato sera.
Al termine dei lavori, il nuovo Consiglio, composto da nove consiglieri, ha attribuito i nuovi incarichi dell’organizzazione.

La relazione del presidente Nahum

Quest’anno abbiamo scelto Bologna perché riteniamo sia un modo per rilanciare la comunità ebraica giovanile locale.
Per questo Congresso abbiamo voluto puntare su tre elementi: divertimento-serietà-qualità. Divertimento perché la strategia, appunto per non renderlo noioso, è stata quella di organizzare due feste in due bei locali di Bologna con due Shabbaton coinvolgenti. Serietà, perchè sono importanti i lavori congressuali, dobbiamo darci le linee guida per l’anno venturo e discutere sulle strategie da intraprendere per i giovani ebrei italiani. Qualità perchè un congresso riesce solo se questo connubbio divertimento e serietà è improntato sulla qualità.
Mi auguro, quindi, che domenica, quando tornerete a casa, tutti voi sarete soddisfatti.

A me il compito di aprire questo Congresso, con una relazione che tenta di tirare le fila di un anno intenso, pieno di emozioni, attività, difficoltà e successi, cadute e riprese, come è nella migliore tradizione delle vivaci associazioni giovanili.

Nell’ultimo anno gli sforzi del Consiglio e le energie dell’Associazione tutta, sono stati indirizzati verso tre direzioni principali: all’interno dell’UGEI, verso l’esterno e in favore di un importate impegno umanitario internazionale.
Nel ripercorrere il nostro 2007 seguirò proprio queste tre direttrici e in conclusione ci confronteremo sul nostro futuro a partire da alcune linee guida che vi esporrò.

VITA DELL’ASSOCIAZIONE

Il Consiglio ha sempre avuto chiaro il fatto che primo obiettivo del proprio mandato fosse quello di rafforzare l’Associazione in sé: la scelta e l’organizzazione di tutte le attività indirizzate all’interno (dalle feste agli incontri più formativi) hanno quindi avuto lo scopo di sostenere l’entusiasmo reciproco, creando occasioni di socializzazione, condivisione e confronto.

Abbiamo iniziato l’anno con la festa di PURIM tenutasi a Milano.
Oltre a noi, nell’organizzazione erano impegnate anche l’Ufficio Giovani di Milano e i Giovani Lubavitch. Anche se –lasciatemelo dire con un certo orgoglio- l’UGEI ha svolto di fatto il ruolo di guida dell’evento. Il week-end è riuscito sotto tutti gli aspetti, sia per il grande successo di pubblico (vi hanno partecipato oltre 600 persone) sia dal punto di vista organizzativo (grazie soprattutto a Gad che è stato in prima linea svolgendo un ottimo lavoro per la riuscita di questo evento e anche grazie a Fabiana , Aviva, Billy per la parte logistica).
La scelta di Milano è stata fortemente voluta da questo Consiglio e si è rivelata vincente: abbiamo scelto il capoluogo lombardo soprattutto per ragioni logistiche e pensavamo avrebbe funzionato da attrattiva ulteriore per le persone che venivano dall’estero.

Proseguendo nel riepilogo cronologico, passiamo al Raduno Primaverile di Cattolica in maggio. Cattolica ha rappresentato una sfida. Dopo tanti anni il Consiglio ha accolto le istanze di molti di voi e ha creduto nella bontà del progetto: organizzare un raduno primaverile sul modello di quelli storici di Milano Marittima, cambiando località. La buona intuizione e le buone intenzioni, però, non ci hanno messo del tutto al riparo da errori. Credo soprattutto per inesperienza, abbiamo sottovalutato il peso di una collocazione temporale sfavorevole (subito dopo il ponte del primo maggio) e il tempo necessario per progettare e promuovere eventi del genere.
Comunque l’esperienza di Cattolica, a fronte della bassa partecipazione, ci ha lasciato una domanda: ci interessano ancora questo tipo di eventi? O sono per noi superati? Questo merita una riflessione che riprenderò in seguito.

Quest’anno l’Italia ha avuto l’onore di ospitare le Maccabiadi. Abbiamo vinto il bando insieme a Lesson Party e Young Hadassah. Grazie a Fabiana, Michael e a un nostro storico ugeino, Marco Abbina che prendendo parte all’organizzazione dell’evento hanno contribuito alla riuscita della festa che ha avuto grande rilevanza richiamando più di mille partecipanti.

Quest’anno, abbiamo avuto l’onore di ospitare la Summer University in Italia e questo ci ha consentito di collaborare in modo significativo con le EUJS. Gad e Michele sono stati all’altezza del compito, in quanto profondi conoscitori della realtà ebraica internazionale, così come lo staff che li ha sostenuti.
Quest’esperienza ci ha confermati nell’idea che il vero tratto che rende vive un’associativa è la partecipazione attiva di tutti i suoi associati.

