Il sindcao di Napoli Luigi De Magistris

Street artist napoletani arrestati (e rilasciati) in Israele. La Comunità ebraica contro il sindaco De Magistris

Italia

di Paolo Castellano
Il 28 luglio la polizia israeliana ha arrestato a Betlemme due street-artist italiani mentre stavano realizzando un murales dedicato alla giovane palestinese Ahed Tamimi. Salvatore De Luise e Jorit Agoch stavano dipingendo il volto dell’attivista 17enne da circa una settimana sulla barriera tra Israele e la Cisgiordania. La coppia di italiani è stata rilasciata il 30 luglio, lo ha comunicato il loro avvocato Azmi Masalha dichiarando che le autorità israeliane non procederanno con nessuna accusa penale.

I dettagli della vicenda dei due writer in Israele

La polizia israeliana ha arrestato De Luise e Agoch per vandalismo. I due sono stati colti in flagranza di reato, con la scala appoggiata al muro della barriera. Gli agenti hanno poi comunicato che i due artisti di strada hanno tentato la fuga, fallendo nel loro intento. Il New York Times ha inoltre riportato che assieme ai due italiani è stato fermato anche un palestinese, ma non è ancora chiaro il suo ruolo nella vicenda.

I trasgressori sono poi stati portati in due edifici separati. In seguito le autorità israeliane hanno cancellato i loro visti, intimando a De Luise e Agoch di lasciare il Paese entro 3 giorni. Oltre al foglio di via, i due artisti non potranno ritornare in Israele per 10 anni. L’avvocato Masalha ha però criticato i provvedimenti della giustizia israeliana, sostenendo che i suoi assistiti non dovevano essere puniti dal momento che sul muro sono presenti altri graffiti.

La coppia di writer ha inoltre spiegato di aver dipinto un murales per esprimere la loro solidarietà  ad Ahed Tamimi, la ragazza palestinese scarcerata il 28 luglio dopo aver scontato 8 mesi di prigione per aver schiaffeggiato due soldati israeliani nel villaggio di Nebi Saleh in Cisgiordania.

Il murales fatto sul muro da Jorit e l'altro street artist
Il murales fatto sul muro fra Israele e Cisgiordania dai street artist Jorit e De Luise

Lo scontro tra De Magistris e la Comunità ebraica di Napoli

La diplomazia italiana è intervenuta prontamente nella vicenda, chiedendo il rilascio dei due italiani arrestati in Israele. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha espresso il suo dispiacere per l’arresto di Jorit Agoch – artista napoletano di origini olandesi –  in un post di Facebook (ora non più visibile), in cui ha definito “muro dell’apartheid” la barriera di sicurezza tra la Cisgiordania e Israele, ed “esercito occupante” la polizia israeliana. Come riporta Il Mattino, il commento del sindaco ha provocato le immediate critiche della Comunità ebraica di Napoli, che ha diramato un comunicato stampa in cui ha chiesto a De Magistris di mettere da parte i suoi sentimenti anti-israeliani e di occuparsi più dei problemi della città che amministra, invece di dedicarsi alla politica estera.

Il messaggio della Comunità ebraica di Napoli

Diversi iscritti della nostra comunità e di altre comunità italiane sono cittadini israeliani esposti, come gli altri abitanti di Israele, agli attacchi terroristici e missilistici e pertanto, in quanto nostri fratelli e nostri iscritti, questa comunità avverte l’obbligo morale di sottolineare la necessità, da parte delle istituzioni, di affrontare la questione israelo – palestinese con equilibrio e nel rispetto dei diritti di entrambi i popoli coinvolti.

 Al di là dell’arresto del muralista, definire la barriera di confine tra Israele e la Cisgiordania (costituita da un muro solo per il 10 % della sua lunghezza totale) “muro dell’apartheid” è una distorsione che dimostra disprezzo per la sicurezza dei cittadini israeliani visto che da quando esiste quella barriera, gli attentati palestinesi in Israele si sono ridotti di più del 90 %.

Analogamente, definire la diciassettenne attivista palestinese Ahed Tamimi come “la ragazzina palestinese arrestata da minorenne per aver manifestato il legittimo disprezzo contro l’esercito occupante della sua terra” è tendenzioso e mistificatorio dal momento che quella minorenne, educata all’odio fin dalla più tenera età e premiata dal leader turco Erdogan, è stata arrestata dopo aver aggredito un giovane militare israeliano mentre presidiava una strada, senza che questi avesse compiuto alcuna azione violenta e senza alcuna reazione da parte del militare a quell’aggressione chiaramente provocatoria.

Quindi l’arresto e la condanna della giovane attivista palestinese, minorenne ma non certo una “ragazzina”, sono stati del tutto legittimi nell’ambito del rispetto delle leggi di un qualunque Stato democratico: questa è democrazia.

Termini suggestivi ma palesemente imprecisi per chiunque abbia una conoscenza approfondita dei fatti, ancor più se adoperati per comunicare su un social network, sono poco consoni ad una istituzione pubblica come il Comune di Napoli, tanto più che, come dimostrano diversi commenti a questo e ad altri post sul medesimo argomento pubblicati su Facebook dal Sindaco De Magistris e, finiscono con l’incoraggiare e l’alimentare il pregiudizio anti-ebraico e anti-israeliano.

Napoli ha molti problemi ancora irrisolti che riguardano tutti i suoi abitanti e rispetto ai quali certi sconfinamenti in materia di politica estera da parte del suo Sindaco risultano inspiegabili a meno che non siano dovuti ad una visione pregiudiziale di Israele e della questione israelopalestinese.

Ci auguriamo che il Sindaco e la sua Giunta continuino ad impegnarsi per risolvere i problemi della nostra città e che eventuali esternazioni su materie di competenza di altre istituzione siano improntate a maggior equilibrio e rispetto della realtà e di tutte le sensibilità interessate. 

La Comunità Ebraica di Napoli

@Castelpao

photo credits: (Washington Post)