Israele: sventata cellula jihadista. Preparava un grosso attacco terroristico a Beer Sheva in una sala concerti

Israele

di Paolo Castellano

Tre dei quattro palestinesi sospettati di organizzare un attentato di grandi dimensioni a Beer Sheva (fonte: Ynetnews, foto: Yisrael Josef )
Tre dei quattro palestinesi sospettati di organizzare un attentato di grandi dimensioni a Beer Sheva (fonte: Ynetnews, foto: Yisrael Josef )

Nel mese di settembre l’agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele Shin Bet ha arrestato quattro individui sospettati della pianificazione di un attacco terroristico in una sala eventi a Be’er Sheva. I quattro terroristi avevano anche intenzione di accoltellare un soldato dell’IDF. La notizia è stata riportata da Ynetnews il 20 ottobre.

Secondo le accuse rivolte contro i quattro, i sospettati avevano pianificato di lanciare delle granate all’interno di un gruppo di ballerini durante le celebrazioni nella sala eventi Narnia. Le armi prima di essere usate sarebbero state nascoste nei cestini ed estratte una volta iniziato lo spettacolo. I quattro avevano anche pensato di detonare alcune bombe nascoste sotto i tavoli da pranzo.

Inoltre, il gruppo terroristico aveva cominciato ad accumulare fondi per commettere un attacco separato che prevedeva il rapimento di un soldato dell’esercito dalla stazione centrale dei bus. L’intenzione era quella di ucciderlo e trucidarlo per ottenere alcune concessioni da parte del governo israeliano.

Durante l’investigazione sui quattro cospiratori si è scoperto che uno di questi risiedeva nella città beduina di Tel as-Sabi nel Negev e gli altri tre erano stranieri di Gaza. Gli inquirenti hanno inoltre scoperto che l’attacco pianificato era un’idea di una cellula islamica jhiadista ubicata a Gaza.

I sospetti, due dei quali avevano lavorato nella sala eventi che intendevano colpire, avevano pianificato con circospezione il loro attacco collezionando varie informazioni sui loro obiettivi.

I membri della cellula sono stati arrestati prima che avessero acquisito le armi necessarie per compiere l’attacco. Tuttavia, l’investigazione ha rivelato che i terroristi avrebbero preso un appartamento in affitto nell’area in cui avevano pianificato l’assalto e in cui intendevano uccidere il soldato rapito. La base operativa avrebbe permesso di conoscere meglio la sala con l’obiettivo di infliggere il maggior numero di vittime.

Il leader del gruppo terroristico – ricordiamo che tutti i membri sono stati arrestati il 21 settembre dallo Shin Bet in un’operazione coordinata con l’unità centrale della polizia del Negev – è stato identificato come Mahmoud Yusuf Hasin Abu-Taha  proveniente da Khan Yunis nel sud di Gaza. Egli era entrato in Israele attraverso il valico di Erez per motivi commerciali.

Quest’ultimo è stato reclutato da una cellula terroristica guidata da Wael Abu-Taha, un anziano ufficiale del movimento jihadista islamico che vive a Gaza.

A maggio, Mahmoud e Wael si sono resi responsabili dei pani per l’esecuzione dell’attacco nella sala, per questo fine, hanno controllato il numero di entrate nel complesso. Era stato deciso che il 55enne Shafik Hamad Ahmad Abu-Taha proveniente da Gaza – che lavorava nel luogo – avrebbe fatto entrare i terroristi, incluso Mahmoud che aveva pianificato di lavorare nel giorno fissato per la carneficina.

Durante un incontro con Wael, Mahmoud aveva ricevuto l’ordine di focalizzarsi sul rapimento del soldato piuttosto che sull’esplosione del Narnia.

Le accuse per i crimini contro la sicurezza pubblica sono state inoltrate anche dal distretto di Be’er Sheva contro il 39enne Ajmad Taysir Abd Elrahman Abu-Taha, Shafik e contro il 40enne Hani Abu-Amra che risiede nel Negev.

I quattro arrestati sono accusati, tra le altre cose, di aver stabilito un contatto con degli agenti stranieri, divulgato informazioni al nemico, frode, residenza in Israele senza documentazione legale e attività con organizzazioni illegali.

Secondo le accuse, Wael avrebbe sostenuto che lo scorso marzo Mahmoud avrebbe organizzato l’attacco al Narnia insieme a Shafik poiché entrambi avrebbero lavorato lì in quel giorno.

Come parte del piano del rapimento, Wael aveva ordinato a Mahmoud di orchestrare il sequestro e l’omicidio di due o tre civili israeliani ebrei che sarebbe poi stati sepolti. Queste terribili azioni sarebbero state utilizzate per costringere Israele ad acconsentire alle varie richieste politiche del gruppo. Wael avrebbe promesso di dare a Mahmoud una nuova auto e una nuova casa in cambio della buona riuscita della missione.