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Casapound al Salone del Libro, scoppiano le polemiche

Italia

di Nathan Greppi
Sono scoppiate numerose polemiche dopo che è uscita la notizia secondo cui la Altaforte, una casa editrice legata a Casapound, avrà uno stand al Salone del Libro di Torino, che si terrà dal 9 al 13 maggio. Tutto è iniziato quando è stato annunciato che, in occasione della fiera, la stessa casa editrice avrebbe pubblicato un libro-intervista a Matteo Salvini, il che secondo alcuni dimostrerebbe un legame tra il Ministro dell’Interno e il partito di estrema destra.

Come riporta Il Post, per fare chiarezza giovedì 2 maggio il direttore del Salone, lo scrittore Nicola Lagioia, ha scritto su Facebook che è responsabile per il programma della fiera, ma non per gli stand. Sabato 4 maggio, invece, il Comitato di indirizzo ha dichiarato che spetta alla magistratura giudicare chi “persegua finalità antidemocratiche. È pertanto indiscutibile il diritto per chiunque non sia stato condannato per questi reati di acquistare uno spazio al Salone e di esporvi i propri libri”.

Le reazioni e le defezioni

Ci sono state diverse reazioni circa la presenza di Altaforte a Torino: quella che forse ha fatto più discutere è quella del giornalista Christian Raimo, che faceva parte del comitato editoriale del Salone, il quale su Facebook ha puntato il dito contro diversi editori e giornalisti di destra che, secondo lui, “sostengono un razzismo esplicito”. Il problema è che Raimo ha mischiato senza distinzioni sia persone effettivamente legate alla destra radicale sia figure moderate: i personaggi da lui citati sono l’ex-vicedirettore de Il Foglio Alessandro Giuli, il responsabile culturale di Casapound Adriano Scianca, il vicedirettore del quotidiano La Verità Francesco Borgonovo (che ha pubblicato un libro con Altaforte) e l’editore Francesco Giubilei; quest’ultimo si è difeso ricordando che il suo gruppo editoriale ha pubblicato autori sia di destra che di sinistra.

“Nel nostro catalogo ci sono autori di ogni area politica, nelle nostre librerie si trovano i libri di editori di qualsiasi schieramento, in dieci anni di attività – e i nostri autori possono testimoniarlo – non abbiamo mai censurato nessuno e scelto i manoscritti da pubblicare solo ed esclusivamente in base al valore del testo a prescindere da chi fosse l’autore,” ha dichiarato Giubilei. “La mia sensibilità politico-culturale ha determinato la pubblicazione di libri ascrivibili al mondo conservatore, liberale, sovranista, popolare ma non ha impedito che trovassero spazio nel nostro catalogo autori con idee di tutt’altro genere perché ritengo che la cultura sia confronto, discussione e scambio di opinioni.”

A causa dell’accusa di Raimo verso Giubilei, è intervenuto il sottosegretario ai beni culturali Lucia Borgonzoni, il che ha portato alle dimissioni di Raimo dal suo incarico di consulente editoriale per la fiera. Tuttavia, alle sue dimissioni sono seguiti gli annunci di alcuni autori che hanno deciso di non recarsi al Salone: lo storico Carlo Ginzburg, il collettivo di scrittori Wu Ming e il fumettista Zerocalcare.

Cos’è Altaforte

Altaforte è un marchio editoriale nato nel settembre 2018 e la cui sede è a Cernusco sul Naviglio; il suo fondatore, Francesco Polacchi, è iscritto al partito dal 2004 e in passato era responsabile nazionale del Blocco Studentesco, associazione giovanile di Casapound attiva in Università e licei. Proprio quando era a capo del Blocco, Polacchi fu condannato a un anno e quattro mesi di carcere dopo che, il 29 settembre 2008, lui e altri suoi compagni si scontrarono con studenti di estrema sinistra a Piazza Navona, a Roma, con lanci di sedie e fumogeni.

Il sito della Altaforte vende, oltre ai libri dello stesso editore, anche quelli di altri 7 marchi editoriali, tutti più o meno vicini alla destra radicale. Per quanto riguarda il fattore antisemitismo, sebbene la Altaforte non rientri nella lista degli editori antisemiti stilata dal CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), ci rientrano invece due degli altri editori che ospita sul proprio sito.