Duemila anni di storia in un Museo che racconta l’Italia ebraica

2018

 

n. 2 - Febbraio 2018 Scarica il PDF
n° 2 – Febbraio 2018
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Caro lettore, cara lettrice,
viviamo tempi di intrighi e fake news. C’è il complotto di Google e quello del capitalismo mondiale di Georges Soros, c’è il complotto dei rettiliani venuti dallo spazio e quello delle scie chimiche orchestrato per avvelenare il mondo con un programma clandestino diretto da istituzioni occulte. C’è la cospirazione farmaceutica dei vaccini che logorano il sistema immunitario e quello per affossare il metodo Stamina per la cura delle malattie neurodegenerative. C’è il complotto dei poteri forti che manipolano i risultati di ogni elezione e quello de “la grande sostituzione” che progetta un sovvertimento demografico aprendo le porte agli immigrati (vedi articolo a pagina 4). Insomma, cospirazionisti di tutto il mondo unitevi, è il vostro momento. Con uno spettro che si aggira per i social: il complottista candido, il paladino volonteroso che “sarebbe così bello se il pianeta fosse un posto migliore”, anime belle instancabili nel credere a intrighi dietro le quinte, indefessi navigatori “in direzione ostinata e contraria” dallo sguardo afflitto e mestamente chino verso l’abisso insondabile della mediocrità altrui. Eccole le madonnine infilzate dalla pupilla ardente che vedono trinariciuti burattinai ovunque, prestanti gentiluomini dal sorriso sprezzante verso chi, moscio e prevedibile, è così ingenuo da non capire che “chissà cosa c’è dietro”. Eccolo il cospirazionista globale nell’era della post verità, e capita di incontrarne sempre più spesso in tutti gli ambienti, anche i più insospettabili.
Il tema è caldissimo ed è senza dubbio l’argomento del giorno. Fake news e teorie del complotto, uniti in un abbraccio mortale, stanno trovando una nuova e potente saldatura grazie a un web ormai totalmente fuori controllo, dove qualsiasi informazione passa senza vaglio o sistemi di verifica delle fonti. Uccisa la presunta “casta” dei giornalisti, assassinati buoni (e cattivi) cronisti che facevano della verifica delle fonti l’unico vero dogma del fare informazione, ecco servito un web avvelenato di bufale interplanetarie, una notte dove tutte le vacche sono nere e tutti inventano notizie, purché verosimili, tanto non c’è più chi le controlla. Ultimamente, l’ecosistema delle fake news sembra prediligere particolarmente il Medioriente e il sistema delle “due mezze verità per condire una balla intera”. Teorie complottiste che hanno avuto conseguenze esplosive nella regione, come si vide durante la Terza guerra del Golfo e le presunte armi di distruzione di massa in mano a Saddam. Oggi, gli sterminati orizzonti di Internet rendono tutto ancora più facile e la disinformazione rischia di avere effetti devastanti in termini di manipolazione e propaganda. Mentre Abu Mazen ci riempie di fake news in un discorso che lascia sbigottiti per il grado di falsità inascoltabili (ma davvero Abu Mazen ci fa o ci è?), e dichiara che “Israele è un progetto coloniale che nulla ha a che vedere con l’ebraismo” e che “gli ebrei durante la Shoah scelsero di restare in Europa invece di emigrare”, altre notizie taroccate vengono fabbricate da Hezbollah per riaccendere il fronte a sud del Libano e scatenare disordini, con sms di falsi rapimenti di ufficiali israeliani.
Ieri, Orson Wells terrorizzava milioni di americani via radio con lo sbarco dei marziani. Oggi, un falso sms avvisa TUTTI gli abitanti delle Hawaii che un missile balistico sta viaggiando verso di loro e li distruggerà in 40 minuti. Ieri, furono fabbricati dalla polizia zarista i pamphlet antisemiti dei Protocolli dei Savi di Sion. Oggi, Abu Mazen prepara le fake news con cui accenderà la miccia di una pace sempre più lontana.

Fiona Diwan