Israele: una casa vicino a Tel Aviv colpita da un razzo lanciato da Gaza. 7 feriti, uno grave

di Redazione
Una casa della cittadina israeliana di Mishmeret è stata colpita stamane, alle 5.20, a nord di Tel Aviv, da un razzo sparato da Gaza, poco dopo che nella zona erano risuonate le sirene di allarme. Lo ha riferito la radio militare israeliana, secondo cui sul posto ci sono 7 feriti uno dei quali – una donna anziana –  in condizioni serie.  I 4 cani della famiglia sono stati uccisi dalle schegge e dalle macerie. Si indaga sul perché l’Iron Dome, questa volta, non si sia attivato intercettando il razzo.

È la prima volta che la zona viene raggiunta da razzi palestinesi provenienti da Gaza. Secondo la polizia, il razzo è caduto in una zona agricola a nord della città di Kfar Saba. L’edificio colpito è distrutto.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, da Washington, ha deciso di abbreviare la visita negli Stati Uniti e di tornare in patria dopo l’incontro con il presidente americano, Donald Trump. “Un attacco criminale contro Israele al quale reagiremo con tutta la forza – ha detto Netanyahu -. Vista la situazione di sicurezza ho deciso di accorciare la visita negli Usa. Tra poche ore vedrò Trump e subito dopo tornerò immediatamente in Israele per seguire la situazione da vicino”.

Nessun gruppo palestinese ha ancora rivendicato l’attacco, mentre il leader di Hamas a Gaza, Yahnya Sinwar, ha cancellato una prevista conferenza stampa e la leadership del movimento islamico nell’enclave si è nascosta in attesa della risposta israeliana.

L’attacco

Secondo le informazioni fornite dai soccorritori, una signora anziana è in gravi condizioni, un 59enne e una donna di 30 anni sono in condizioni moderate, mentre il marito di lei e i loro figli, una ragazzina di 12 anni, un bimbo di 3 anni e uno di 6 mesi, hanno riportato lievi ferite.

Dieci giorni fa, due razzi sparati da Gaza sono caduti su Tel Aviv senza provocare danni né feriti: sono stati i primi a cadere sulla città dalla guerra del 2014. Israele ha risposto bombardando un centinaio di obiettivi militari a Gaza.  Dopo il razzo da Gaza di questa mattina, Israele ha chiuso i valichi di frontiera di Erez (persone) e Kerem Shalom (merci) con la Striscia fino a nuovo ordine. Lo ha deciso il Coordinatore delle attività di governo nei Territori, generale Kamil Abu Rukun.

La strategia di Hamas

Come riporta il Times of Israel, negli 11 giorni dopo gli attacchi missilistici a Tel Aviv, gruppi terroristici nella Striscia hanno intensificato la violenza lungo il confine di Gaza, lanciando decine di ordigni incendiari trasportati da palloncini nel sud di Israele e conducendo scontri notturni lungo la barriera di sicurezza con l’obiettivo di interrompere la vita dei civili israeliani che vivono vicino a Gaza e dei soldati di stanza lì.

Domenica scorsa, un carro armato israeliano ha preso di mira due postazioni di Hamas lungo il confine di Gaza, in seguito a una serie di attacchi transfrontalieri nel corso della giornata, hanno detto i militari. Sabato notte, aerei militari israeliani hanno bombardato gli obiettivi di Hamas a Gaza dopo che un razzo ha suonato in alcune comunità israeliane al confine con la Striscia, allarmate da una potente bomba improvvisata lanciata al confine durante le rivolte notturne. Un palestinese è stato ucciso dal fuoco israeliano durante gli scontri di domenica scorsa, hanno detto le autorità nella Striscia. L’uomo di 24 anni è stato colpito al petto e altri due sono rimasti feriti, ha detto il ministero della salute gestito da Hamas.

Secondo Israele, le dimostrazioni, le rivolte notturne, gli esplosivi aerei e gli attacchi incendiari sono orchestrati da Hamas per fornire copertura alle nefande attività dell’organizzazione lungo la barriera di sicurezza, compresi i tentativi di infiltrazione, l’impianto di esplosivi e attacchi ai soldati israeliani.

Da non sottovalutare, poi, il fatto che nelle ultime settimane Hamas sta reprimendo con la forza una rivolta interna da parte degli abitanti della Striscia di Gaza, che stanno manifestando per chiedere un miglioramento delle condizioni di vita. In due settimane sono Hamas ha arrestato dozzine di manifestanti, picchiato gli attivisti e represso violentemente i media locali che coprivano i disordini. Da quando è salito al potere nel 2007, le condizioni dgeli abitanti della Striscia sono precipitate: i finanziamenti dati dalle forze straniere sono stati investiti per arricchire i suoi leader e per azioni di guerra, produzione di armi e creazione di tunnel.

Come riporta Giulio Meotti sul Foglio di giovedì 21 marzo,:”Di Khaled Meshaal, capo di Hamas per vent’anni, si stima una ricchezza personale di 2,6 miliardi di dollari depositati in conti del Golfo Persico. Ci sono seicento milionari a Gaza. Uno è il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, che ha comprato una villa a Rimal, quartiere ricco di Gaza City. Anche il suo vice, Mousa Abu Marzouk, ha una fortuna personale. Hamas ha speso 120 milioni di dollari in armi e tunnel dal 2014. Avrebbe potuto costruirci 1.500 case, 24 mila letti di ospedale, sei cliniche mediche e tre impianti per l’acqua. L’unica elettricità che i palestinesi hanno a Gaza gliela passa Israele e l’Anp si rifiuta di pagare le bollette. Anziché i tunnel, i palestinesi avrebbero potuto scavare pozzi per cercare l’acqua. E anziché usare l’elettricità per fabbricare i missili da lanciare su Israele, avrebbero potuto usarla per costruirci un impianto di desalinizzazione. Col Piano Marshall, l’America distribuì sessanta miliardi di dollari (rapportati al cambio attuale) all’Europa ricostruendola dopo la Seconda guerra mondiale. Secondo la Banca Mondiale, dal 1994 a oggi i palestinesi hanno ricevuto 31 miliardi di dollari in aiuti. Soldi finiti in terrorismo”.