In giugno a Roma si è svolto il dibattito “L’UGEI incontra Rav Di Segni” sulla questione DICO, in particolare in relazione alla posizione espressa dal Rabbino Capo. In quell’occasione sono state affrontate importanti questioni attuali inerenti all’alachà, al diritto e alla laicità dello stato. Abbiamo ritenuto di organizzare l’evento perchè pensiamo che non dobbiamo comportarci da semplici spettatori in quanto c’è in gioco il nostro futuro. L’iniziativa è stata premiata dalla soddisfazione dei molti giovani presenti in sala.
Alcune iniziative hanno prodotto dei contrasti all’interno del consiglio come è fisiologico in una associazione viva come è la nostra. Per fortuna tutte le volte che si sono verificati problemi, le parti coinvolte si sono sempre riappacificate.

RELAZIONI CON L’ESTERNO
È convinzione di questo Consiglio che l’UGEI possa crescere come associazione se investe risorse anche per costruire relazioni con l’esterno, acquistando in questo modo visibilità e peso politico.
Durante il 2007 il Consiglio si è impegnato anche su questo fronte. L’UGEI è sempre attenta a quanto accade nel mondo e anche quest’anno in più di una occasione ha saputo raccogliere le sollecitazioni di stretta attualità per fare sentire la propria voce, voce di dissenso e di proposta, di denuncia e di solidarietà.

La prima iniziativa esterna è stata a Milano in occasione della “Giornata della Memoria”. Dopo le ripetute uscite pubbliche del Presidente Iraniano Ahmadinejad, nelle quali negava l’esistenza della Shoà, abbiamo scelto di trattare il tema del negazionismo. Le scuole ci sono sembrate il luogo naturale in cui collocare l’iniziativa: è a scuola che prende consistenza la coscienza storica di ciascuno ed è la scuola che va sensibilizzarta sulla pericolosità di certe tesi. Il tema è stato affrontato con serietà da tre esperti in materia (Felice Besostri, Carlo Panella, Daniela Dawan) che ne hanno trattato ogni aspetto (storico, contemporaneo e giuridico). Sempre legata all’attualità, anche la tavola rotonda dal titolo “Come combattere chi nega la storia”, pensata dopo che il Ministro Mastella con un decreto del Governo (ddl Mastella) ha istituito il reato di negazionismo nel nostro paese.

Anche in un’altra occasione l’UGEI ha fatto sentire forte il proprio sdegno e ha preso posizione contribuendo a cambiare le cose. Grazie ad un articolo di Magdi Allam pubblicato sul Corriere della Sera (16/2/07), veniamo a conoscenza che la Fondazione Mediterraneo ha invitato, con il patrocinio dell’Università Orientale di Napoli e della Regione Campania, Rached Ghannouchi, noto estremista islamico, come relatore ad un seminario dal titolo “Dare voce ai democratici Musulmani”. Ricordo che questo è il personaggio teorizza che “ Non ci sono civili in Israele. La popolazione, uomini, donne e bambini, sono soldati della riserva , quindi possono essere uccisi”. Per questo, insieme alla Comunità Ebraica di Napoli, abbiamo fatto partire una forte campagna mediatica, per chiedere all’Università Orientale di Napoli e alla Regione Campania di togliere il patrocinio all’iniziativa. Il nostro messaggio è stato chiaro: il dialogo tra culture va ricercato ma è possibile solo se c’è riconoscimento e rispetto reciproco, mentre ospitare un estremista islamico impedisce di per sè il dialogo e ostacola la comprensione tra i popoli. Risultato ottenuto: Rached Ghannouchi non prende parte all’iniziativa. Non sto a sottolineare quanto l’UGEI consideri essenziale il dialogo tra culture differenti. So che tutti noi ricordiamo gli sforzi, in particolare il cammino intrapreso con i Giovani Musulmani Italiani.

