Erste Group chiude il conto corrente del BDS in Austria: il punto sui conti del movimento anti-Israele

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di Ilaria Ester Ramazzotti

huGO-BildID: 31702046 The entrance of the headquarters of Austrian Erste Group Bank is pictured in Vienna June 24, 2013. Erste Group Bank said on Monday operating profit would fall as much as 5 percent in 2013 rather than holding steady and that it intends to raise its equity capital by about 660 million euros ($867 million) in the third quarter. Central and eastern Europe's third-biggest lender also said it would repay in the third quarter 1.76 billion euros in non-voting participation capital it got from the state and private investors after the financial crisis began. REUTERS/Leonhard Foeger (AUSTRIA - Tags: BUSINESS)

Il conto corrente del movimento BDS in Austria è stato chiuso dalla Erste Group Bank, una delle più grandi banche austriache, dove il conto era aperto. L’organizzazione BDS Austria, ramo della campagna internazionale Boycott, Divestment and Sanctions che mira a boicottare lo Stato di Israele e sostenere gli interessi palestinesi, ha sede a Vienna. La notizia è stata riportata lo scorso 30 aprile dal Jerusalem Post, impegnatosi in una inchiesta sul mondo dei finanziamenti a favore dei boicottatori dei Israele. Ne riportiamo qui alcuni dei principali aggiornamenti.

Quello della Erste Group Bank è il secondo caso in Europa in cui un conto corrente del gruppo BDS viene chiuso a causa di misure adottate contro eventuali illeciti o transazioni ritenute ‘sgradevoli’. Lo scorso mese di febbraio, anche un conto intestato al movimento BDS in Germania è stato chiuso dalla DAB Bank di Monaco di Baviera, banca di proprietà dell’istituto di credito francese BNP Paribas. Sempre in Germania, la Commerzbank, secondo istituto di credito tedesco, ospita invece un conto del movimento BDS nella sua filiale di Francoforte. Anche la BW Bank e le banche Sparkasse tutta la Germania detengono conti BDS.

In Austria, la Erste Group non è la sola banca a tenere conti legati a sostenitori del BDS. Gli uffici austriaci della Bawag custodiscono infatti un conto dell’associazione culturale araba-austriaca Okaz, che lo scorso aprile ha sponsorizzato una conferenza con Leila Khaled, membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (classificato come organizzazione terroristica dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti) e parte del gruppo terroristico che dirottò due aerei, il Twa flight 840 nel 1969 e l’El Al flight 219 nel 1970. “Permettere a una terrorista condannata di presentare le sue opinioni può servire solo come incentivo per altri terroristi”, aveva detto a proposito l’ambasciatore di Israele in Austria Talya Lador.

In Francia esistono invece norme che vietano il boicottaggio di Israele in quanto discrimina gli israeliani in base all’origine nazionale, e il Credit Mutuel starebbe per chiudere il conto del BDS francese in quanto viola la legge anti-boicottaggio. “L’opposizione francese contro ogni forma di boicottaggio è ben nota. Ci sono regole severe in Francia contro ogni appello al boicottaggio. Queste regole si applicano in particolare a tutti gli operatori economici”, ha dichiarato in aprile l’ambasciata di Francia in Israele.

La Erste Group Bank, così come una serie di banche tedesche, francesi e austriache, ha uffici anche negli Stati Uniti, dove sono in vigore robuste leggi anti-BDS promulgate per sanzionare le aziende che consentono o partecipano alle attività di boicottaggio dello Stato ebraico. Inoltre, riporta ancora il Jerusalem Post, aziende statunitensi con sede a New York premono perché vengano chiusi conti aperti dall’organizzazione BDS in Europa presso banche come la Bawag, della quale le aziende newyorchesi possiedono quote azionarie.