Poster filopalestinesi contro Israele all'UCLA

California, una conferenza shock all’UCLA in nome della delegittimazione di Israele

Mondo

di Roberto Zadik
Non  molto tempo fa, molti pensavano all’America come Paese amico di Israele e filosemita. Ma da tempo, tutto sembra cambiato e lo dimostra anche la sconvolgente iniziativa indetta nel mese di novembre, dal 16 al 18 novembre, e dai toni decisamente antisemiti e antisraeliani. Il sito Algemeiner ha reso noto che il comitato studentesco filo palestinese “National Students for Justice in Palestine” (SJP)  ha annunciato che anche quest’anno, come avviene già da otto edizioni, si terrà, presso il prestigioso ateneo UCLA, (Università della California) una conferenza dal titolo inquietante: “Resistenza nonostante la difficoltà”. Denunciando il sionismo come forma di “pulizia etnica, espulsione di massa, apartheid e morte” nella nota esplicativa sulle “finalità” della conferenza, il  movimento, coi suoi toni estremamente aggressivi ha suscitato immancabilmente le proteste di alcune fra le principali organizzazioni ebraiche americane.

Ad esempio sono intervenute il World Jewish Congress (Congresso Ebraico Mondiale) e the Conference of Presidents of Major American Jewish Organizations (La conferenza dei Presidenti delle Principali Organizzazioni Ebraiche Americane) che unificano al loro interno gli orientamenti religiosi più vari, religiosi e laici, definendo come loro punto di riferimento proprio “il sionismo fondamentale per l’ebraismo”.

Proprio questo argomento viene ferocemente contestato dalla conferenza che cerca in ogni modo di sminuire il sionismo relegandolo a una “semplice ideologia umana e a un ammasso di leggi che sono state ostacolate e possono essere distrutte”. Delegittimazione di Israele e del sionismo, workshop e attività per abilitare gli studenti alla lotta contro la “normalizzazione” dei rapporti con Israele e a favore di esso. Come il movimento BDS anche questo comitato sembra avere una vera “ossessione” antisemita e antisraeliana contribuendo all’espansione dell’antisemitismo e dell’odio nei campus americani. Una realtà davvero preoccupante contro la quale si sono scagliati anche i membri dell’SSI, Students Supporting Israel, organizzazione studentesca a sostegno di Israele, che ha accusato il Comitato filo palestinese di usare “metodi razzisti e odiosi”.

Ma le polemiche non finiscono qui e dalle parole si è passati ai fatti. Nei giorni scorsi, il sito dell’Algemeiner ha successivamente fatto sapere che la controversa organizzazione, probabilmente sostenuta dal Partito Comunista Rivoluzionario, associazione esterna all’Università, avrebbero tolto le bandiere israeliane e armene, issate dai membri dell’SSI e inneggiato alla Palestina rifiutando apertamente la celebre soluzione dei “due stati”. Si tratta di un episodio di estrema gravità che è stato ufficialmente condannato dall’ateneo californiano che ha preso le distanze da quanto accaduto. A questo proposito un procuratore distrettuale sta indagando su questi fatti incresciosi e preoccupanti. I commenti e le reazioni all’iniziativa dell’SJP non sono mancati e due importanti personalità hanno subito replicato con indignazione.

Il presidente del SSI, Hirmand Daniel Safarian ha affermato che l’iniziativa dell’SJP rappresenta “ un attacco personale contro gli studenti ebrei, le loro identità e libertà e la loro sicurezza”. Nel suo discorso ha aggiunto che questa conferenza è particolarmente offensiva perché “oggi, decenni dopo che gli ebrei sono tornati alle loro case e hanno fondato il loro stato democratico, devono affrontare antisemitismo e antisionismo di chi li definisce colonizzatori. Per questo è necessaria una indagine contro i membri dell’SJP prendendo gli opportuni provvedimenti a tutela degli studenti ebrei e sionisti”.

Collaboratori di Hamas

Ma chi sono esattamente gli attivisti di questa organizzazione e da dove deriverebbe? Secondo Asaf Romirowsky, direttore esecutivo degli studenti per la Pace in Medio Oriente, ha asserito che l’SJP collaborerebbe con l’organizzazione Musulmani Americani per la Palestina (AMP) che, come ha ribadito sarebbe “direttamente collegata col gruppo terroristico di Hamas”. Stando alle sue affermazioni, co-fondatore dell’SJP sarebbe Hatem Bazian, chairman dell’AMP che tiene lezioni e conferenze nell’Università di Berkeley. Baziem si sarebbe difeso  su Reuters  definendo queste accuse come  “diffamatorie e offensive verso una organizzazione in ottima salute e che lavora diligentemente per la causa palestinese”. Nonostante questo Romirowsky ha ribadito che questi legami con Hamas devono stimolare l’UCLA a indagare su SJP e sulle fonti dei finanziamenti per le loro conferenze e su come essi arrivino a questa organizzazione”. Un portavoce universitario ha però comunicato all’Algemeiner che “ secondo il Primo Emendamento della Costituzione Americana, la libertà di espressione di ognuno è ampiamente tutelata, anche se ciò che esprime è discutibile e irritante”. Egli ha fatto notare che, comunque, “l’università protegge tutti gli studenti, senza distinzione etnica o religiosa e siamo orgogliosi che l’UCLA abbia fra i suoi membri così tanti intellettuali ebrei e collegamenti con istituzioni ebraiche e israeliane.”

Nella sua nota egli ha entusiasticamente aggiunto che “molte facoltà, dipartimenti e istituti ogni anno hanno scambi con Israele e realizzano programmi di studio in enti importanti come  la Hebrew University, la Jerusalem Academy of Music and Dance, la Ben Gurion University of the Negev e il Tehnion”. Nonostante queste affermazioni incoraggianti, Romirowsky, ha messo in guardia sulla pericolosità dell’iniziativa avviata dall’SJP che resta “in ogni modo molto problematica nella sua demonizzazione di Israele e degli ebrei e anche degli israeliani ed è caratterizzata da un atteggiamento anti americano e anti occidentale”. Secondo lui “SJP rivela diverse analogie con la campagna del movimento BDS che invocano il diritto al ritorno dei palestinesi sfollati dalla Guerra Arabo Israeliana del 1948 e dei loro cinque milioni di discendenti verso Israele”. Successivamente, almeno per ora, non ci sono state dichiarazioni da parte degli esponenti dell’SJP così come dell’Ucla ma la situazione resta comunque molto tesa in attesa di quanto accadrà in questi mesi.