Giornata dei Giusti a Palazzo Marino per il Giardino Virtuale

Italia

di Marina Gersony

«Milano si conferma capitale morale del movimento culturale dei Giardini dei Giusti che Gariwo ha costruito in Italia e nel mondo. […]. Lo spirito che guida questo movimento è che ogni individuo, nel suo piccolo, può sempre fare qualche cosa per porre un argine all’odio, all’antisemitismo, al razzismo e può evitare che si ripetano nuovi genocidi, totalitarismi e atrocità di massa contro gli esseri umani».

Sono le parole pregnanti di Gabriele Nissim, Presidente Gariwo, per celebrare la Giornata dei Giusti insieme alle istituzioni e a un folto gruppo di cittadini, tra cui moltissimi giovani. L’obiettivo è di avvicinare soprattutto loro, le nuove generazioni, a queste figure capaci di risvegliare le coscienze, combattere l’indifferenza e offrendosi come esempio per promuovere l’impegno civile e l’assunzione personale di responsabilità.

Nel corso della cerimonia che si è svolta lo scorso 14 marzo presso il Monte Stella al Giardino di Milano, sono stati onorati Istvan Bibo, Simone Veil, Wangari Maathai e Denis Mukwege. (Il tema scelto dall’Associazione per il Giardino dei Giusti per il 2019 – fondata dal Comune di Milano, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, da Gariwo, presieduta dal Sindaco di Milano in carica – è “L’Umanità a un bivio. Europa e Africa tra indifferenza e responsabilità”).

Di seguito, nel pomeriggio, presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, sono state consegnate le pergamene per dieci nuovi Giusti dei Giardino Virtuale del Monte Stella – Adélaïde Hautval, Andrea Angeli, Maria Bertolini Fioroni, Don Nino Frisia, Gherard Kurzbach, Guido Ucelli e Carla Tosi Ucelli, Ludwig “Luz” Long, Mons. JP Carroll Abbing, Giandomenico Picco, Suor Leonella Sgorbati -, figure d’esempio morale e umano che ci ricordano come sia sempre possibile reagire a un’ingiustizia anche nelle situazioni più pericolose e difficili. La consegna delle pergamene è stata preceduta dagli interventi del console onorario d’Armenia e co-fondatore di Gariwo, Pietro Kuciukian, del presidente del Consiglio comunale, Lamberto Bertolé, e del vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Giorgio Mortara.

«La figura dell’Uomo Giusto (lo Zadik) è presente sin dagli albori in tutta la letteratura ebraica dalla Torah al Talmud sino alla saggistica e ai romanzi di testimonianza come l’Ultimo dei Giusti di Schwarz-Bart – ha osservato tra l’altro Giorgio Mortara –. Nel libro di Genesi si parla per la prima volta dei Giusti nel famoso episodio della distruzione di Sodoma e Gomorra».

Mortara ha quindi spiegato che anche se Abramo non riuscì a salvare le due città, un risultato comunque lo ottenne nel celebre faccia a faccia con Dio: il farsi strada nella coscienza individuale dell’uomo del senso della responsabilità personale di ciascuno nei confronti dell’intera collettività umana, la consapevolezza che in capo a ogni uomo sta un dovere di solidarietà collettivo e che esso va oltre le appartenenze, le convenienze personali e le logiche di gruppo.  «I Giusti, secondo i Profeti – ha rilevato Mortara –, sono coloro, che anche a prezzo della propria vita, praticano solidarietà ed accoglienza, soccorrono deboli e oppressi, non cedono all’idolatria, cioè alla adorazione di cose e conquiste cui vien dato parvenza di divino in quanto soddisfano i propri comodi».

Praticare il Bene per un’umanità migliore vuol dire infine anche saper misurare le parole. Perché le parole hanno un grandissimo potere, altamente costruttivo o distruttivo. Oggi purtroppo vengono usate con troppa leggerezza e superficialità, spesso con lo scopo di manipolare, destabilizzare, seminare rancore o incitare all’odio, rappresentando una vera minaccia del nostro presente.

«Nel Krapar, ossia nell’armeno antico, la parola pan significa anche “fatto” o “cosa” – spiega Pietro Kuciukian –. È anche un concetto di azione (agire) ossia, quando una parola viene espressa in un determinato momento, provoca inevitabilmente una conseguenza nel tempo. Sono molte le parole che nell’arco della storia hanno sbloccato una situazione. Nel Male ma anche nel Bene».

 

 

 

Alcuni nomi iscritti nel Giardino Virtuale dei Giusti dell’Umanità

Adélaïde Hautval

Medico di fede protestante, internata ad Auschwitz nel 1943, con eccezionale coraggio e forza morale si rifiutò di eseguire gli inumani esperimenti proposti dagli aguzzini nazisti sui prigionieri. Trasferita a Birkenau curò gli ebrei internati nei campi sino alla sua liberazione nel 1945. Per il suo eroismo è stata riconosciuta “Giusta tra le Nazioni” nel 1965.

Maria Bertolini Fioroni

Maestra elementare di Costabona di Villa Minozzo (RE), diede rifugio nella sua casa sull’Appennino reggiano a un comando di ufficiali inglesi impegnati contro i nazifascisti. Parimenti, nascose numerosi fuggitivi e la famiglia ebrea del professor Lazzaro Padoa, il quale la ricordò in seguito come “acciaio temprato in un bagno di dolcezza”.

Gerhard Kurzbach

Sottufficiale della Wermacht, durante la II Guerra Mondiale, con il pretesto del bisogno di manodopera per la propria officina meccanica, riuscì a salvare 200 ebrei del ghetto di Bochnia, in Polonia. A seguito di ciò, venne arrestato e di lui non si seppe più nulla. Per il suo sacrificio è stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” nel 2012.

Guido Ucelli e Carla Tosi Ucelli

Imprenditori milanesi, celarono numerosi ebrei organizzandone l’espatrio in Svizzera. Per tali coraggiosi gesti furono imprigionati dalle SS nel carcere di San Vittore dove subirono violentissimi interrogatori e successivamente incarcerati in luoghi differenti. Tornati liberi ripresero le loro attività non rinunciando ad opporsi alla violenza ed all’arbitrio nazista.