Brunhilde Pomsel, la più fidata segretaria di Joseph Goebbels, è morta all’età di 106 anni

di Davide Foa

La sua storia è rimasta pressoché sconosciuta fino al 2011, quando un quotidiano tedesco decise di intervistarla. Rimasta una degli ultimissimi superstiti tra i principali protagonisti del regime nazista, la vita della signora Pomsel è stata poi oggetto di un documentario diretto da Christian Kroenes e intitolato “A German Life”.

All’interno del documentario, Pomsel parla del suo rapporto con Goebbels, Hitler ed altre figure di primo ordine all’interno del regime nazista.

Parlando di Goebbels, lo descrive come una persona sempre cordiale ed elegante, rispettoso nei confronti delle sue segretarie. Insomma, tutto tranne che un carnefice: “non c’era davvero nulla per cui lo si potesse criticare”.

L’unica volta in cui Goebbels, a detta della Pomsel, mostrò il suo lato aggressivo e brutale fu in occasione del discorso tenuto allo SportPalast di Berlino, nel febbraio 1943. La segretaria si trovava, insieme ad altre colleghe, seduta tra le prime file appena dietro la moglie di Goebbels, Magda. “Nessun attore avrebbe potuto trasformarsi così drasticamente da persona seria e civile a uomo delirante e chiassoso”.

Pur riconoscendo di aver fatto parte della cerchia di persone più vicine ai vertici della gerarchia nazista, la ex-segretaria ha affermato più volte che il suo “era un lavoro come un altro (…) non ho fatto altro che scrivere all’interno dell’ufficio di Goebbels”. Principalmente, la signora Pomsel si occupava della manipolazione di dati statistici. Per esempio, diminuiva il numero dei soldati tedeschi caduti in guerra, oppure aumentava i casi di donne tedesche rapite dall’Armata Rossa.

‘Sorprendentemente’, Pomsel afferma di essere venuta a conoscenza delle atrocità commesse dal regime solo una volta finita la guerra. “So che nessuno ci crede oggi, tutti pensano che eravamo al corrente di ogni cosa (…). Noi non sapevamo niente, tutto era tenuto segreto”. La ex-segretaria ritiene di aver vissuto quegli anni all’interno di una bolla, ignara dei massacri che il sistema nazista andava compiendo. Affermazioni queste che stridono, non poco, con il ruolo centrale da lei ricoperto.

Essendo una delle più strette collaboratrici di Goebbels, nell’aprile del 1945 anche la signora Pomsel si trasferì nel famoso Fuhrerbunker, dove attese la fine della guerra insieme agli altri principali protagonisti del regime nazista.

Finita la guerra, fu arrestata dall’Armata Rossa e incarcerata per cinque anni in vari campi di detenzione russi prima di rientrare in Germania, dove non ebbe difficoltà a trovare un nuovo impiego come segretaria.