Marocco: il re Muhammad VI restituisce a un quartiere le sue origini ebraiche

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di Davide Foa

Il cimitero ebraico di Marrakech
Il cimitero ebraico di Marrakech

Il re Muhammad VI del Marocco ha recentemente deciso di riconsegnare allo storico quartiere ‘Essalam‘ di Marrakech la sue origini ebraiche. Come riportato da European Jewish Press (EJP), Il quartiere riprenderà infatti il suo antico nome ‘El Mellah‘ – termine che, sia in ebraico che in arabo, significa ‘sale’.

Le radici ebraiche del quartiere risalgono al 1558, quando la dinastia Saadi decise di segregarvi gli ebrei di Marrakech. El Mellah nacque infatti come vero e proprio ghetto, circondato da mura, allo scopo di separare gli ebrei dai concittadini musulmani. Da quel momento, il quartiere divenne inevitabilmente il centro della vita ebraica di Marrakech.

Ancora oggi, si calcola che circa un centinaio di ebrei vivano nel quartiere, che comprende al suo interno la sinagoga di Alzama oltre al più grande cimitero ebraico del Marocco.

Una decisione, quella del re, nata in seguito alle richieste della Comunità ebraica di Marrakech. Così, dopo aver visitato ‘El Mellah’, Muhammad VI ha dato ordine, tramite il ministero degli interni, di ripristinare non solo l’antico nome del quartiere ma anche quelli di tutte le strade che lo compongono.

La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dalla Anti-Defamation League (ADL) che, tramite il CEO Jonathan A. Greenblatt, ha così commentato : “l’ordine di re Muhammad VI di ripristinare i nomi ebraici dello storico quartiere di Marrakech, dimostra il suo impegno nel proteggere e preservare il patrimonio della comunità ebraica marocchina“.

Un gesto di tale portata acquisisce ancora più valore considerando l’alto livello di antisemitismo presente non solo in Marocco ma in tutti i paesi limitrofi. Stando ai risultati di un sondaggio di ADL condotto nel 2014, il 74% degli intervistati nella regione mediorientale così come nei paesi del Nord Africa, nutre sentimenti antisemiti.

“Gli altri paesi della regione dovrebbero seguire l’esempio del Marocco ed adottare misure decise allo scopo di favorire e celebrare la comprensione e la coesistenza interreligiosa”, ha aggiunto Greenblatt.