Auguri Repubblica!

Taccuino

La Repubblica festeggia oggi i suoi 65 anni. 65 anni da quando cioè nel 1946 gli italiani scelsero di abbandonare la Monarchia per dare al paese una nuova forma istituzionale; da quando decisero di lasciarsi completamente alle spalle vent’anni di regime fascista e cinque anni di tragica, devastante guerra. Dopo la Liberazione, gli italiani tutti, uomini e, per la prima volta, donne, scelsero la Repubblica, simbolo di rinnovamento rispetto al passato, ma anche di libertà, democrazia, pace.

A gettare le nuove fondamenta, anche Umberto Elia Terracini, presidente della Costituente dal 1947 al 1948 e firmatario della Costituzione del 1948 assieme al  primo presidente della Repubblica, Enrico De Nicola.
Genovese di origine, formatosi alla scuola ebraica di Torino e poi alla grande “scuola” del socialismo, Terracini fu sin da giovanissimo nelle file del partito comunista e deciso oppositore del fascismo. Pacifista e antifascista, pagò con la prigionia l’opposizione al regime, ma al termine della guerra potè riversare nella nostra Costituzione quelle idee di libertà, pace e democrazia delle quali si era imbevuto sin da bambino e nelle quali aveva continuato a credere nonostante la tragedia del fascismo e della guerra.

Il cambiamento, la sconfitta della barbarie, allora fu possibile grazie alla lotta e al sacrificio di migliaia di giovani come Terracini che credettero nella libertà. Oggi come allora il cambiamento passa attraverso i giovani, attraverso coloro cioè che più di tutti hanno la forza di far cambiare la direzione del vento – e questa prima metà di 2011 ce ne ha già dato ampie prove, in Italia come nel mondo.
E se i giovani di oggi possono far cambiare il vento, ai giovanissimi il compito di continuare ad alimentarl0.
Il canto degli studenti della scuola primaria ebraica di Milano, per la festa del 2 giugno ci appare non solo come un segno di speranza per il futuro, ma anche di vitalità di quei principi per i quali Umberto Terracini lottò tutta quanta la sua vita, come ebreo, come italiano e, soprattutto, come uomo.

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