di Nathan Greppi
Dopo lo scandaloso risultato della votazione avvenuta il 16 Aprile, in cui veniva negato il legame tra il popolo ebraico e il Monte del Tempio, la storia viene nuovamente contestata all’ONU da una nuova mozione delle autorità palestinesi e giordane.
Secondo quanto riportato su Ynetnews, il Ministero degli Esteri Israeliano e le ambasciate israeliane nel mondo si stanno impegnando duramente per impedire che venga accettata la risoluzione dell’UNESCO, la quale rigetta ogni legame storico tra il popolo ebraico e Gerusalemme e accusa Israele di danneggiare i luoghi di culto islamici.
La risoluzione verrà votata dal Comitato per il Patrimonio Mondiale, facente parte dell’UNESCO e composto da 21 rappresentanti di paesi membri.
Israele sta cercando di fare pressione sugli stati membri per impedire ciò che è accaduto ad Aprile, quando lo stesso comitato ha votato una risoluzione che accusa Israele (ripetutamente definita “Potenza Occupante”) di danneggiare luoghi sacri islamici e di “convertire rovine delle epoche islamiche e bizantine in cosiddetti luoghi di culto ebraici”.
La nuova risoluzione presentata dai palestinesi e dai giordani include numerosi punti problematici riguardo a Israele. Innanzitutto chiede a Israele di restituire il Monte del Tempio e la Moschea di Al-Aqsa allo “status quo storico”, ossia al loro status precedente al ’67. Inoltre, il testo si riferisce a più riprese all’intera area come a un sito esclusivamente musulmano, compreso il Muro del Pianto. Già nell’Ottobre 2015 era stato fatto un tentativo analogo, che fortunatamente non aveva avuto successo.
In tutti i punti del documento, Israele viene accusata dei crimini più svariati, come fomentare le ostilità interreligiose, violare trattati come la Convenzione di Ginevra, e impedire alle autorità giordane di restaurare i siti storici danneggiati (sempre da Israele).
Secondo la autorità israeliane, è in corso anche un tentativo di presentare alla Corte Suprema dell’Aia un’imputazione a carico di Israele riguardo alle sue attività sul Monte del Tempio.
L’ambasciatore israeliano all’UNESCO, Carmel Shama Hacohen, ha rilasciato una dichiarazione al riguardo: “Abbiamo perseguito una diplomazia coordinata ma la votazione sarà condotta attraverso un ballottaggio segreto e le regole del gioco sono ben note: i palestinesi hanno quasi sempre la maggioranza”.
Il Ministero degli Esteri ha rilasciato una dichiarazione molto critica verso l’iniziativa giordano-palestinese: “Il documento presentato all’UNESCO è un altro tentativo malizioso e disonesto di danneggiare l’affinità tra Israele e la sua capitale. […] Questo è un testo tendenzioso e speriamo che non riceverà il sostegno dei paesi membri. Gerusalemme è l’eterna capitale dello Stato D’Israele e solo d’Israele”.