La mia linea di condotta ha sempre testimoniato in favore di Israele e del suo diritto di esistere in quanto Stato Ebraico e Democratico e attuale grande democrazia del Medio Oriente. Un mio grande maestro diceva che per risolvere i problemi di quell’area martoriata bisognerebbe “israelizzare” il Medio Oriente . Sarà un grande giorno quello in cui anche alle popolazioni arabe del medio oriente saranno garantiti i diritti umani. È in questo senso che vanno lette anche le mie prese di posizione nelle interviste che ho rilasciato quando ho criticato alcuni comportamenti di importanti leader di partiti politici italiani, in particolare dell’Onorevole Di liberto. Il Segretario del Partito dei Comunisti Italiani è andato in Libano a stringere la mano a Nashrallah, il Dittatore Siriano Bashar Al Assad, due personaggi che fanno della distruzione di Israele il loro obiettivo politico: l’uno violandone i confini rapendo due soldati, l’altro sponsor principale di Hamas e principale fautore di instabilità della regione. Dichiarare, come ha fatto Diliberto, legittimo il diritto al ritorno di tre milioni e mezzo di palestinesi nell’attuale Israele, nei fatti vuole dire voler la fine dello Stato Ebraico. E un uomo politico va giudicato dai fatti. Fatti che qui parlano chiaro.
Ci sta molto a cuore il ruolo di sentinelle e difensori: sappiamo di non dover mai abbassare la guardia e intendiamo continuare a pungolare le istituzioni per combattere tutti i fenomeni neo-nazisti e i rigurgiti fascisti nel nostro Paese.
A questo proposito, siamo intervenuti anche in luglio, quando, grazie ad un’inchiesta di Repubblica, è stato scoperto che un negozio milanese vendeva bottiglie di vino con raffigurati i volti di Hitler e Mussolini. A seguito della pressione esercitata da noi insieme ad altri esponenti della Comunità Ebraica di Milano, il negoziante ha tolto dal commercio le bottiglie e si è formalmente scusato.
E chiudiamo questa sezione con un ricordo positivo. Tobia è stato il più votato alle elezioni del Forum Nazionale dei Giovani di quest’anno. Anche questa volta il lavoro di squadra ha dato i suoi frutti e questo è un importante riconoscimento che ci viene dall’esterno. Credo che siamo stati premiati per l’ottimo lavoro che abbiamo svolto nel nostro Paese sul campo dei diritti umani e dei rapporti interreligiosi.

IL NOSTRO IMPEGNO PER IL DARFUR
Quest’anno merita un capitolo a sé l’impegno che ha caratterizzato maggiormente l’attività dell’UGEI verso l’esterno: la campagna di sensibilizzazione per fermare il genocidio in atto in Sudan nella regione del Darfur. Come nipoti della Shoà e custodi della memoria, abbiamo il dovere morale di smuovere l’opinione pubblica affinchè un altro genocidio non passi nell’indifferenza collettiva. Visto che il nostro impegno non vuole essere solo formale, abbiamo deciso di caratterizzare, per un anno, tutte le attività dell’UGEI.
Come prima cosa, abbiamo lanciato un appello al Parlamento Italiano affinchè traduca in scelte politiche concrete le dichiarazioni formali, appello che è stato firmato dalle maggiori forze politiche giovanili.
I nostri compagni di viaggio sono l’Italians For Darfur e i Profughi Darfuriani. Con loro e con esponenti politici di maggioranza e opposizione, siamo stati protagonisti di una conferenza stampa tenutasi alla Camera dei Depuati per presentare il Global Day for Darfur, che si è tenuto a Roma il 29 Aprile. Nell’intervista che ho rilasciato al TG1 in quell’occasione, ho ribadito la nostra richiesta al Governo Italiano: concretizzare l’impegno in sede ONU.
Appunto perchè la nostra non vuole essere solo una testimonianza formale, abbiamo organizzato un’altra conferenza stampa alla Camera dei Deputati dal titolo del nostro appello “Darfur, il nostro presente, per il loro futuro”, denunciando lo stallo della diplomazia del nostro Paese in sede internazionale. Alla conferenza era presente il Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati On. Umberto Ranieri che si sta spendendo molto per questa campagna.
Anche i vertici delle EUJS si sono dimostrati molto sensibili nei confronti di questa tragedia, tanto è vero che hanno deciso di dedicare un giorno della Summer University al genocidio in Darfur, con work shop e testimonianze dirette della tragedia in atto. Durante quella settimana, una delegazione della EUJS è stata ricevuta in Vaticano, dove abbiamo consegnato una lettera al Papa chiedendogli di contribuire a portare all’attenzione questa grave crisi umanitaria.
Insieme all’Italians for Darfur, abbiano raccolto l’invito di Mia Farrow: siamo stati tra gli organizzatori del Darfur Day dello scorso 16 settembre, collaborando con la Comunità Ebraica di Roma e i Giovani del Benè Berith. La mia testimonianza, come Presidente UGEI, prevedeva la partecipazione alla fiaccolata come primo tedoforo dal Ghetto di Roma fino a Piazza Farnese, e una dichiarazione finale dal palco. L’iniziativa ha avuto grande risalto mediatico soprattutto sulla stampa estera, purtroppo meno sui mezzi di informazione italiani.
Questo impegno, che ci ha caratterizzato per tutto quest’anno, ci ha messo in ottima luce verso l’esterno. Il segnale che abbiamo dato è molto importante: i giovani ebrei non possono ammettere che un altro genocidio passi nell’indifferenza collettiva come sessanta anni fa. Dobbiamo batterci con tutte le nostre forze perchè questo non accada più.

