n° 4 - Aprile 2011

Pesach. La nostra libertà

2011
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n° 4 – Aprile 2011
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Cari lettori, care lettrici,

rientrata la potenziale crisi con il ritiro delle dimissioni di Walker Meghnagi e Daniela Zippel, siglato all’unanimità un accordo tra maggioranza e opposizione su alcuni punti nodali (miglioramento del dialogo politico tra le parti e del rapporto con gli iscritti, approntamento di una task force per il risanamento della scuola), il Consiglio della Comunità riprende a lavorare a pieno ritmo (vedi articolo pag 31 e sito mosaico-cem.it). Al di là delle polemiche, va ricordato che questa Giunta opera in una ben nota e difficile situazione economica, perfettamente consapevole delle misure impopolari che ha preso. E che se ancora i nostri ragazzi entrano regolarmente a scuola tutti i giorni e se insegnanti e dipendenti della Comunità riescono oggi a ricevere lo stipendio a fine mese, è merito del fatto che precise decisioni economiche sono state prese (nuovi accordi con le banche, dismissione del patrimonio immobiliare, etc…). E questo è ciò che, alla fine, conta davvero. Nessuno finora si era accollato un onere così gravoso, forse proprio perché troppo problematico e esposto a critiche.

Oltre all’attualità comunitaria, il Bollettino di questo mese dà conto, -con l’accurata analisi di Aldo Baquis-, dei cambiamenti socio-economici in atto nella realtà israeliana e dell’erosione-impoverimento del ceto medio (fenomeno comune a quasi tutti i paesi occidentali). Ciononostante, Israele resta un paese sorprendente, la cui vitalità è oggi documentata dalla massiccia presenza di designer israeliani al Salone del Mobile di Milano, (12-17 aprile 2011): al di là di alcune star conclamate come Ron Gilad e Dror Benshetrit (non a caso “reclutati” da alcuni tra i maggiori brand del design, da Flos a Cappellini a Poltrona Frau), la creatività israeliana sarà protagonista di questa 50a edizione del Salone con numerosi eventi e mostre in giro per la città che ne documentano non solo la qualità ma anche un prestigio internazionale in crescita.

Fiona Diwan