Perseguitati e persecutori

Italia

Nel libro di Odifreddi Perché non possiamo essere cristiani si legge “Come gli ebrei di oggi, i cristiani di allora passarono presto dalla parte dei perseguitati a quella dei persecutori”. Dopo Asor Rosa, un nuovo attacco agli ebrei. Bruno Piperno Beer risponde.

Egr. Prof Odifreddi,
ho letto il suo libro Perché non possiamo essere cristiani.
Richiamo la sua attenzione su quanto scritto a pagina 159:

“In ogni caso con o senza donazione dopo l’Editto di Costantino e Licinio del 313 i Cristiani incominciarono ad alzare la cresta e a fare agli altri ciò che gli altri avevano fatto a loro, e anche peggio. L’imperatore Teodosio I fornì loro un supporto giuridico con una serie di disposizioni che poi confluirono nel cosiddetto Codice Teodosiano: nel 381 il Cristianesimo fu dichiarato religione di Stato, nel 389 le feste pagane che non erano state trasformate in feste cristiane vennero abolite, nel 391 i riti pagani furono proibiti e i templi vennero chiusi, nel 393 perfino le Olimpiadi furono cancellate. L’ispiratore di queste misure fu Ambrogio, vescovo di Milano, che pronunciò poi l’orazione funebre al funerale di Teodosio nel 395.

Come gli ebrei di oggi, i cristiani di allora passarono presto dalla parte dei perseguitati a quella dei persecutori, e iniziarono a radere al suolo i templi per costruirci le loro chiese.”

Ritengo che l’ultima frase da lei scritta e da me sottolineata sia errata.
Non mi risulta in alcun modo, ne converrà anche lei, che gli ebrei di oggi stiano radendo al suolo luoghi di culto di altre religioni.

Forse voleva “solo” dire che gli ebrei sono diventati persecutori (in ogni caso la frase è ambigua), con questo affermando che i 13-16 milioni di ebrei attualmente viventi sono attivi nel perseguitare qualcun altro.

Ritengo che anche in questo caso la frase sia scorretta perché in tutti i giornali del mondo la notizia non sarebbe sottaciuta.

Forse pensando alla difficile situazione di Israele-Palestina si riferiva agli ebrei viventi nello Stato di Israele e quindi “persecutori” dei palestinesi.

Anche in questo caso la frase è errata.

Come ben sa, gli ebrei israeliani sono caratterizzati dal fatto di avere opinioni molto diverse gli uni dagli altri e non è corretto assimilare tutti ad un unico comportamento.

Forse si voleva riferire alla politica del governo israeliano.

Anche in questo caso la frase non è corretta.

La situazione medio orientale è molto complicata e molti sono gli attori presenti nella scena. Ritengo quindi molto semplicistico e “manicheo” attribuire con tale certezza la responsabilità ad una sola parte coinvolta nel conflitto.

In conclusione mi dispiace dover constatare che nella frase in questione non siano state adeguatamente utilizzate le categorie della logica a lei giustamente care.

Spero quindi che vorrà modificare la frase nella prossima edizione del suo libro.

Sicuramente potrà trovare un approfondimento ed un chiarimento ai concetti da me espressi se vorrà leggere il saggio breve di Gadi Luzzatto Voghera Antisemitismo a sinistra, Edizioni Einaudi – Capitolo “Ebreo vittima o persecutore: la schizofrenia come prodotto dell’astrazione”- Pag. 40 e seguenti.

Cordiali saluti.

Bruno Piperno Beer

La risposta di Odifreddi
Caro Bruno,
grazie della mail e della puntualizzazione: naturalmente, ha ragione lei nel dire che per “ebrei” in quella frase intendevo “israeliani”. Ma naturalmente, allo stesso modo dicendo che i “cristiani” stanno facendo guerra agli islamici bisognerebbe dire gli “statunitensi”, eccetera.
È verissimo che gli ebrei e gli israeliani sono due categorie differenti, che bisognerebbe tenere distinte in un saggio. In una frase di due righe, è naturalmente difficile fare distinzioni sottili, ma mi premeva sottolineare che spesso i perseguitati di ieri diventano i persecutori di domani.
A presto, per ora!
pgo