Portogallo, le autorità rifiutano di indennizzare i discendenti del “Dreyfuss portoghese”

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di Roberto Zadik

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Artur Carlos de Barros Basto

Espulso dall’esercito perché di origine ebraica. Proprio come era successo nella Francia ai tempi del celebre “affare Dreyfus”. Questa però è una storia rimasta nell’ombra e avvenuta in Portogallo nel 1937 quando l’ufficiale di alto rango Artur Carlos de Barros Basto, venne allontanato dall’esercito portoghese perché ebreo, senza aver commesso nessun tipo di reato. E ora le autorità portoghesi sebbene abbiano reintegrato i militari destituiti a quel tempo dal loro incarico non intendono risarcire i parenti di De Barros Basto. A dare la notizia di questa vicenda il sito francese www.i24news.tv che ne descrive approfonditamente la dinamica soffermandosi sulla sua movimentata biografia.

Definito dalla comunità ebraica portoghese “Il Dreyfus del Portogallo”, il militare era nato nella cittadina di Amarante da genitori discendenti da ebrei convertiti forzatamente al cattolicesimo ai tempi dell’Inquisizione. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’ufficiale si distinse per grandi meriti militari combattendo valorosamente nei corpi militari del fronte occidentale e prendendo parte all’offensiva degli alleati per liberare il Belgio. Dopo la guerra, Basto, decise di tornare all’ebraismo, studiandolo intensamente e recandosi in Marocco nel dicembre del 1920 per convertirsi formalmente all’ebraismo. Sposatosi con una donna ebrea, Basto divenne un ebreo praticante incoraggiando altri discendenti di antichi marrani a compiere il suo stesso gesto.  Oltre a questo, fondò la prima Yeshivà portoghese a Porto, dopo cinquecento anni, organizzandone le attività. Ma la situazione sarebbe rapidamente peggiorata e negli anni ’30 il governo fascista si insediò in Portogallo. Basto venne venne rimosso dall’esercito nel 1937 accusato di essere circonciso e omosessuale dai suoi superiori.

Una vicenda amara e incresciosa che in questi anni è stata oggetto di una battaglia giudiziaria fra i suoi parenti, la comunità ebraica locale e il governo portoghese. Nel 2012 la comunità ha lanciato una campagna per risarcire i parenti di Basto e reintegrarlo nell’arma ripristinandone la reputazione e il grado militare. Mezzo secolo dopo la sua morte, il Parlamento portoghese ha approvato all’unanimità un provvedimento per discolpare Basto delle false accuse che ne causarono l’espulsione dall’esercito.

Il Ministero della Difesa ha redatto un documento ufficiale consegnato alla famiglia di Basto per una riabilitazione morale dell’ufficiale. Anche se però non l’ha mai reintegrato formalmente nell’arma e una nuova legge portoghese stabilisce che non “sussiste nessun obbligo di indennità alla famiglia”. A questo proposito Isabel Lopes, la nipote di Basto e attuale presidente della comunità ebraica della città di  Porto ha rilasciato recentemente un’intervista al quotidiano israeliano “Haaretz” dove esprimendo la sua indignazione ha detto “sono sicura che mio nonno è stato oggetto di discriminazione in quanto ebreo”.

La donna ha continuato specificando che “nel 1974 la dittatura è finita in Portogallo e il governo dell’epoca ha reintegrato i militari destituiti, tranne mio nonno. Ora siamo nel 2015 ed è il momento che egli sia reintegrato, purtroppo la sola differenza con gli altri è che lui era ebreo”.  In conclusione ha sottolineato che il Ministero della Difesa non ha risposto alle ripetute richieste formulate dalla famiglia di Basto in questi anni per discutere di questo argomento.