Dalla Notte dei Cristalli al nuovo centro ebraico di Monaco

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“Se potessimo inaugurare questo edificio a Gerusalemme, sarebbe una grande festa”. Niente di strano, in questa affermazione, se non si parlasse di sinagoghe, se a parlare non fosse il rabbino capo aschenazita di Tel Aviv ed ex rabbino capo israeliano, Israel Meir Lau, e soprattutto se queste parole non fossero state pronunciate nel centro di Monaco di Baviera, la città della Germania meridionale dove la furia nazista prese le mosse, la comunità ebraica fu decimata e la grande sinagoga della città fu rasa al suolo per prima con un’azione che diede inizio alla fase finale delle persecuzioni.
Proprio nel centro della capitala bavarese, a pochi passi dal celebre mercato del Viktualienmarkt e dalla Marienplatz, a pochi passi dal duomo con il doppio campanile; la sinagoga centrale della città è risorta nell’ambito di un colossale investimento fortemente voluto dalle comunità ebraiche tedesche e dalla Repubblica federale di Germania. Nella stessa area anche gli uffici amministrativi, un grande centro sociale, uno dei musei ebraici più prestigiosi d’Europa e molti altri servizi contribuiranno a fare di Monaco nuovamente uno dei poli dell’Europa ebraica.
Con una lunga processione che si è snodata per le vie del centro, i dieci Sefer Torah della Comunità sono usciti al tramonto del 9 novembre dalla sede della Reichenbachstrasse dove gli ebrei di Monaco sopravvissuti alle persecuzioni avevano trovato ricovero al termine della guerra. Ognuno era imbracciato da un dirigente ebraico. Dal presidente del Congresso mondiale ebraico Edgar Bronfman al rav Israel Singer, dai rappresentanti di numerose realtà ebraiche tedesche, europee e mondiali, alle massime autorità del Libero Stato di Baviera e della Repubblica federale tedesca, il corteo ha attraversato le ali di folla formate dalla popolazione per dirigersi verso la nuova sinagoga. Ad attenderli, il coro della sinagoga centrale di Gerusalemme.
“Non vogliamo più nascondere i nostri Sefarim”, ha commentato il rav Lau, che è stato il più giovane sopravvissuto liberato nel 1945 dal lager di Buchenwald e ha perso quasi tutta la sua famiglia nei campi di concentramento. “Quando camminavo per queste strade – ha aggiunto – ho avvertito il peso dell’immensa responsabilità che comporta la rinascita di questa comunità. Ripartendo da questo edificio progettato e costruito per la vita ebraica siamo pronti a imboccare di nuovo la strada dello studio, della luce e della speranza”.
I numerosi giovani presenti, la commozione non solo degli ebrei di Monaco, ma anche di innumerevoli rappresentanti della popolazione locale, che dai marciapiedi, dalle finestre delle case, hanno voluto lasciare un segno di partecipazione, hanno effettivamente lasciato il segno nel cuore di tutta la città.

Per la prima volta in Germania, ma di origini tedesche per parte di madre, anche Claudia De Benedetti, giunta a rappresentare l’Unione delle comunità ebraiche italiane in questa giornata straordinaria, non ha nascosto la propria commozione. “Mi ha molto impressionato – ha commentato l’esponente dell’Ucei responsabile per i rapporti internazionali – vedere la rinascita di una comunità e lo slancio con cui questo progetto enorme è stato portato a termine per una comunità che nelle sue dimensioni potrebbe essere paragonata a una grande comunità italiana, come Roma o Milano. Anche il contatto con la gente che mi sono trovata al fianco durante questa giornata straordinaria ha costituito un’esperienza indimenticabile. Molti di loro, anche se oggi vivono al di fuori della Germania, erano di origini tedesche”.
“Ci sono sinagoghe che sono state ricostruite – ha aggiunto il rav Singer del World Jewish Congress – sinagoghe che sono state restaurate, sinagoghe che sono state rinnovate, ma realizzare un grande centro comunitario dal nulla per farne il centro di una comunità in forte crescita, assume un significato completamente diverso”.
La grande sinagoga di Monaco, di cui Hitler ordinò personalmente la distruzione nel 1938, costituiva un vanto per la sua maestosità, in tutte le comunità tedesche. Ma il complesso di edifici che sono oggi sorti al suo posto rappresentano un’opera architettonica di straordinario interesse.
A 68 anni dalla Notte dei cristalli del 9 novembre 1938, nell’anniversario di una data che più e più volte ha segnato il destino della Germania (la repubblica tedesca nel 1918, la marcia di Hitler sul Reichstag nel 1923, la caduta del Muro di Berlino nel 1989 avvennero sempre il 9 novembre), gli ebrei tedeschi voltano ora pagina. Gli anni della ricostruzione sono terminati e viene ora il momento di progettare il futuro. Pietra, legno di cedro e cristallo nel cubo trasparente che la sovrasta conferiscono alla nuova sinagoga un carattere architettonico del tutto originale e lasceranno ai suoi frequentatori una vista del cielo che dovrebbe simboleggiare sia l’ispirazione divina, sia la luce della fiducia nell’avvenire.
Nei passaggi che collegano tutti gli edifici del grande complesso che ha richiesto investimenti per circa 100 milioni di euro (uffici comunitari, istituzioni scolastiche e ricreative, mense e ristoranti kasher, museo e centro culturale e sinagoga) restano scolpiti nella pietra i nomi dei 4.500 ebrei di Monaco che non hanno fatto ritorno.

