L’Organizzazione della Cooperazione Islamica avverte Trump: “Non sposti l’ambasciata a Gerusalemme”

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di Paolo Castellano

US Embassy in Tel Aviv
L’ambasciata americana a Tel Aviv

Il 19 gennaio i ministeri degli Affari Esteri dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) hanno indirettamente condannato i piani del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di spostare l’ambasciata USA in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, ha riportato l’Associated Press.

Come specifica l’Israel National News, la dichiarazione è stata rilasciata dopo un incontro a Kuala Lumpur e non sono stati menzionati direttamente né gli Stati Uniti né Donald Trump. È  stato solo affermato che l’OIC rifiuterà qualsiasi azione che potrebbe rendere impossibile agli arabi palestinesi di reclamare una parte di Gerusalemme per il loro futuro stato.

Inoltre si è fatto appello ai governi di smettere qualsiasi attività che potrebbe incoraggiare Israele a “proseguire l’illegale occupazione e l’annessione della parte orientale di Gerusalemme, incluso qualsiasi incoraggiamento per il trasferimento delle loro attività diplomatiche nella città”.

La dichiarazione ha invitato i 57 stati membri dell’OIC “a prendere le necessarie precauzioni e misure” per rispondere a qualsiasi posizione ostile, ma non è stato specificato il come.

Il trasferimento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme sarebbe per l’OIC il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele. Tale decisione è stata una delle promesse di Trump nella sua campagna elettorale.

Lo scorso mese, il manager della suo staff elettorale, Kellyanne Conway, ha ribadito che lo spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme “è una grande priorità” per il neo-presidente degli Stati Uniti.  Il 19 gennaio, in un’intervista pubblicata sul quotidiano Israel Hayom, Trump  ha ripetuto di essere ancora convinto di voler dislocare l’ambasciata.

Intervistato da Boaz Bismuth, un giornalista dell’Israel Hayom, sulla sua promessa riguardo l’ambasciata, Trump ha replicato: «Certamente ricordo ciò che ho detto su Gerusalemme. Certo che non l’ho dimenticato. E tu sai che sono una persona che mantiene le promesse».

Nel frattempo, la mossa pianificata ha fatto infuriare l’Autorità Palestinese. I suoi rappresentanti vogliono che la zona est di Gerusalemme sia la capitale dello stato palestinese.

Il 18 gennaio, il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, ha garantito “una replica politica e diplomatica” se Trump sposterà l’ambasciata a Gerusalemme. Inoltre Abbas, nelle ultime settimane, ha criticato la scelta di Trump. Il 17 gennaio ha ribadito che se Trump trasferisse l’ambasciata, ciò sarebbe una “provocazione che potrebbe danneggiare il processo di pace con Israele”.

Due settimane fa Abbas ha scritto una lettera a Trump, nella quale ha avvertito il presidente eletto di non cambiare sede all’ambasciata americana, dicendo che una simile decisione potrebbe superare ogni limite e mettere a rischio  le prospettive di pace.

Invece il 20 gennaio, Abbas ha  fatto un appello al presidente russo Vladimir Putin e gli ha chiesto di intervenire nella questione per fermare la decisione di Donald Trump.