Francia, il governo invita i giovani a non credere ai complotti. Ma uno su cinque ci casca

Mondo

di Ilaria Myr

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L’attore Kevin Razy nel video virale della campagna OnTeManipule interpreta il ragazzo che crede alle teorie complottistiche

“On te manipule“: la traduzione in italiano sarebbe “ti manipoliamo”. Ma se si avvicinano le prime due parole, il significato cambia radicalmente in “vergogna la manipolazione”. Con questo efficace gioco di parole il Ministero dell’educazione francese ha lanciato in questi giorni una campagna sul web e sui social media con l’obiettivo di spiegare ai giovani l’infondatezza di molte teorie complottistiche e cospirazionistiche. Una vera e propria “crociata”, come la definiscono i media francesi, che punta a fare capire ai giovani quanto sia importante oggi avere uno spirito critico per capire ciò che avviene intorno a noi.

La strada scelta dal governo francese è quella dell’umorismo: prima con falsi annunci sui profili social del governo che promettevano “rivelazioni esclusive”, poi attraverso un video di 3 minuti in cui l’attore Kevin Razy – conosciuto per avere criticato il modo in cui i media avevano trattato gli attentati del 13 novembre – interpreta due personaggi. Uno, che si esprime con l’accento tipico delle banlieues, sostiene alcune teorie complottistiche realmente circolate, come ad esmepio: attentati del 13 novembre organizzati dai servizi segreti, l’esistenza di una società segreta degli Illuminati, l’attrice pagata per piangere in occasione dell’attentato a Charlie Hébdo e al Bataclan, politici extraterrestri come Visitors, o il falso sbarco sulla Luna. Il suo interlocutore, un giovane che si esprime calmamente in un correttissimo francese gli spiega che bisogna sì essere critici, ma certo non credere a siti come wikicomplot o altre realtà sul web, che danno informazioni false e fuorvianti.

Ma il servizio di informazione del governo è andato più in là, creando un sito web dedicato, sul quale “scoprire i buoni riflessi per mantenere il proprio spirito critico e prendere distanza dalle informazioni che circolano”. In pratica, invitando a lottare contro chi pretende che “lo Stato, le istituzioni e i media facciano degli sforzi per manipolare i cittadini”.

Un giovane su cinque ci crede
I dati, del resto, la dicono lunga su quello che è l’interesse dei giovani verso queste teorie. Secondo un sondaggio Ipsos di gennaio, un giovane francese su cinque aderisce alle teorie del complotto. Molti sarebbero quelli che credono all’esistenza della società segreta degli Illuminati, così come molte le opinioni più strampalate sugli attentati di Parigi di gennaio e novembre. “Alcuni studenti erano ossessionati dal colore del retrovisore della macchina dell’aggressore, che era diverso in due foto – ha spiegato la professoressa Sophie Mazet a Le Figaro -. Gli allievi mettono spesso in relazione il passaporto di un aggressore delle Trri gemelle del 2001, la carta di identità trovata nella macchina di uno dei fratelli Kouachi e i falsi passaporti dei terroristi di novembre. Anche se tutti questi fatti non hanno alcun legame fra loro”.

Come è intuibile, una campagna di questo tipo può essere molto utile anche contro l’antisemitismo, che da sempre si basa sulle teorie del complotto. (Non è un caso che il sito del Crif dia molto spazio a queste notizie). Dai protocolli dei Saggi di Sion, che vedevano gli ebrei alla conquista del mondo, alla idea che dietro agli attentati dell’11 settembre 2001 ci fossero gli ebrei e Israele, sembra che non si siano fatti molti progressi…