Guido Vitale (direttore@mosaico-cem.it)

Ecco una cronaca della manifestazione – “L’impegno per ognuno di noi è quello di operare per impedire che persone a causa della loro religione, della loro origine o del loro aspetto vengano offese, ferite o perfino uccise”, ha detto il presidente tedesco Horst Koehler parlando alla cerimonia ufficiale di inaugurazione della sinagoga, alla quale sono intervenuti migliaia di cittadini. Per Koehler, sapere dei crimini del nazionalsocialismo e dell’Olocausto non basta. ”Dobbiamo tenere viva e sempre presente la lezione scaturita” da quel dramma, ha osservato.
E il presidente ha al tempo stesso espresso rammarico e preoccupazione per gli ultimi dati che parlano di un aumento dei reati di estrema destra in Germania.
Da uno studio diffuso in questi giorni peraltro è emerso che le vedute e le posizioni di estrema destra, xenofobe e antisemite sono ancora fortemente radicate in tutta la società tedesca.
Per la presidente delle Comunità ebraiche tedesche Charlotte Knobloch, il messaggio che viene da questo 9 novembre 2006 – una data in cui si celebra anche il 17° anniversario della caduta del Muro di Berlino – è che “noi ebrei siamo di nuovo parte di questo Paese, del nostro Paese”. L’inaugurazione della nuova sinagoga di Monaco 68 anni dopo la notte dei cristalli – ha aggiunto – mostra al mondo intero che “Hitler non è riuscito ad annientarci”.
Appelli alla tolleranza e alla lotta contro i rigurgiti neonazisti sono venuti anche dal premier bavarese Edmund Stoiber e dal sindaco di Monaco Christian Ude, intervenuti anch’essi alla cerimonia di inaugurazione.

La sinagoga – che fa parte di un più ampio complesso di cultura ebraica con una scuola, una biblioteca e un museo – porta lo stesso nome ”Ohel Jakob” (La tenda di Giacobbe) di quella distrutta nel 1938.

Tutta la cerimonia è stata accompagnata da strette misure di controllo e sicurezza nell’intera zona del centro storico di Monaco dove sorge la nuova sinagoga. È ancora viva infatti l’impressione per l’attentato che tre anni fa doveva colpire la cerimonia solenne di posa della prima pietra della sinagoga, attentato che era stato per fortuna sventato qualche giorno prima con l’arresto di un gruppo di neonazisti locali.

Con oltre 9 mila membri, la comunità ebraica di Monaco di Baviera è la seconda della Germania dopo quella di Berlino. In tutta la Germania la comunità ebraica conta oltre 100 mila persone, che hanno a disposizione 350 sinagoghe.

Un imponente dispositivo di sicurezza era stato messo a punto per l’inaugurazione della nuova sinagoga centrale. La cerimonia, fissata volutamente dalla Comunità ebraica per il 9 novembre, a 68 anni esatti dai pogrom con i quali i nazisti nel 1938 diedero fuoco in tutta la Germania alle sinagoghe distruggendo e saccheggiando negozi e altri locali appartenenti ad ebrei.
Le eccezionali misure di sicurezza sono dovute al fatto che in occasione della cerimonia di inizio dei lavori e di posa della prima pietra della nuova sinagoga tenutasi tre anni fa – anche allora nella giornata del 9 novembre – fu sventato un piano di attentato dinamitardo dell’estrema destra che intendeva compiere una strage facendo esplodere una bomba.
”Abbiamo volutamente fissato al 9 novembre il giorno dell’inaugurazione della sinagoga poiché questa giornata in futuro starà a simboleggiare il collegamento tra passato, presente e futuro”, ha detto la
presidente dell’Unione delle comunità tedesche Charlotte Knobloch. Che ha aggiunto: ”Non si deve mai dimenticare quello che una parte della popolazione tedesca, il 9 novembre 1938, ha fatto a un’altra parte della popolazione del paese, quella ebraica”.
La nuova sinagoga nel centro storico di Monaco costituirà l’elemento principale di un intero complesso ebraico del quale faranno parte anche un museo, una biblioteca, una scuola, un asilo nido e un ristorante kosher.
Secondo Charlotte Knobloch, tale complesso sulla St. Jakobs Platz – costato 71,5 milioni di euro – rappresenta il maggiore progetto edilizio ebraico in Europa. Il cancelliere Angela Merkel, in un messaggio di auguri a Charlotte Knobloch – ha definito l’apertura della nuova sinagoga un evento di grande importanza non solo per Monaco di Baviera ma per l’intera comunità tedesca. A Monaco – ha osservato la Merkel – si apre un nuovo capitolo nella vita ebraica in Germania.

Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 squadre di nazisti inferociti diedero fuoco a più di mille sinagoghe su tutto il territorio tedesco, devastando e distruggendo negozi e locali di proprietà di ebrei. Decine di ebrei rimasero uccisi, mentre migliaia di altri furono deportati nei lager di sterminio hitleriani. Per il crepitio e il fragore delle vetrine in frantumi, tale drammatica notte viene ricordata come la Notte dei cristalli (Kristallnacht).
La sinagoga di Monaco tuttavia era già stata distrutta mesi prima – il 9 giugno 1938 – su ordine preciso dello stesso Adolf Hitler, accecato sempre più dall’odio antisemita.