Gli strumenti per la circoncisione

L’Islanda medita di rendere illegale la circoncisione per questioni religiose

Mondo

di Nathan Greppi
Alcuni membri del Parlamento Islandese provenienti da 5 diversi partiti hanno recentemente proposto una legge per mettere al bando la circoncisione. Coloro che dovessero praticarla ugualmente rischierebbero 6 anni di carcere.

Secondo il Washington Times, attualmente in Islanda vivono circa 100 ebrei, che hanno poca voce in capitolo nel loro paese, oltre ad alcune centinaia di musulmani.

Ma la decisione non ha indignato solo gli ebrei e i musulmani: il Cardinale Reinhard Marx, Presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (COMECE) ha definito la proposta di legge “un pericoloso attacco alla libertà di culto,” aggiungendo che “il COMECE considera inaccettabile ogni attentato al diritto fondamentale di libertà di religione. La criminalizzazione della circoncisione è una misura molto grave suscita profonde preoccupazioni.”

Altrettanto indignata è la Conferenza dei Rabbini Europei. In particolare, i Rabbini Capi di Oslo e di Danimarca hanno dato il via a una grossa campagna contro la proposta di legge.

I sostenitori della legge affermano che essa serve a tutelare la salute e i diritti dei bambini. Tuttavia, gli esperti dicono che la circoncisione non rappresenta una minaccia per la loro salute, e anzi ha molti effetti benefici: una maggiore igiene, minori probabilità di avere infezioni e contrarre malattie sessualmente trasmissibili. L’Accademia Americana dei Pediatri ha fatto notare inoltre che i benefici della circoncisione superano di gran lunga i rischi.

Secondo l’articolo del Washington Times, essa è importante anche perché conferisce ai bambini non solo una sicurezza fisica, ma anche psicologica, sociale e spirituale, poiché ti offre dei punti di riferimento e un senso di appartenenza a un popolo e a una cultura.

L’Islanda non è il primo paese nordico dove dei politici propongono di mettere al bando la circoncisione: dalla Germania alla Danimarca, dalla Svezia alla Norvegia, periodicamente la legittimità di questa pratica viene messa in discussione.