Tre teste di maiale alla Comunità Ebraica di Roma

Italia

Sarebbero a una svolta le indagini sui tre pacchi con dentro altrettante teste di maiale, recapitate venerdì alla sinagoga di Roma, all’ambasciata israeliana e ad un museo che ospitava una mostra sull’ebraismo.

I mittenti anonimi dei pacchi sarebbero romani che gravitano attorno agli ambienti dell’estrema destra. I plichi sarebbero partiti dunque dalla capitale e consegnati alla società di spedizione giovedì scorso.

La macabra provocazione era stata messa in atto contro la comunità ebraica nella Capitale, a pochi giorni dal Giorno della Memoria per il ricordo della Shoah.

Il primo pacco è arrivato venerdì pomeriggio alla Sinagoga, consegnato da una società privata di spedizioni. Chi l’ha ricevuto si è subito insospettito per la mancata indicazione del mittente. Il filtro dei controlli di sicurezza ha funzionato, il pacco senza mittente è stato restituito al corriere che nella sua sede ha allertato gli artificieri. Aperto l’involucro e scongiurato il rischio di un ordigno, la paura ha lasciato il posto all’indignazione. La scatola, appunto, non aveva un mittente, né un biglietto. Ma il messaggio è chiaro: offendere la comunità ebraica con un gesto provocatorio, a due giorni dalle celebrazioni per il Giorno della Memoria, e solo a poche ore dallo Shabbath.

Successivamente, sono stati consegnati gli altri due pacchi, all’ambasciata israeliana e al Museo della Storia. In uno dei tre pacchi sarebbe stata trovata una lettera. Una sorta di “rivendicazione”: un messaggio che fa riferimento anche a Theodor Herzl, lo scrittore ungherese di fine ‘800 fondatore del movimento sionista, e frasi deliranti sull’olocausto e sulle deportazioni, serviti, secondo gli autori dello scritto, “a contenere l’economia ebraica”. Gli investigatori della Digos diretti da Diego Parente hanno lavorato tutta la notte per individuare tracce o elementi utili per rintracciare il mittente.

Interrogato anche il dipendente della Tnt che si è occupato dello smistamento di plichi e missive. L’uomo avrebbe dichiarato che quei tre pacchi sono arrivati il 23 sera. E, con molta probabilità, sarebbero stati spediti da un centro spedizioni del sud.

In mattinata, svastiche e slogan antisemiti sono comparsi sulle mura del III Municipio di Roma, come ha riferito il presidente della commissione Politiche Sociali di Piazza Sempione, Yuri Bugli. Nel pomeriggio la Sezione Pics decoro della Polizia Locale di Roma Capitale, insieme al personale dell’Ama, le ha rimosse. Una di loro recitava “Olocausto menzogna”, mentre un’altra tirava in ballo Anna Frank, ma con una acca di troppo: “Hanna Frank bugiardona”. “Durante la notte idioti senza paragoni hanno imbrattato con scritte neofasciste e antisemite la sede istituzionale del III Municipio – spiega Bugli -. I vigliacchi autori dello scempio attaccano in questo modo tutta la nostra comunità. La vergogna e l’onta che questi personaggi gettano su tutta la città deve portarci a reagire con fermezza condannando l’atto e ricordando ogni giorno gli orrori causati dall’odio razziale nazifascista”.

I plichi con le teste di maiale rappresentano “una provocazione disgustosa”, ha commentato il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: “alle forze dell’ordine va il nostro ringraziamento. Riponiamo piena fiducia nella loro capacità di indagine per trovare i responsabili di questo ignobile fatto”. Poi il “grazie all’Italia trasversalmente unita che condivide i valori della Memoria – ha continuato Pacifici – ed è vigile in ogni fenomeno di razzismo e antisemitismo e di provocazioni disgustose come quella di cui siamo stati oggetto”.

L’episodio ha scatenato la dura reazione del sindaco capitolino, Ignazio Marino, per il quale si tratta di «un affronto. Condanno – prosegue – con fermezza questo gesto inqualificabile nei confronti della comunità ebraica di Roma. Chi la offende fa un oltraggio a tutta la città. Sono vicino al presidente Riccardo Pacifici, al rabbino capo Riccardo Di Segni e a tutti i componenti della comunità».

Per Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, “si tratta di un gesto ripugnante, barbaro, condotto con stile quasi mafioso. Sono sicuro, e ne ho riscontro già in queste ore, che gli italiani e le istituzioni di questo Paese si schiereranno al nostro fianco. L’Italia reagisce in modo sano a questi gesti”. E il presidente del Consiglio, Enrico Letta: “I gesti oltraggiosi di oggi dimostrano che mai va abbassata la guardia”. Per il presidente della Camera, Laura Boldrini si è trattato di una “provocazione disgustosa, inaccettabile alla vigilia della Giornata della Memoria”. “Atti vili,  grumi di intolleranza e ignoranza che esistono ancora nel nostro Paese”, così, in una nota, Silvio Berlusconi.

Anche lo Stato di Israele  ha reagito alla provocazione. «Israele condanna con forza
l’orribile e brutale fatto avvenuto in Italia. Questi fenomeni di antisemitismo e di razzismo non devono essere tollerati», si legge nella dichiarazione del ministero degli Esteri, riportata dall’ambasciata israeliana a Roma. «Siamo fiduciosi che le autorità italiane indagheranno su
questo incidente ed assicureranno i responsabili alla giustizia».

Il direttore generale dell’Associazione Ebraica European Rabbi Menachem Margolin attira l’attenzione che l’episodio di Roma non è un incidente isolato, ma un chiaro esempio del fatto che anche oggi, 75 anni dopo il nazismo, l’antisemitismo sta alzando la testa. “Non succede solo a Roma, e si tratta di ben più di tre teste di maiale – ha dichiarato -. Sfortunatamante, attaccare gli ebrei sta diventando una routine nel continente, dall’Ucraina nell’Est al Regno Unito in occidente”.