20.000 israeliani fanno causa a Facebook per l’incitamento palestinese all’odio

Israele

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Un’immagine postata su Facebook incitante all’odio contro gli ebrei

Circa 20.000 persone hanno citato in giudizio Facebook a New York accusandolo di non considerare l’incitamento e gli appelli a uccidere gli ebrei postati sul social network da palestinesi. A capo dell’appello vi era l’israelo-americano Richard Lankin, 76 anni, che era rimasto colpito in un recente attacco terroristico a Gerusalemme e che è morto martedì 27 ottobre in seguito alle ferite riportate.

Al gigante dei social non vengono richiesti danni economici, ma di bloccare ogni incitamento razziale e appello alla violenza contro gli ebrei in Israele.

Secondo quanto scritto nel comunicato rilasciato dai querelanti, molti assalitori palestinesi “erano motivati a commettere i loro crimini dagli incitamenti all’assassinio postati su Facebook da demagoghi e leader che esortano i loro seguaci a “massacrare gli ebrei”, offrendo istruzioni per come farlo meglio e persino delle carte anatomiche in cui sono evidenziati i punti migliori dove pugnalare”.

“Il rifiuto di Facebook di rimuovere il fiume di video estremisti, dichiarazioni e vignette postati dai palestinesi incoraggia la violenza e fomenta le fiamme degli attacchi terroristici degli ultimi mesi”.

Facendo così, Facebook è “lungi dall’essere una piattaforma sociale neutrale o passiva”, dal momeno che “utilizza algoritmi sofisticati per realizzare pubblicità personalizzate, monitoraggi delle attività degli utenti e connetterli ad amici potenziali”, e quindi “ha la possibilità di monitorare e bloccare i messaggi degli estremisti e dei terroristiche chiamano alla violenza”.

La querela sostiene che “i querelanti stanno vivendo nel reticolo di una furia terrorista omicida portata avanti da assassini che attaccano persone con coltelli, asce, cacciaviti, macchine e cocktail Molotov per nessun’altra ragione se non quella di attaccare degli ebrei”.

Intanto il governo israeliano sta sviluppando un’applicazione per smartphone che permetterà a chiunque assista a un attacco terroristico di contattare le forze della sicurezza.