Dieudonné a processo per gli insulti a un giornalista ebreo

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di Paolo Castellano

dieudonneSi torna a parlare di lui, Dieudonné M’bala M’bala, il cabarettista francese di origine camerunense che aveva diffuso su Facebook un messaggio di vicinanza ad uno degli attentatori di Parigi.

I suoi commenti simpatizzanti per Amedy Coulibaly, l’assassino della giovane poliziotta e di quattro ebrei all’interno del supermercato kasher, continuano a suscitare indignazione e sdegno. Mentre l’opinione pubblica s’interroga sul tema del diritto di satira e molti intellettuali dibattono sulle vignette di Charlie Hebdo, personaggi come il noto umorista perseverano nell’alzare i toni e a diffondere slogan oltraggiosi ergendosi a difensori della libertà di parola.

Dopo l’arresto delle scorse settimane, il comico sta per essere processato per aver dichiarato di voler vedere un giornalista ebreo ucciso “nelle camere a gas”. Il processo inizierà mercoledì.

Dieudonné, lo ricordiamo, non è nuovo a queste uscite. Negli ultimi anni è stato condannato sette volte per incitamento all’odio razziale contro gli ebrei, tra i suoi bersagli preferiti. Come riporta il New York Times, l’attore è stato filmato grazie ad una telecamera nascosta nel 2013 mentre esprimeva una delle sue opinioni infamanti sul giornalista Patrick Cohen.

Non solo. Nel marzo del 2013 avevano suscitato ampie proteste le provocazioni del giornalista francese in seguito ad un dibattito sul canale France 5. Cohen aveva dato del “cervelli malati” a Dieudonné, Tariq Ramadan, Alain Soral e Marc-E’douard Nabe.

Il filmato nascosto, trasmesso alla televisione francese, ha convinto il governo a indagare sul controverso artista e a vietare i suoi spettacoli. Se Dieudonné sarà giudicato colpevole per aver infranto la legge con le sue frasi razziste, potrà incorrere in una multa di 45mila euro e in una pena di un anno di carcere. In passato è stato accusato quasi 40 volte per aver commesso questo reato. Ma a lui sembra importare ben poco.