La stella gialla contro i vaccini. Una ignobile strumentalizzazione

Italia

di Ester Moscati

Una stella gialla, come quella  imposta agli ebrei nell’Europa nazifascista, ha preso a circolare su Facebook con una inquietante frase sovrapposta: bambino non vaccinato.

La follia degli antivaccinisti è approdata a nuove frontiere comunicative: i bambini che non possono essere iscritti a scuola perché i genitori si rifiutano di vaccinarli sarebbero come i piccoli ebrei discriminati. Poco importa a questi irresponsabili che la differenza tra le due situazioni sia eclatante. I bambini devono essere vaccinati per la propria protezione sanitaria e per quella della comunità scolastica in cui sono inseriti; mentre per i bambini ebrei marchiati dalla stella gialla c’era solo discriminazione e condanna a morte.

Caricature del Ministro Lorenzin in uniforme nazista rafforzano questa teoria: l’obbligo vaccinale sarebbe una pratica nazista.

Ma come scrive Roberto Burioni  “Fa bene il Ministro Lorenzin a impegnarsi perché le vaccinazioni siano obbligatorie per iscriversi a scuola. Fa bene perché questo renderà le scuole più sicure proteggendo sia i bambini vaccinati, sia quelli che non si sono ancora vaccinati, sia quelli che non si sono potuti vaccinare – magari perché stanno guarendo da una leucemia. Quando parliamo del diritto allo studio ricordiamoci che anche i bambini immunodepressi, trapiantati o ammalati – nei quali i vaccini sono controindicati e infezioni come il morbillo possono essere letali – hanno il diritto di frequentare le scuole e studiare senza rischiare la vita. Hanno questo diritto e io lo vedo prevalente rispetto a quello che invocano i genitori che non vogliono vaccinare i figli sulla base di pericolose bugie senza nessuna base scientifica“.

Non contenti di mettere a rischio la salute dei propri figli e di tutta la comunità che, al di sotto del 95 per cento di vaccinati, perde l’immunità di gregge che impedisce ai virus di circolare, questi personaggi utilizzano in modo vergognoso un simbolo del dolore e della persecuzione del popolo ebraico.

«Trovo assolutamente di cattivo gusto – dice Davide Romano, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano –  che la stella gialla, simbolo di discriminazione prima, e morte poi, per 6 milioni di ebrei, venga usata per campagne politiche. Così come i fotomontaggi del ministro Lorenzin con divisa da SS. Usare i morti nelle camere a gas è una pratica ripugnante e offensiva, soprattutto per coloro che non ci sono più e non possono dire nulla. Chiedo l’immediata cessazione di questa campagna che non solo sminuisce e banalizza la Shoah, ma contribuisce a avvelenare l’intera società civile con un linguaggio estremo. Ricordo infatti che chi non cura la parola non ha cura delle persone, avere cura della parola significa avere cura degli altri. Inizino dunque gli antivaccinisti a dimostrare, con l’interruzione di questa campagna, di avere rispetto per gli altri, prima di chiederlo per loro e le loro idee».