Antisemitismo dal pulpito

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Il presidente del Crif (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia) della regione Rhône-Alpes, Marcel Amsallem, ha preso contatto, il 7 giugno, con il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, in seguito alla polemica suscitata dal sermone dell’abate Martin nella Cattedrale Saint Charles nella città di Saint Etienne l’11 marzo scorso. Secondo un gruppo di parrocchiani, l’abate Martin avrebbe evocato in termini positivi la figura di Xavier Vallat, ex-commissario alle questione ebraiche durante il regime di Vichy. Xavier Vallat (1891-1972), avvocato e giornalista, è stato tra i principali architetti della politica antisemita di Vichy. Dopo aver scontato due anni dei dieci ai quali era stato condannato dopo la guerra, ha continuato a scrivere e a pubblicare libri e articoli nei quali ribadiva le sue tesi razziste e antisemite.

I parrocchiani presenti al sermone sono insorti contro il “ritratto tracciato” di Xavier Vallat i cui scritti antisemiti avrebbero ispirato l’arringa dell’abate. Vallat sarebbe stato ricordato, tra l’altro, come “uno scrittore regionale interessante”. Colpiti dalle parole del predicatore, i parrocchiani hanno indirizzato una lettera aperta alle più alte autorità ecclesiastiche francesi. Secondo il quotidiano Le Progrès di Lione, all’origine della notizia, “sembra che l’abate si sarebbe scusato”. Tuttavia, il cardinale Barbarin, che ha dichiarato di essere “colpito” dalle parole del prete, ha promesso al presidente del Crif Rhône-Alpes d’avviare un’inchiesta per chiarire la questione.