IL NOSTRO FUTURO
Nell’ultima parte della mia relazione parlerò delle prospettive future dell’UGEI, dando quelle che secondo me sono le linee-giuda concordate con il Consiglio e con altri amici collaboratori.
Per quel che riguarda i rapporti verso l’esterno, il Consiglio continuerà ad essere in prima fila per la difesa dei diritti umani: il nostro impegno principale sarà continuare la battaglia pro-Darfur, cercando sempre nuove modalità per renderla più incisiva ed efficace. Tanto per cominciare, è in elaborazione una mia lettera indirizzata al Governo Italiano da proporre ad un quotidiano nazionale. Chiederò al Governo di impegnarsi in sede internazionale per fermare il massacro, facendo rispettare da subito la risoluzione 1769 (che prevede il dispiegamento di una forza militare composta da 26.000 caschi blu atta a pacificare la regione). La richiesta avrà maggiore peso e forza se uscirà da questo Congresso con il sostegno di tutti voi.
Sempre sul fronte dei rapporti con l’esterno, continueranno ad essere punti imprescindibili la difesa della democrazia Israeliana da un lato e l’incoraggiamento del dialogo interreligioso dall’altro.

Il principale impegno verso l’interno è quello di rafforzare la partecipazione alla vita associativa.
Risponde a quest’esigenza l’uscita di HT prevista, dopo tanti anni, per questo dicembre. Lo dobbiamo in primo luogo alla perseveranza di Fabiana, che ha sempre creduto al progetto. L’uscita del giornale non è stata una priorità di questo Consiglio per ragioni economiche. Allo stato attuale, ai prezzi di mercato e senza una strategia imprenditoriale (trovare pubblicità, fare found reasing), fare uscire il giornale quattro volte l’anno comporterebbe necessariamente sacrificare troppo altro delle attività dell’organizzazione. Comunque, abbiamo trovato il modo di abbattere parte dei costi: per il primo numero non pagheremo la stampa e per i prossimi numeri pagheremo meno rispetto agli anni passati. Inoltre Fabiana ha avuto la lungimiranza di creare una redazione fatta di giovani giornalisti ebrei in erba e i loro articoli sono di ottima fattura.
I numeri di questo congresso dimostrano che il lavoro intrapreso quasi tre anni fa al fine di portare maggiore partecipazione alle nostre attività, sta dando buoni frutti. L’idea, allora, è quella di cavalcare quest’onda positiva che avvicina tanti giovani all’UGEI e alla vita ebraica, creando GRUPPI CITTADINI DELL’UGEI. Lo scopo del progetto è di aumentare il livello di partecipazione alla vita associativa, di condivisione confronto e incontro tra giovani ebrei, per rivitalizzare e valorizzare le realtà locali e per sostenere ulteriormente le attività del Consiglio. Se incanalato bene, questo giusto mix di esperienza dei “vecchi” e entusiasmo dei “nuovi”, può funzionare perfettamente e attrarre sempre più ragazzi ebrei. Penso, per esempio, alle comunità di Torino, Firenze, Genova, ma anche Milano e Roma. E ancora penso alle piccole realtà di Napoli, Venezia e Trieste. L’entusiasmo delle comunità già attive (come la Comunità di Livorno per la Toscana, per esempio) svolgerà un ruolo di traino, magari con un coordinamento regionale.
La proposta che farò a questo Congresso sarà quella di istituire, a partire da gennaio 2008, gruppi locali e regionali nella realtà che ho appena menzionato. Lascerei la definizione dei dettagli operativi ad un’apposita commissione che proporrò alla Presidenza del Congresso.

Ora è il momento di dire grazie.
Vorrei ringraziare in modo particolare tutti i miei consiglieri, che hanno accompagnato voi e me per un anno in questa splendida avventura.
Vorrei ringraziare anche coloro che durante quest’anno hanno collaborato con il Consiglio pur non facendone parte in senso stretto: il vostro sostegno è stato importante.
Ringrazio, infine, tutti voi che siete venuti qui oggi a Bologna. Vi ringrazio innanzitutto perchè mi avete dato la possibilità e l’onore di rappresentarvi. E poi per essere qui così numerosi e per l’attenzione che mi avete concesso.