I rotoli del Mar Morto

Nuovo possibile scandalo dell’Unesco: i palestinesi vogliono i Rotoli del Mar Morto

Mondo

di Nathan Greppi
Mercoledì 21 marzo Shimon Samuels, uno dei direttori del Centro Simon Wiesenthal, parlando al 6° Global Forum contro l’Antisemitismo a Gerusalemme, ha dichiarato che i palestinesi potrebbero rivendicare all’Unesco il sito archeologico di Qumran, e con esso i Rotoli del Mar Morto.

Secondo il Jerusalem Post Samuels ha fatto un riassunto di tutti i luoghi biblici, ebraici e non, che i palestinesi sono riusciti a farsi attribuire da quando, nel 2011, l’ANP è diventata un membro dell’Unesco: tra questi, spiccano la Chiesa di Betlemme nel 2012, il villaggio agricolo di Battir nel 2014 (nel quale si trovano le rovine dell’antica fortezza ebraica di Betar), e la Tomba dei Patriarchi di Hebron nel 2017. A questi, si aggiungono altri 13 siti che l’Autorità Palestinese vuole farsi assegnare dall’Unesco.

Ma il loro successo più grande è stato forse riuscire a negare il legame che gli ebrei hanno con il Monte del Tempio e il Muro del Pianto, chiamati solo con i loro nomi islamici: Al-Haran al-sharif e Buraq Plaza.

Samuels ha dichiarato che, sebbene i Rotoli non siano tra i 13 siti in questione, è probabile che i palestinesi faranno richiesta per essi nel prossimo vertice dell’Unesco, che si terrà a luglio in Bahrain.

L’ex direttore Unesco Bokova: “Sulle risoluzioni ho fallito”

Il precedente direttore dell’Unesco, Irina Bokova, ha visitato Israele questa settimana e, parlando alla conferenza a Gerusalemme, ha riconosciuto di aver fallito nell’impedire che tali risoluzioni venissero approvate, sebbene lei non le condividesse. Ha spiegato che per salvare l’Unesco occorrerebbe “depoliticizzarlo”.

Quando le è stato chiesto se è stato un errore accogliere l’ANP nel 2011, ha risposto che “non sono stata io a prendere quella decisione, e non mi sembra una domanda corretta. Non è il direttore generale a decidere.” Tuttavia, poco dopo ha aggiunto che “beh, abbiamo perso i fondi americani, e – alla fine – l’organizzazione ha perso due membri.” Infatti sia gli USA che Israele hanno confermato che lasceranno l’Unesco entro la fine dell’anno.

In relazione alla reazione di Israele alle ultime risoluzioni su Gerusalemme, si è schierata contro l’organizzazione che dirigeva, aggiungendo che “ho sempre pensato che Israele abbia molto da offrire all’Unesco e, attraverso di essa, al mondo.” SI è dichiarata dispiaciuta per la decisione israeliana di uscire dall’organizzazione, raccontando che ha cercato di convincere loro e gli americani a restare poiché l’Unesco “è una delle agenzie dell’ONU più impegnate nella lotta contro l’estremismo.”

Ha concluso il suo discorso spiegando che “penso che il miscuglio tra religione e politica sia molto pericoloso, e sfortunatamente questo è ciò che credo sia successo.”