Repubblica Ceca: un reality show fa rivivere l’occupazione nazista, sotto le polemiche

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di Ilaria Myr

vacanze nel protettoratoUn nuovo reality show televisivo trasmesso in repubblica Ceca, in cui una famiglia vive sotto l’occupazione nazista, è al centro delle critiche.

Come riporta i24news, “Vacanze nel Protettorato“, prodotto dalla Televisione Ceca, mette in scena tre generazioni di una famiglia contemporanea in una fattoria nella zona, una volta conosciuta come il “Protettorato di Boemia e Moravia.” (Questa regione era un’entità politica istituita dalla Germania nazista dopo lo smembramento del territorio della Cecoslovacchia conseguente al patto di Monaco e all’invasione tedesca nel 1939).

Il principio dello show? Vedere se la famiglia riesce a vincere un grande premio vivendo in “condizioni di occupazione” per due mesi.

Fortunatamente per la famiglia, non sarà trattata come i 82.309 ebrei che vivevano nel protettorato e che furono deportati dai nazisti nei campi di concentramento e di sterminio, o uccisi dai dipendenti cechi. (Circa 71.000 ebrei del Protettorato sono stati uccisi durante la Shoah).

“Che cosa c’è di divertente nel  guardare persone preoccupate dai soldati tedeschi e informatori nazisti (interpretate da attori)?”, si sono chiesti gli spettatori, come citato dal Times of Israel sito web. “Le persone sanno quello che è successo, e l’orrore che è stato. Fino a dove si arriverà? Un ‘Grande fratello’ ad Auschwitz?”, si chiede un altro spettatore.

 

La realizzatrice del programma Zora Cejnkova si è difesa dalle accuse secondo le quali il programma disonora quelli che hanno realmente subito l’occupazione. “Quando è partito il progetto, sapevamo che poteva provocare un dibattito sui limiti di questo genere di show. Ho provato a mostrare a cosa somigliava questo periodo con molta serietà e rispetto al suo carattere tragico”, ha dichiarato all’agenzia di informazione ceca CTK.

“Sappiamo che esplorare un periodo così tragico è molto controverso – ha continuato -. Nonostante ciò, crediamo che sia giusto cercare di farlo, a condizione che certe regole etiche siano rispettate”.