Harvey Weinstein e Woody Allen (fonte: Times of Israel)

“Caso Weinstein”: spuntano le accuse antisemite di “solidarietà sionista”

Mondo

di Ilaria Myr

C’era da aspettarselo prima o poi. Nell’ambito dello scandalo che vede protagonista il produttore ebreo americano Harvey Weinstein (nella foto con Woody Allen), accusato da decine di attrici di stupro e molestie, sono arrivati i primi commenti antisemiti. Su Twitter in Francia, infatti, fra i moltissimi messaggi inviati con l’hashtag #metoo e #balancetonporc (creato da una giornalista francese per segnalare le molestie sessuali subite, in particolare quelle sui luoghi di lavoro, dove spesso il ricatto assume le forme più violente e dolorose) ne sono arrivati alcuni che parlano di “solidarietà sionista” o “comunitarismo” intorno a Weinstein.

Il primo messaggio, di tale Sihame Assbague, militante politica, “femminista intersezionale”, commenta la reazione di Woody Allen al caso Weinstein, che aveva denunciato una caccia alle streghe, come “comunitarismo”, ovvero l’ebreo che difende l’ebreo, anche se colpevole.

Un secondo Tweet, del giornalista militante Didier Lestrade, dice invece: “è buffo,. Chi difende Weinstein (come Dominique Strauss-Kahn) hanno l’aria di avere delle affinità sioniste”. Che ha poi, dopo le polemiche, tolto il tweet scrivendo: “Tolgo il mio Tweet, ho altre cose da fare che spiegare il finanziamento dei partiti da parte dei ricchi”.

Un tweet contro Harvey Weinstein

Ma c’è anche chi, dall’altra parte, vede nell’ossessione contro Weinstein, seguita alle accuse emerse, un forte antisemitismo.  “C’è così tanto antisemitismo nella condanna di Weinstein, Allen e Polanski (anche loro accusati di violenza sessuale anni fa, ndr): è estenuante e non necessario”, si legge in un commento.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco già alto di questo scandalo è Tablet Magazine, che in un discutibile articolo intitolato “La specifica perversione ebraica di Harvey Weinstein” vede nel la figura del produttore  un possibile personaggio dello scrittore Philip Roth, che si vendica dei non ebrei.

Un caso, insomma, infuocato, che è ben lontano dallo spegnersi.