Il report 2017 dell'ADL

Rapporto ADL 2017: +67% gli episodi di antisemitismo negli Usa rispetto al 2016

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
Il rapporto 2017 della Anti Defamation League sull’antisemitismo è stato presentato lo scorso primo gennaio al comitato per l’immigrazione e la diaspora del parlamento israeliano.

I dati, pubblicati da ADL a New York lo scorso novembre, mostrano un aumento del 67% degli episodi di antisemitismo registrati negli Stati Uniti dal primo gennaio al 30 settembre 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016. Ammontano in totale e 1.299 gli eventi antisemiti segnalati, fra aggressioni, atti vandalici e attacchi a istituzioni ebraiche.

Il quadro completo del fenomeno è tuttavia sconosciuto a causa della sottostima dei numeri analizzati, poiché molti fatti accaduti non sono stati riferiti. “Molti episodi antisemiti non vengono segnalati perché le vittime hanno paura di denunciarli, ma anche a causa della difficoltà nell’identificare un certo attacco come antisemita”, ha precisato Carol Nuriel, responsabile di ADL in Israele.

Fra gli incidenti di cui si è venuti a conoscenza si è per contro registrato un numero inquietante di episodi di bullismo e di atti di vandalismo nelle scuole e nelle università statunitensi. I comportamenti antisemiti rilevati nelle scuole elementari nel 2017 sono infatti più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2016 (269 contro 130), mentre nei campus universitari sono stati identificati 118 episodi nei primi tre trimestri del 2017 rispetto ai 74 dello stesso periodo del 2016, con un aumento del 59%.

Fra i fattori che secondo il rapporto di ADL hanno contribuito a un significativo impatto degli atti antisemiti c’è il raduno avvenuto lo scorso agosto a Charlottesville, solo uno degli almeno 33 eventi pubblici a sostegno della supremazia bianca organizzati negli Stati Uniti nel 2017.

Nachman Shai, presidente del comitato parlamentare per l’immigrazione e la diaspora, ha descritto le cifre presentate da Nuriel come “inconcepibili”, poiché “minacciano di oscurare l’atteggiamento nei confronti degli ebrei in tutto il mondo”. “Questa situazione richiede un grande sforzo politico da parte nostra – ha sottolineato Shai, come riporta il Jerusalem Post questa settimana -. Dobbiamo rafforzare la cooperazione tra il governo di Israele e le organizzazioni non governative, tra il governo di Israele e altri governi e intensificare la lotta contro questo grave fenomeno”.

Secondo Yaakov Hagoel, vicepresidente dell’Organizzazione sionista mondiale, un recente sondaggio condotto dalla sua organizzazione tra gli ebrei americani ha rivelato che il 70% di loro ha subito un evento antisemita nel corso dell’ultimo anno e che solo il 12% non ha mai avuto incidenti di questo tipo. Riporta ancora il Jerusalem Post che Yigal Palmor, portavoce dell’Agenzia ebraica, ha in particolare sottolineato l’ascesa dell’antisemitismo politico, espresso da casi come l’antisemitismo nel partito laburista del Regno Unito o quello tra le popolazioni di immigrati musulmani.