Vercelli: inaugurazione dell’antico Aron ha-kodesh

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Neppure quaranta iscritti suddivisi tra Vercelli, Biella, Novara e Trino Vercellese, una sede a Vercelli e due sezioni, Biella e Trino, due Sinagoghe a Vercelli e Biella, cimiteri ebraici a Vercelli, Biella, Trino e un reparto nel cimitero di Novara.
Questa la geografia della piccolissima ma attiva Comunità Ebraica di Vercelli, che da oltre un anno sta vivendo una stagione intensa e ricca di avvenimenti. Poiché i numeri sono piccoli, la Comunità vi supplisce organizzando con grande successo di pubblico aperture della Sinagoga sia per talune festività come Chanukkà, sia per la Giornata Europea della Cultura, sia per visite di scolaresche e di gruppi desiderosi di conoscerne la storia. Da anni poi un progetto di riqualificazione e ristrutturazione del grandioso Tempio di via Foa, bellissimo esempio di architettura sinagogale ottocentesca, sta impegnando la Comunità e l’Unione delle Comunità, consapevoli dell’importanza di restituire alla città una testimonianza emblematica di un passato ebraico assai glorioso.
Il 2 marzo una doppia inaugurazione ha visto convenire a Vercelli numerosi ebrei da Torino, Casale, Milano e Roma, insieme a rappresentanti dell’Unione delle Comunità, a cittadini e autorità di Vercelli, per un evento davvero significativo: l’inaugurazione dell’antico Aron ha-kodesh restaurato ha coinciso con l’apposizione sul muro esterno del Tempio di una lapide in ricordo dei deportati della Comunità di Vercelli.
Dopo il restauro della facciata e delle vetrate policrome della Sinagoga, un altro importante tassello è stato dunque riportato al suo antico splendore. Un attento e complesso restauro, finanziato dalla Fondazione Banca Popolare di Novara, grazie alla sensibilità del suo Presidente, prof. Siro Lombardini, consente ora di poter ammirare sulle due ante dell’Aron le otto pregevoli formelle realizzate in bronzo dorato nel 1878 – anno di costruzione del Tempio – riproducenti altrettanti elementi costitutivi del Santuario di Re Salomone a Gerusalemme. La simbologia degli arredi riprodotti nell’Aron vercellese, dalle Tavole della Legge alla Menerà, dall’Altare d’oro per l’incenso all’Altare di rame per i sacrifici, rappresenta un insieme unico e assai differente da altri, pur di pregio, presenti nelle Sinagoghe italiane.
Sul muro esterno della Sinagoga è stata poi scoperta da Annie Sacerdoti in rappresentanza dell’Unione delle Comunità la lapide in ricordo dei trenta ebrei appartenenti alla Comunità di Vercelli e finiti nei lager nazisti. Alle parole commosse della Presidente della Comunità, Rossella Bottini Treves, è seguito il Maalè Rachamim, cantato da rav Alberto Somekh, Rabbino Capo di Torino.
Ai nomi degli ebrei vercellesi e biellesi trucidati ad Auschwitz si accompagnano altri 89 nomi presenti in una pubblicazione curata per l’occasione dalla Comunità (“Even. Una pietra per ricordare”), tutti vittime della Shoah, nati o vissuti nelle province di competenza della Comunità di Vercelli, o che vi trovarono la morte, o che furono arrestati in procinto di passare la frontiera italo-svizzera. Tra essi anche le vittime degli eccidi di Meina, Stresa, Baveno e Arona.
I restauri della Sinagoga continuano e nuovi impegni attendono ora la Comunità.
Intanto, nel gennaio scorso, nell’antica, splendida Sala Foa, adiacente alla Sinagoga, si è celebrata la milà di un bimbo di Trino Vercellese. In quella stessa sala, sede del Collegio Foa, a distanza di 150 anni da una data importante per l’ebraismo piemontese e italiano, ossia l’assemblea delle ventuno Comunioni Israelitiche piemontesi, riunitesi a Vercelli nel gennaio 1856 per deliberare sul progetto di legge che doveva regolare le università ebraiche dei Regii Stati e che avrebbe dato corpo alla Legge Rattazzi del 1857.
Merita infine ricordare che in un importante Museo di Tel Aviv si è inaugurato il 17 febbraio il restauro dell’antico Aron del Bet-ha-kenesset di Trino Vercellese, vero capolavoro settecentesco di barocco sinagogale.