Missili da Gaza: ancora una notte nei rifugi nel sud di Israele

Israele
di Redazione
Gli allarmi missilistici sono risuonati ripetutamente questa notte, tra l’1.45 fino alle 4 del mattino, nel sud di Israele, per ordigni lanciati da Gaza. In particolare, sono state attaccate le aree di Eshkol, Sha’ar Hanegev, Sdot Negev e Ashkelon, a distanze variabili dalla Striscia. Oltre dodici i missili che hanno attraversato i cieli di Israele (35 secondo fonti locali), tre intercettati dal sistema di protezione Iron Dome e gli altri caduti in aree disabitate. La popolazione israeliana, a migliaia, è stata costretta a correre nei rifugi. Non ci sono state vittime né danni rilevanti.

Come riporta il Times of Israel, questo è il terzo attacco missilistico palestinese in pochi giorni, dopo quelli del 18 e del 20 giugno (45 missili lanciati, uno intercettato e 10 che hanno colpito aree urbane). Hamas ha affermato che si tratta della risposta alle incursioni di droni israeliani, mandati a colpire gli aquiloni e gli ordigni incendiari che stanno devastando i campi coltivati del sud di Israele. I droni israeliani, confermano fonti dell’IDF, hanno colpito due auto e un punto di osservazione palestinese usato da gruppi armati per lanciare attacchi incendiari. Nessun palestinese è stato ferito in questi episodi.

Dal mese di marzo oltre 600 aquiloni e palloni con attaccati ordigni incendiari sono stati indirizzati  verso le comunità agricole del sud di Israele. Nella maggior parte dei casi, hanno causato vasti roghi in campi e foreste della zona, per una perdita economica di circa 1,2 milioni di euro, tanto che il ministero dell’Agricoltura ha offerto dei compensi ai contadini colpiti – come accade per le famiglie toccate da attentati – dai roghi: 60 shekel, circa 15 euro, per ogni dunam andato in fiamme, (0,1 ettari). Sono almeno 500 gli ettari incendiati finora.

Contro questi ordigni incendiari, che non vengono individuati dal sistema Iron Dome, l’esercito israeliano sta avendo non poche difficoltà, tanto che ha dovuto dispiegare le sue forze speciali e i tiratori scelti lungo la barriera fortificata che separa Israele dalla Striscia di Gaza, e utilizzare dei droni che colpiscano le “armi volanti”.