I documenti ebraici ritrovati a Vilnius

Ritrovati in Lituania documenti che raccontano la Vilnius ebraica

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
“La varietà del materiale è mozzafiato”, ha dichiarato David Fishman, professore di Storia ebraica al Jewish Theological Seminary di New York, descrivendo la scoperta come “una totale sorpresa”. Oggetto dello stupore è una serie di documenti ebraici risalenti alla metà del XVIII secolo, che erano stati rinvenuti a Vilnius, capitale della Lituania, all’inizio di quest’anno. Ne parla questa settimana The Times of Israel.

Il vasto materiale, venuto alla luce in seguito a lavori di pulizia nel confessionale della chiesa cattolica San Giorgio, offre uno sguardo senza precedenti sulla vita ebraica nell’Europa orientale prima e durante la Shoah. Testi religiosi, letteratura e poesia in yiddish, testimonianze su pogrom, autobiografie e fotografie illustrano la storia di comunità askenazite e della ‘Gerusalemme del Nord’, come veniva definita Vilnius prima della seconda guerra mondiale (Vilna in ebraico e Vilne in yiddish, conosciuta in italiano anche come Vilna), che fino all’Olocausto fu una delle città fulcro della vita culturale e religiosa ebraica europea e sede di centinaia di organizzazioni religiose e culturali.

I documenti rinvenuti, insieme a una serie più grande trovata sempre a Vilnius quasi tre decenni fa, costituiscono “la più significativa scoperta per la storia ebraica dalla scoperta dei rotoli del Mar Morto negli anni Cinquanta”, ha evidenziato Fishman. Tra i più preziosi testi si annoverano i manoscritti originali di poesie scritte nel ghetto di Vilnius dal poeta yiddish Avrom Sutzkever, delle quali si avevano solo le versioni che l’autore ha ricostruito a memoria e pubblicato dopo la Shoah. Ma altrettanto interessante, seppur di tutt’altro genere, è anche un accordo del 1857 tra i portatori d’acqua ebrei a Vilnius e la yeshiva Ramailes, che dà una visione ampia della vita quotidiana di 160 anni fa. Non da ultimo, il ritrovamento comprende un libro dei pazienti di Zemach Shabad, il famoso medico ebreo e attivista politico il cui monumento si trova proprio nel centro di Vilnius.

I documenti ebraici di Vilnius e le vicende dell’ultimo ritrovamento

Dopo aver occupato Vilnius nel 1941, i nazisti distrussero la comunità ebraica e saccheggiarono la sua ricchezza culturale. I tedeschi inviarono poi a Francoforte una parte dei volumi e dei documenti trafugati. Ma quella non fu ancora la fine delle persecuzioni. Dopo la guerra, il bibliotecario lituano Antanas Ulpis salvò alcuni documenti (sopravvissuti ai nazisti) dalle intenzioni dei nuovi occupanti sovietici, che avevano avuto l’ordine di distruggerli in seguito alle politiche attuate da Joseph Stalin. Ulpis nascose così quei manoscritti nella chiesa San Giorgio, usata da deposito di libri dai sovietici, “sotto una pila di riviste sovietiche, cosicché nessuno si è preso la briga di guardare e non sono mai stati scoperti”, ha detto Renaldas Gudauskas, direttore della Biblioteca nazionale lituana, dove sono stati trasferiti e dove si trova il più grande archivio di documenti ebraici recuperati nella capitale dopo il crollo dell’Unione Sovietica. L’intera collezione comprende circa 170 mila pagine, che saranno in futuro accessibili su internet, ha spiegato Lara Lempertiene, a capo della sezione di Judaica della biblioteca.

L’istituto YIVO di New York ha offerto di mettere online i documenti ritrovati insieme ai documenti ebraici provenienti da Vilnius che l’esercito americano ha trovato in Germania nel 1946 e inviato in America. Lanciato due anni fa, il progetto mira a mettere online oltre un milione documenti componendo un archivio digitale che mostri la vita ebraica nell’Europa orientale prima e durante l’Olocausto.