Gli scienziati israeliani che partecipano alla simulazione della missione su Marte, parte del progetto dell’Agenzia Spaziale israeliana D-MARS, Desert Mars Analog Ramon Station

Astronauti israeliani completano la prima simulazione su Marte. Protagonista: il deserto del Negev

Israele

di Carlotta Jarach
Marte non è mai stata così vicina: Israele ha appena completato un esperimento di simulazione nel deserto del Negev durato ben quattro giorni. Sei scienziati, così sostiene nientemeno che il Ministero della Scienza e Tecnologia d’Israele, hanno studiato e misurato radiazioni, gli effetti psicologici dell’isolamento, hanno cercato e testato vari campioni di suolo alla ricerca di segni di vita, si sono fatti insomma tutte quelle domande le cui risposte sono imprescindibili per la buona riuscita di una futura missione sul pianeta rosso. i24news ci informa inoltre che gli esperimenti hanno avuto luogo vicino a Mitzpe Ramon, luogo particolarmente arido e dalla conformazione geologica rosso-arancio, caratteristiche queste che lo rendono ambiente affine a Marte.

Durante la simulazione, continua l’articolo di i24news, i cosiddetti “Ramonauti” si nutrivano di cibo incapsulato, dormivano in alloggi confinati, e si muovevano sempre indossando l’attrezzatura spaziale. La missione israeliana è una delle numerose “spedizioni” su Marte che si svolgono in tutto il mondo, ma la prima di molte missioni pianificate che si terranno all’interno del progetto D-MARS (Desert Mars Analog Ramon Station).

Questo progetto, finanziato congiuntamente dall’Agenzia Spaziale Israeliana e dal Ministero Israeliano per la Scienza, la Tecnologia e lo Spazio, ha lo scopo di contribuire alla ricerca per la pianificazione di una futura missione con equipaggio, ma soprattutto di rafforzare l’interesse pubblico alla materia. “D-Mars è per metà ricerca, per metà coinvolgimento esterno. Una parte importante di questo progetto è suscitare interesse nel pubblico e coinvolgere gli studenti interessati nello spazio”: ha detto infatti Guy Ron, professore di fisica nucleare dell’Università Ebraica di Gerusalemme.

Il pianeta rosso di nuovo in prima pagina

Marte orbita a 225 milioni di chilometri dalla Terra, ed è da sempre nell’immaginario collettivo come luogo affascinante, ambito per gli esploratori spaziali, abitato da strani ometti verdi nei libri di fantascienza. Non a caso nella cronaca mondiale ha fatto tanta notizia, a inizio febbraio, la messa in orbita del missile spaziale Falcon da parte di SpaceX. L’attesissimo volo inaugurale porterà la roadster Tesla del CEO Elon Musk a orbitare proprio nelle vicinanze di Marte, anche se non mancano gli scettici. Il lancio è stato salutato dagli esperti del settore come un punto di svolta, e l’azienda californiana si prefigge tra gli obiettivi quello dei viaggi spaziali versione turistica.

Nell’attesa del prossimo shuttle direzione Marte, tutti i curiosi si dovranno accontentare del deserto del Negev.


@CarlottaJarach

(Photo credit: RONEN ZVULUN/ REUTERS)