Trump: «gli insediamenti israeliani in Cisgiordania non sono un ostacolo alla pace»

Mondo
Donald Trump e Beniamin Netanyahu dirante l'incontro a New York a settembre (foto: GPO, fonte Ynetnews)
Donald Trump e Beniamin Netanyahu durante l’incontro a New York a settembre (foto: GPO, fonte Ynetnews)

Gli insediamenti in Cisgiordania non sono un ostacolo per la pace per Donald Trump, il neo eletto presidente americano. È quanto ha dichiarato Jason Greenblatt, uno dei principali consiglieri di Trump, in un’intervista alla radio dell’esercito israeliano. Lo riporta, fra gli altri, i24news.

«I due partiti dovranno decidere cosa fare in questa regione, ma non è assolutamente il punto di vista di Donald Trump di considerare che gli insediamenti debbano essere condannati e che costituiscano un ostacolo alla pace», ha dichiarato Greenblatt.

Interrogato sul processo di pace con i palestinesi e sulle intenzioni di Trump, Greenblatt ha indicato che il nuovo presidente considera che Israele è «in una situazione molto difficile e che deve difendersi».

«Trump non imporrà alcuna soluzione a Israele – ha aggiunto -. Egli pensa che la pace debba venire dalle parti coinvolte. È disposto a dare qualsiasi contributo significativo, ma non è né il suo obiettivo, né quello di qualcun altro, di imporre la pace alle parti».

Alla domanda sull’impegno dichiarato da Trump a spostare l’ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme – cosa che nessun altro presidente americano aveva fatto – Greenblatt ha risposto: «(Trump) è diverso nei confronti di Israele rispetto agli altri presidenti americani e penso che sia un uomo che mantiene la parola, e che riconosce il significato storico di Gerusalemme per il popolo ebraico a differenza…diciamo dell’Unesco».

Un amico di Israele
Qualche settimana prima delle elezioni, Trump aveva dichiarato a dei sostenitori in Israele che la sua amministrazione sarebbe stata «al fianco di Israele e dei dirigenti israeliani per continuare a rafforzare i ponti che legano non solo gli ebrei americani agli israeliani, ma tutti gli americani agli israeliani».

«Insieme ci opporremo ai nemici, come l’Iran, che ha giurato di distruggere Israele e il suo popolo – aveva continuato Trump -; insieme faremo in modo che gli Stati Uniti e Israele siano di nuovo in sicurezza».

Subito dopo l’ufficializzazione dei risultati della vittoria di Trump, il premier israeliano Beniamin Netanyahu ha chiamato Donald Trump per congratularsi per l’elezione, definendolo «un vero amico di Israele».

«Il presidente eletto è un vero amico dello Stato di Israele e sono impaziente di lavorare con lui in favore della sicurezza, della stabilità e della pace nella nostra regione», ha dichiarato Netanyahu in un comunicato.

Ha inoltre evocato il legame «inalterabile» fra Israele e gli Stati Uniti. «Sono certo che il presidente eletto continuerà a rafforzare questa alleanza fra i nostri due paesi e la porterà a dei livelli ancora più alti», ha dichiarato Netanyahu, che per otto anni della presidenza Obama aveva avuto rapporti molto tesi con la Casa Bianca.